Banco BPM e Unicredit ovvero il titolo migliore e quello peggiore dell’odierna seduta di scambi. Come prevedibile, le due quotate coinvolte nell’Offerta Pubblica di Scambio destinata a ridare linfa al risiko del settore bancario italiano, hanno condizionato il trend di tutta la giornata.
Alla fine le azioni Banco BPM hanno tagliato il traguardo delle 17,30 avanti del 5,5 per cento ad oltre 7 euro per azione mentre le Unicredit si sono posizionate sul fondo con un ribasso del 4,76 per cento a quota 36,27 euro. Sempre sul fondo del principale indice azionari si sono collocate anche due altre quotate del settore bancario: Monte dei Paschi e BPER Banca. Il fatto che proprio questi due titoli abbiano risentito negativamente della notizia sull’OPS Unicredit su Banco BPM non è stato un caso. Come hanno messo in evidenza alcuni analisti, anche alla luce delle chiarissime parole di Orcel sul punto, se l’offerta di Unicredit sul BPM dovesse riuscire, per Monte dei Paschi si chiuderebbe completamente le porte ad ogni ipotesi di aggregazione con Banco BPM. Non solo ma OPS su Banco BPM significherebbe anche fine dell’ipotesi del terzo polo bancario italiano e da qui le vendite anche sulle azioni BPER Banca.
Insomma di dinamismo tra queste azioni del settore bancario ce ne è già tanto a tutto vantaggio dei trader che investono sull’azionario anche con i CFD.
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Rapporto di concambio nell’OPS Unicredit sul Banco BPM sotto esame dei trader
Ma concentriamo la nostra attenzione sulle due quotate protagoniste di questo dossier ossia Banco BPM e Unicredit. Inutile dire che l’attenzione degli investitori è rivolta soprattutto al rapporto di concambio che nell’ambito di un’offerta pubblica di scambio è sempre il perno centrale. E’ questo rapporto che oggi è stato valutato dai trader che hanno preso posizione sulle azioni delle due quotate.
Ricapitolando il consiglio di amministrazione di Unicredit ha fissato il rapporto di concambio a 0,175 azioni Unicredit di nuova emissione per ogni azione esistente di Banco BPM. Da tale rapporto ne scaturisce un prezzo implicito di offerta pari a 6,657 euro per azione, valore che a sua volta corrisponde ad un premio dello 0,5 per cento rispetto ai prezzi ufficiali di Banco BPM al termine della seduta di borsa del 22 novembre 2024.
Il valore riconosciuto da Unicredit al Banco BPM è congruo? Il fatto che il titolo della banca del Nord Italia si sia apprezzato così tanto è il segnale che gli azionisti e gli investitori puntano a molto di più. Tuttavia potrebbe anche essere una reazione fisiologica, di pancia e allora diventa fondamentale attendere i prossimi giorni per poter vedere un giudizio più a freddo da parte del mercato.
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Azioni Unicredit a picco con l’annuncio dell’OPS su Banco BPM
Fin dal primo minuto di scambi Unicredit è stata letteralmente travolta delle vendite. Il rosso, come si può vedere dal grafico in alto, è rimasto una costante per tutta la durata della seduta. Il passivo rimediato oggi ha logicamente impattato sulla prestazione a un mese di Piazza Gae Aulenti che ora ha allargato il rosso fin quasi al 10 per cento. La situazione di lungo termine non è però preoccupante perchè da inizio anno Unicredit resta in verde per il 45 per cento.
Detto questo, al di là dei dettagli dell’OPS, un certo nervosismo da parte degli azionisti di Unicredit, potrebbe essere arrivato a seguito delle dichiarazioni di Orcel sull’impatto stimato dell’operazione sul capitale delle banca che dovrebbe essere pari a circa 70 punti base. Attenzione, però, perchè come puntualizzato dall’Ad, la posizione di capitale di Piazza Gae Aulenti è in eccesso e quindi si parla comunque di un impatto su un qualcosa almeno ad oggi superiore ai target.
Cosa fare domani sulle azioni Unicredit
Visto che la giornata di borsa si è conclusa, vediamo quello che potrebbe accadere domani. Tanto per iniziare è molto probabile che il tema dell’OPS continui ad essere centrale su tutta l’economia del Ftse Mib. Una cosa è un’annunciare l’offerta pubblica e un’altra è poi portarla in porto. In mezzo ci sono le necessarie autorizzazioni ma c’è anche la posizione della banca che dovrebbe essere acquisita e ovviamente anche il giudizio della politica. A tal riguardo da ambienti della Lega si è già levato un muro di scudi con Unicredit che è stata addirittura accusata di voler impedire la nascita del terzo polo bancario italiano a cui, sia pure senza ammissioni dirette, Banco BPM stava lavorando (e Monte dei Paschi era coinvolta).
Insomma le variabili da considerare sono tante e la sola cosa certa è che i titoli bancari coinvolti continueranno a rimanere sotto ai riflettori. Una buona notizia per chi fa trading su queste azioni anche con i CFD.
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Dal punto di vista dell’analisi tecnica, il fatto che Unicredit, a seguito del crollo di oggi, si sia così tanto allontanata dai 40 euro, rappresenta un ulteriore indebolimento del trend rialzista che comunque, a prescindere di quello che è accaduto oggi, non era già brillante da tempo. Detto questo, è di fondamentale importanza la tenuta dei 36 euro (il titolo ha chiuso poco sopra questo livello dopo aver raggiunto un minimo intraday poco sopra i 32 euro).
Se quota 36 non dovesse reggere, i prezzi potrebbero mettere nel mirino l’area tra i 35,30 e i 35,20 euro chiudendo il gap-up aperto a metà agosto dove transita la media mobile di lungo periodo. Una discesa ulteriore verso i 32 euro significherebbe il netto peggioramento del quadro tecnico del titolo.
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