
Tutto come previsto a Piazza Affari con il Ftse Mib che, in scia alla notizia della tregua tra Israele e Iran, ha aperto le contrattazioni con un forte rialzo e acquisti diffusi su tutti i titoli che, nei giorni scorsi, erano finiti sottopressione a causa dell’escalation militare tra Gerusalemme e Teheran. All’opposto ad essere al centro di forti vendite sono le quotate che invece avevano più tratto beneficio dallo scontro militare prima e poi dall’attacco degli Stati Uniti ai siti nucleari iraniani. Con il forte ribasso del prezzo del petrolio, infatti, quotate come Eni, Saipem e Tenaris, protagoniste durante tutta la scorsa settimana, ora subiscono il ritorno delle prese di profitto. Male anche le azioni Leonardo che oramai vengono puntualmente vendute ogni qual volta c’è un allentamento del rischio geopolitico.
Insomma le prime battute sul mercato azionario italiano descrivono una situazione a doppia faccia: da un lato c’è il massiccio ritorno degli acquisti sul Ftse Mib, favoriti da un palese miglioramento del sentiment, e dall’altro affondano le azioni petrolifere e della difesa.
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Pioggia di vendite sulle azioni petrolifere
Con il prezzo del Brent in ribasso del 3,65 per cento a quota 68,9 dollari al barile e quello del WTI in flessione del 3,72 per cento a quota 66 dollari al barile, per le azioni del settore oil è finita la luna di miele. Come avevamo prospettato ieri, la chiusura dello stretto di Hormuz non c’è stata perchè l’Iran sa perfettamente che per la sua intera economia sarebbe un suicidio. Non solo ma come avevano evidenziato anche molti esperti di geopolitica, l’azione degli Stati Uniti ha di fatto portato alla descalation tra Iran e Israele e infatti Trump è riuscito a far strappare una tregua alle parti.
Ecco che in questo contesto le azioni Eni, Saipem e Tenaris sono finite in balie delle vendite. Nel dettaglio le azioni Eni stanno cedendo il 3,35 per cento a 13,74 euro, le Saipem sono in ribasso dell’1,75 per cento a 2,3 euro e le Tenaris perdono il 2,25 per cento a 15,43 euro. Nonostante l’ampiezza delle vendite, le performance mensili di tutte e tre le quotate del settore petrolifero di Piazza Affari restano positive e proprio questo è la dimostrazione dell’ampiezza dei rialzi che i tre titoli hanno registrato nei giorni più caldi dello scontro tra Israele e Repubblica Islamica dell’Iran. Tornando sui numeri: Eni, nonostante il crollo di oggi, resta apprezzata del 7,7 per cento su base mensile (-1 per cento anno su anno), Tenaris rispetto a un mese fa resta in rialzo dell’8 per cento (e in questo caso c’è anche un secco +7 per cento anno su anno) e Saipem resta in verde del 12 per cento mese su mese mentre la performance annuale è positiva del 6,7 per cento.
Aspetto interessante della dinamica è che ad eccezione di Saipem che ha reso noto di essersi aggiudicata con Enilive un nuovo contratto per le attività di ingegneria, approvvigionamento e costruzione (EPC) finalizzate all’espansione della bioraffineria Enilive di Porto Marghera, non ci sono notizie price sensitive sugli altri titoli petroliferi.
Cosa fare adesso con le azioni Eni, Saipem e Tenaris?
Dinanzi a questa situazione che è del tutto diversa rispetto a quella a cui i media avevano preparato nei giorni scorsi, come bisognerebbe comportarsi? Il rosso delle tre quotate petrolifere è nitido ed è difficile pensare che possa esserci un cambio di direzione nel corso della giornata a meno che la tregua non dovesse saltare.
Quindi meglio prenderne atto e agire in due direzioni: comprare le azioni delle quotate, ora su valutazioni più convenienti rispetto a quelle di ieri, se si ritiene che i prezzi, dopo il crollo di oggi, siano destinati poi a rimbalzare oppure andare short se invece c’è la convinzione che possa esserci un ulteriore ribasso (ad esempio perchè le parti arrivato ad un accordo di lungo termine). In entrambi i casi l’operatività, per tenersi le mani libere in entrambe le direzioni, può essere eseguita tramite strumenti derivati come i CFD.
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