
Progressione dello 0,8 per cento per le azioni Eni nell’ultima seduta della settimana. A metà mattinata la quotata del Cane a Sei Zampe sta scambiando a quota 13,4 euro. Grazie al rialzo di oggi, si rafforza la performance mensile del titolo che è ora pari al 10,4 per cento mentre anno su anno continua ad esserci un rosso di circa il 9 per cento.
Questa andamento a doppia faccia ci consente di inserire Eni nella lista delle quotate in rialzo sul breve termine ma in ribasso su un periodo più lungo. Una situazione di non facile comprensione che rende più difficile immaginare quale possa essere il trend della quotata nelle prossime settimane: i prezzi di Eni cresceranno ancora oppure dopo la fiammata dell’ultimo mese si va verso un rallentamento? Se bisogna guardare alle valutazioni degli analisti per rispondere a questa domanda la prudenza diventa quasi obbligatoria perchè se è vero che di recente molti esperti hanno confermato il rating buy, è altrettanto vero che gli stessi hanno anche ridotto il target price in essere. Prezzo obiettivo più basso significa sempre potenziale di upside inferiore.
Ora questa situazione non deve spaventare perchè anche se il titolo dovesse avere un target inferiore a quello di prima è comunque sempre possibile fare trading anche grazie a strumenti derivati come i CFD che permettono di investire sia al rialzo che al ribasso. Broker come IQ Option sono l’ideale per via delle condizioni economiche competitive che vengono applicate.
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Fin dove possono arrivare i prezzi delle azioni Eni
Tre diversi analisti hanno tagliato il target price sulle azioni Eni nel giro di pochi giorni. Un downgrade di target price non è mai una buona notizia. In questo caso specifico, però, tutto è addolcito dal fatto che comunque questi stessi esperti hanno confermato il rating buy (comprare). E allora vediamo nel dettaglio cosa è successo e come tutto questo andrà ad impattare sul titolo Eni.
Partendo dai provvedimenti più recenti, segnaliamo subito il passaggio effettuato da HSBC che, appena ieri l’altro, ha ridotto il prezzo obiettivo sulle azioni Eni a 15,1 euro. Pochi giorni prima erano stati invece gli esperti di Jp Morgan ad intervenire portando il target price a 16 euro. Ancora prima il downgrade di prezzo obiettivo deciso da Goldman Sachs a 15 euro.
Volendo allargare il quadro anche alla fine di aprile, c’è da segnalare la mossa analoga di Intesa Sanpaolo i cui analisti confermarono il rating buy declassando il target price a 16,2 euro.
Non è necessario essere dei grandi esperti di finanza per notare l’esistenza di un minimo comun denominatore tra queste valutazioni: tutte sono ottimistiche ma, rispetto a quelle precedenti, riducono il margine di rialzo. E’ se Eni, rispetto a prima, avesse uno spazio inferiore di crescita. A questo punto diventa quindi fondamentale individuare quei driver di tipo fondamentale che potrebbero dare al titolo del Cane a Sei Zampe una spinta in più.
Visibilità dal nuovo piano di buy-back di Eni
Proprio a proposito di eventuali catalizzatori, proprio oggi il management di Eni ha annunciato l’imminente avvio di un nuovo programma di acquisto di azioni proprie, a seguito dell’autorizzazione ricevuta dall’assemblea degli azionisti delle stessa società riunitasi lo scorso 14 maggio 2025. La quotata ha precisato che il piano sarà attuato entro la fine di aprile 2026 e che esso prevede il riacquisto di fino a 315 milioni di azioni, pari a circa il 10 per cento del capitale sociale di Eni.
Per quello che riguarda i dettagli, il valore massimo dell’operazione è stato fissato in 1,5 miliardi di euro, ma potrebbe essere aumentato fino a 3,5 miliardi, in funzione dell’eventuale aumento del Cash Flow From Operations (CFFO) generato dal gruppo.
Il buyback è da sempre uno strumento di remunerazione aggiuntivo per gli azionisti essendo complementare alla distribuzione dei dividendi. In linea con questa strategia, il management di Eni ha precisato che tutte le azioni riacquistate saranno annullate – senza riduzione del capitale sociale – entro e non oltre luglio 2026.
Il nuovo piano di acquisto di azioni proprie di Eni si inserisce nel più ampio impegno del gruppo verso una politica di remunerazione sostenibile e progressiva, legata alla solidità della generazione di cassa e alla strategia di lungo termine.
Potenzialmente, quindi, l’annuncio sul buy-back ha una valenza positiva per il titolo e potrebbe essere da sostegno ad un rialzo dei valori. Uno scenario che può essere sfruttato operativamente sia in modo diretto, comprando azioni Eni, che con strumenti derivati come i CFD.
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