
La Legge di Bilancio 2025 cambia le regole del gioco per chi sogna di andare in pensione prima del previsto, introducendo una novità rilevante per i lavoratori interamente contributivi (quelli che hanno iniziato a versare contributi dopo il 1° gennaio 1996): i risparmi accumulati nei fondi pensione potranno ora essere conteggiati nel calcolo della soglia minima necessaria per accedere alla pensione anticipata. Questo passaggio apre nuove prospettive per chi desidera costruire una strategia previdenziale personalizzata, e potrebbe rendere la pensione anticipata più accessibile, a patto però di iniziare per tempo a pianificare.
Previdenza complementare: da strumento accessorio a leva strategica
Negli ultimi anni, misure temporanee come Quota 100 e Opzione Donna sono state progressivamente ridimensionate. Al loro posto, il Governo punta ora a incentivare la previdenza integrativa, cercando di colmare il ritardo cronico dell’Italia in questo ambito: solo il 38,3% dei lavoratori risulta iscritto a un fondo pensione, e appena il 27,6% vi versa attivamente il TFR o contributi aggiuntivi, secondo i dati Covip.
La nuova normativa rappresenta quindi un’opportunità concreta per sfruttare al meglio il fondo pensione come veicolo di uscita anticipata dal mondo del lavoro.
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Dipendenti: il TFR può fare la differenza
Per i lavoratori dipendenti, il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) rappresenta un alleato strategico. Investendo il TFR maturando in un fondo pensione con una linea ad alto rendimento (azionaria), un lavoratore giovane potrebbe raggiungere la soglia richiesta senza intaccare direttamente i propri risparmi mensili.
Tuttavia, non sempre il TFR da solo è sufficiente. In base allo studio Moneyfarm, ecco quanto si dovrebbe integrare mensilmente con contributi volontari:
Età | Profilo di rischio | Contributo mensile stimato |
---|---|---|
40 anni | Alto | 58 € |
50 anni | Basso | 568 € |
Autonomi: il peso è tutto sulle proprie spalle
I lavoratori autonomi, non disponendo del TFR, devono affidarsi interamente ai propri versamenti. Tuttavia, prima si inizia, più contenuto sarà l’impegno richiesto. Ecco alcune simulazioni indicative per chi sceglie una linea di investimento dinamica:
Età | Contributo mensile stimato (profilo ad alto rischio) |
---|---|
30 anni | 69 € |
35 anni | 94 € |
40 anni | 157 € |
50 anni | 480 € |
Donne e figli: requisiti più accessibili
Una delle modifiche più significative riguarda le lavoratrici madri. Il legislatore ha previsto una soglia più bassa per accedere alla pensione anticipata contributiva: 2,8 volte l’assegno sociale per chi ha un figlio, 2,6 per chi ne ha almeno due, contro il requisito standard di 3,2.
Questo significa che una lavoratrice con almeno due figli e un lavoro da dipendente potrebbe raggiungere l’obiettivo di pensione anticipata solo con il TFR, a condizione di investirlo in una linea azionaria. Secondo le simulazioni, tutte le lavoratrici tra i 30 e i 45 anni in questa condizione raggiungerebbero l’obiettivo senza ulteriori sacrifici.
Per le autonome, pur dovendo integrare con contributi propri, l’investimento mensile richiesto resta gestibile:
Età | Contributo mensile stimato (due figli, profilo ad alto rischio) |
---|---|
30 anni | 22 € |
50 anni | 219 € |
La chiave è pianificare per tempo
La previdenza complementare non è più un’opzione, ma una necessità per chi punta a un ritiro anticipato dal lavoro. Le nuove disposizioni normative offrono un margine di manovra concreto, ma rendono evidente una cosa: prima si comincia a investire, maggiore sarà il vantaggio accumulato e minore sarà lo sforzo richiesto negli anni successivi.
Pianificare oggi può significare conquistare domani una pensione anticipata, più solida e su misura delle proprie esigenze.
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