Tornano i voucher per il lavoro occasionale, ecco cosa cambia nel 2023

La novità che riguarda da vicino i lavoratori occasionali sarà inserita nella Legge di Bilancio 2023. Il governo di Giorgia Meloni ha infatti deciso di introdurre un nuovo metodo di pagamento, ma forse definirlo ‘nuovo’ non è del tutto corretto visto che già negli anni scorsi abbiamo preso dimestichezza coi cosiddetti voucher.

La novità inserita nella manovra economica cui sta lavorando l’attuale esecutivo riguarda la reintroduzione dei voucher a partire dal 1° gennaio 2023. Si tratta di un metodo di pagamento che era stato abolito durante il governo Gentiloni, essendo stato criticato in quanto troppo spesso utilizzato dai datori di lavoro per evitare di stipulare regolari contratti a tempo determinato o indeterminato.

Il governo Meloni ripristina i voucher per il lavoro occasionale

La decisione di ripristinare i voucher non è piaciuta naturalmente ai sindacati, che ritengono che questo strumento possa ulteriormente precarizzare il mondo del lavoro in Italia. Ma mentre dai sindacati sono arrivate forti critiche rispetto alla reintroduzione dei voucher, per Coldiretti si tratta invece di una opportunità.

Il pagamento delle spettanze attraverso i cosiddetti voucher viene quindi ripristinato dal governo Meloni a partire dal gennaio 2023, con l’entrata in vigore delle misure inserite nella Legge di Bilancio.

I voucher, anche conosciuti come ‘buoni lavoro’ potranno essere nuovamente utilizzati dai datori di lavoro in diversi settori tra cui:

  • agricoltura
  • lavoro domestico
  • ristorazione
  • servizi alla persona

Nella Legge di Bilancio 2023 è stato stabilito anche un limite di reddito per la prestazione occasionale, che è stato portato dai 5 mila euro attuali fino a 10 mila euro nel 2023. In questo modo sarà ancor più facile per il datore di lavoro che non è disposto ad assumere il collaboratore, continuare ad erogare la prestazione per mezzo di voucher, visto che potrà farlo fino a raggiungere un importo complessivo lordo di 10 mila euro appunto.

Repubblica sottolinea inoltre che è stata ampliata la possibilità di utilizzo del contratto di prestazione occasionale “permettendone l’uso a utilizzatori che abbiano alle proprie dipendenze fino a dieci lavoratori subordinati a tempo indeterminato”.

Le critiche dei sindacati al ritorno dei voucher

Una decisione, quella di introdurre di nuovo i voucher, che i sindacati non potevano vedere di buon occhio. Infatti mentre da una parte il governo si accinge a ridimensionare e infine sopprimere il Reddito di Cittadinanza, per ‘spingere’ a lavorare chiunque ne sia in grado, dall’altra introduce strumenti come il voucher, che di fatto agevolano quelle imprese che preferiscono non assumere i collaboratori.

Secondo i sindacati il ripristino dei voucher non è la scelta giusta, specie in questa fase. Il leader della Cgil, Maurizio Landini, che tra l’altro critica non solo questa ma anche altre decisioni del governo di centrodestra, ha fatto notare che provvedimenti simili non fanno altro che incentivare chi non pagava i lavoratori a continuare a non pagare.

Secondo il segretario generale della Cgil, con la manovra economica 2023 si andrebbe ad incentivare lo sfruttamento del lavoro, la precarietà e quindi anche l’evasione fiscale.

“La presidente del Consiglio dice che questa manovra ha una visione e una strategia, ma se la visione è che debba aumentare la precarietà, che l’evasione fiscale non debba essere combattuta e che si continui con lo sfruttamento del lavoro, non ci piace. Non è quello che serve al Paese” ha dichiarato Maurizio Landini.

Anche Luigi Sbarra, leader della Cisl, ha condannato la decisione del governo Meloni, spiegando che dal suo punto di vista i voucher dovrebbero restare regolati dalla legge come lavoro accessorio occasionale, e che dovrebbero essere limitati nell’utilizzo ad alcune situazioni specifiche, come nel caso di studenti o pensionati, e a coloro che più in generale percepiscono ammortizzatori sociali.

Favorevoli al ripristino dei voucher sia Confesercenti che Coldiretti

Per Confesercenti e Coldiretti invece si tratta di una decisione tutt’altro che infelice. Ripristinare i voucher, come previsto dalla Legge di Bilancio 2023 a partire dal 1° gennaio del prossimo anno, sarebbe un’opportunità.

Nello specifico, secondo il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, la reintroduzione dei voucher permetterà di trovare più facilmente manodopera per i raccolti, mentre secondo Confesercenti grazie ai voucher si potrà più facilmente trovare lavoratori per strutture ricettive e ristorazione, e addirittura bisognerebbe estendere i voucher a tutto il comparto del turismo.

Ma come funziona esattamente il pagamento delle spettanze attraverso i voucher che il governo Meloni si appresta a ripristinare dal 1° gennaio? Si tratta di una soluzione che dovrebbe, almeno in teoria, essere utilizzata solo per coloro che svolgono un lavoro occasionale.

I buoni hanno un valore di 12,41 euro ciascuno, e comprendono la contribuzione a favore della Gestione Sperata dell’INPS, oltre che l’assicurazione INAIL e un compenso all’INPS per la gestione del servizio. In tutto quindi un voucher fa finire nelle tasche del lavoratore 9 euro.

Un voucher da 12,41 euro equivale a un’ora di prestazione, ma nel settore agricolo si utilizza il contratto di riferimento per determinare l’importo esatto del voucher.

Un altro aspetto da non trascurare, per quel che riguarda i voucher, è quello legato alle varie garanzie per il lavoratore, che sono pressoché totalmente assenti. Infatti i voucher non coprono la malattia, non coprono la maternità, né prevedono assegni familiari, e non danno diritto ad alcun tipo di indennità di disoccupazione.

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