Per mettere su una banca dati riguardante gli affitti brevi sembra sia ormai tutto pronto. Il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, ha infatti firmato il decreto che getta le basi per la realizzazione di questo database che dovrebbe permettere un maggior controllo sulla materia degli affitti per brevi periodi facendo emergere il sommerso.

Il decreto firmato dal ministro Garavaglia disciplina la banca dati delle strutture ricettive e degli immobili destinati ad affitti brevi, ma all’atto pratico in cosa consiste e in che modo dovrebbe ridurre l’evasione fiscale nel settore degli affitti?

Il primo obiettivo che dovrebbe essere possibile raggiungere grazie al nuovo decreto è quello di una maggior trasparenza nell’intera filiera del turismo. Al tempo stesso grazie a questa banca dati sugli affitti brevi si dovrebbe essere in grado di agevolare la cooperazione tra il ministero del Turismo e le autonomie territoriali.

Ben poche saranno comunque le differenze per gli alberghi e gli operatori turistici professionali, infatti nel mirino ci sono quei privati che affittano abitazioni e appartamenti per brevi periodi per i quali il decreto prevede nuove regole e naturalmente sanzioni per i trasgressori.

In cosa consiste la banca dati sugli affitti brevi

Grazie alla banca dati sugli affitti per brevi periodi il fisco dovrebbe ottenere un valido strumento per far emergere il sommerso ed andare quindi a tassare tutte quelle entrate che fino ad ora eludevano completamente i controlli dell’Agenzia delle Entrate.

Quanto al funzionamento pratico della banca dati sugli affitti brevi, i dettagli li conosceremo solo nei prossimi giorni in quanto i lavori sono ancora in corso d’opera. Sappiamo che si tratterà di una piattaforma in grado di raccogliere informazioni relative a strutture ricettive e alloggi sull’intero territorio nazionale e che tali informazioni riguardano i seguenti parametri:

  • tipologia degli alloggi dati in affitto pre brevi periodi
  • ubicazione degli immobili locati
  • capacità ricettiva
  • estremi dei titoli abitativi richiesti ai fini dello svolgimento dell’attività ricettiva
  • dati identificativi del soggetto che esercita l’attività anche in forma di locazione breve
  • codice identificativo regionale (o nei casi in cui questo non sia stato adottato, un codice alfanumerico generato dalla banca dati).

Il decreto firmato dal ministro del Turismo prevede che a tutte le strutture venga assegnato un codice identificativo che dovrà poi essere esposto negli annunci. In alcune Regioni in realtà questo sistema è già stato adottato, infatti il codice viene rilasciato previa comunicazione e poi trasmesso al Comune in cui è situato lo stabile.

A fornire il codice identificativo quindi potrebbero essere nei prossimi mesi le stesse Regioni e, nei casi in cui ciò non accadesse, sarà la banca dati nazionale a provvedere.

Nel comunicato stampa del ministro Garavaglia del 29 settembre viene specificato che i dati richiesti saranno utilizzati nel pieno rispetto delle norme sulla privacy. Il progetto della banca dati sugli affitti brevi ha infatti ricevuto il via libera del Garante per la protezione dei dati personali.

Affitti brevi: quali saranno le sanzioni

Il codice alfanumerico fornito alle strutture è il punto di partenza per rendere possibile il meccanismo. Il codice deve essere esposto in modo visibile negli annunci, e garantisce un accesso facile da parte dell’utenza.

Come accennato poco fa il codice identificativo può essere rilasciato dalla Regione ma può anche essere assegnato dalla stessa banca dati nazionale, ed il meccanismo sanzionatorio parte proprio da qui.

Per i trasgressori sono previste multe da un minimo di 500 fino ad un massimo di 5.000 euro per ogni unità non comunicata. In caso di violazioni reiterate la sanzione raddoppia.

Come si va verso la banca dati affitti brevi

Il primo step necessario per avviare il sistema della banca dati affitti brevi è quello di affidare la realizzazione della piattaforma informatica attraverso una procedura pubblica.

Fatto ciò bisognerà poi definire un protocollo di intesa con le Regioni e con le province autonome attraverso il quale si stabilirà una data di entrata in vigore per l’obbligo di esporre il codice identificativo negli annunci.

A questo punto si avrà un protocollo da approvare e firmare entro 90 giorni dalla pubblicazione del decreto del ministero del Turismo in Gazzetta Ufficiale. Le regole regionali in materia di locazione turistica, che interessano tutti i soggetti che a vario titolo affittano per brevi periodi, dovranno quindi essere uniformate sull’intero territorio nazionale.

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