E’ inutile nasconderlo: quella di oggi sarà una giornata destinata ad entrare nella storia dell’Eurozona. Per l’ultimo volta sarà Mario Draghi a presiedere la consueta riunione della Banca Centrale Europea e per l’ultima volta Draghi terrà il discorso di presentazione delle decisioni di politica monetaria della BCE.

Più che sui contenuti, l’attesa di oggi sarà sul fatto in se. Tutti in silenzio, quindi, perchè alle 14,30 ci sarà l’ultimo discorso di Draghi da governatore della BCE (in questo articolo è tracciato un bilancio dei risultati ottenuti da Draghi in questi anni alla guida della BCE).

In vista dell’importante appuntamento non mancano le consuete previsioni degli analisti. E’ ad esempio molto interessante il report di Mohammed Kazmi, portfolio manager e macro strategist di Union Bancaire Privée (UBP).

Secondo l’analista dalla riunione BCE di oggi non sono da attendersi grandi novità anche perchè quelle sono arrivate nel board di settembre (taglio dei tassi e avvio del nuovo Quantitative Easing).

E’ quindi probabile che Draghi si limiti a ribadire la necessità di proseguire con le misure di stimolo monetario. Il governatore, al suo ultimo discorso prima del passaggio del testimone alla Lagarde, proverà a mostrare l’esista di un fronte unito tra i banchieri ma al tempo stesso non farà alcun passo indietro su quello che sarà il suo lascito: la politica fiscale deve diventare ilò principale strumento per puntare ad aumentare in modo efficace la domanda.

Secondo l’analista è da ritenersi improbabile che ci possa essere un sell off significativo dei Bund nel breve termine. L’esperto ritiene che qualsiasi svolta da falco sia lontana e che il nuovo ciclo di acquisti di asset non sia ancora alle porte. 

L’addio di Draghi alla BCE avverrà tra rallentamento della locomotiva tedesca e legge di bilancio italiana. 

Per quanto riguarda la Germania, la flessione registrata dal settore manifatturiero non sembra essere destinata ad arrestarsi. Lo stesso raginamento vale anche per l’ISM Manufacturing Usa. Arrivati a questo punto – prosegue l’analista – la paura che inizia a palesarsi è che tale tendenza possa riversarsi sui segmenti più solidi dell’economia vale a dire sul mercato del lavoro. Vero è che la politica monetaria americana sta facendo il massimo per dare sostegno alla crescita. L’economia della Germania, però, ora come ora ha necessità di uno stimolo fiscale. Attenzione però a non accedere con il pessimismo perchè i buoni segnali comunque non mancano: dall’esistenza del margine di manovra con un debito basso alla presenza di un surplus fiscale fino ai rendimenti negativi pagati sui prestiti.

Spostandoci dalla Germania all’Italia, è da ipotizzare che le preoccupazioni dell’UE per la nuova Legge di Bilancio possano essere decisamente inferiori rispetto a quelle che si sono manifestate un anno fa sempre in occasione dello stesso appuntamento. Tuttavia non va poerò dimenticato che la questione della Legge di Bilancio si inserisca nel più vasto contesto del graduale allontanamento del governo da politiche di austerità. Bruxelles dovrebbe accettare questo cambio di passo anche perchè la stessa Francia, lo scorso anno, aveva effettuato aggiustamenti simili. In linea di principio, ha evidenziato Kazmi,quanto avvenuto in Italia non sarà ritenuto negativo nella misura in cui anche gli altri paesi dell’area UE faranno altrettanto. 

Tirando le somme, gli esperti di Union Bancaire Privée (UBP) restano positivi sull’andamento degli spread periferici anche perchè il QE della BCE fornirà tutto il suo supporto nei prossimi mesi e inoltre questi Paesi offrono ancora un certo rendimento. UBP ha ricordato come, soprattutto nell’ultimo trimestre, abbai realizzato profitti sull’Italia. Gli analisti ora puntano ad indiviuduare un livello interessante per procedere con il rientro. 

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