
Il destino dell’acquisizione di Banco BPM da parte di UniCredit resta appeso a un filo sempre più sottile. La Consob ha deciso di sospendere nuovamente l’offerta pubblica di scambio per altri trenta giorni, dal 23 luglio al 21 agosto, creando un precedente senza eguali nel panorama finanziario italiano. La decisione, maturata durante una riunione mattutina della Commissione presieduta da Paolo Savona, sposta ancora una volta i tempi di un’operazione che dovrebbe concludersi in tempi certi ma che si trova intrappolata in un labirinto normativo.
L’autorità di vigilanza ha giustificato il rinvio con l’emergere di elementi che impediscono agli investitori di formulare un giudizio informato sull’operazione. Il quadro normativo si è complicato dopo la sentenza del TAR Lazio del 12 luglio, che ha annullato parzialmente il decreto del governo Meloni sui poteri speciali, e la lettera critica della Commissione Europea del 14 luglio, che contesta l’approccio italiano al golden power nell’operazione bancaria.
La reazione dell’Europa cambia le carte in tavola
La Commissione Europea ha alzato il tiro contro l’Italia, accusando il governo di aver violato le regole comunitarie sulla libera circolazione dei capitali e sulle competenze esclusive della Banca Centrale Europea. La valutazione preliminare di Bruxelles rappresenta un fatto nuovo di portata straordinaria, tale da rimettere in discussione l’intera impalcatura giuridica dell’operazione.
UniCredit ha reagito alla situazione chiedendo formalmente alla Presidenza del Consiglio di avviare un contradditorio sulle prescrizioni imposte dal decreto governativo, seguendo le indicazioni contenute nella sentenza del tribunale amministrativo. La banca guidata da Andrea Orcel si trova ora a dover navigare in acque inesplorate, con l’Europa che ha concesso all’Italia solo venti giorni lavorativi per fornire le proprie controdeduzioni prima di adottare una decisione definitiva.
I dubbi di Savona e la complessità procedurale
La decisione della Consob non è arrivata senza travaglio interno. Paolo Savona aveva espresso pubblicamente perplessità sulla possibilità di estendere ulteriormente i termini dell’offerta, dichiarando di trovarsi di fronte a una situazione non ancora chiarita e manifestando dubbi sui poteri effettivi dell’autorità. Questi interrogativi erano condivisi dai commissari, che avrebbero espresso posizioni divergenti sulla gestione del dossier.
La normativa prevede che un’offerta pubblica possa durare al massimo quaranta giorni, termine che si sarebbe naturalmente concluso il 23 luglio. La complessità senza precedenti del caso e il coinvolgimento diretto del governo attraverso i poteri speciali hanno però spinto l’autorità verso una soluzione eccezionale, creando un precedente che potrebbe influenzare future operazioni di mercato.
L’incertezza regolatoria paralizza il mercato
Per UniCredit, l’estensione rappresenta un passaggio inevitabile ma foriero di nuove complicazioni. L’istituto ha bisogno di chiarezza per comprendere se l’operazione potrà essere completata senza subire modifiche sostanziali che ne altererebbero il valore strategico e finanziario. Le eventuali condizioni imposte dal golden power potrebbero includere obblighi di dismissione di asset strategici o limitazioni nell’accesso a dati sensibili, elementi che modificherebbero radicalmente la natura dell’acquisizione.
Il timing dell’istruttoria europea aggiunge ulteriore complessità al quadro. L’Italia ha tempo fino all’11 agosto per rispondere formalmente alle contestazioni di Bruxelles, con possibili proroghe che potrebbero estendere i tempi oltre la fine di agosto. Solo dopo questa fase la Direzione Generale Concorrenza potrà esprimere una valutazione definitiva, rendendo improbabile un verdetto prima della scadenza dell’offerta.
Le prossime mosse di Orcel
Il mercato attende con particolare interesse le dichiarazioni di Andrea Orcel, previste per il 23 luglio in occasione della presentazione dei risultati semestrali. L’amministratore delegato di UniCredit dovrà illustrare la strategia per affrontare questa fase di incertezza regolatoria e fornire indicazioni sui possibili scenari futuri dell’operazione.
Le aspettative degli investitori si concentrano sulla capacità della banca di mantenere viva l’offerta nonostante le complicazioni procedurali e normative. La situazione richiede equilibrio tra la determinazione nel perseguire l’obiettivo strategico e la flessibilità necessaria per adattarsi a un contesto in continua evoluzione.
Le perplessità operative del rinvio
Nonostante la decisione della Consob, permangono interrogativi sulla reale efficacia del provvedimento. L’offerta riprenderà il 22 agosto ma agli investitori resterebbe una sola giornata per aderire, circostanza che solleva dubbi sulla praticabilità operativa della procedura. Inoltre, non è chiaro come verranno gestite le azioni eventualmente acquistate durante il periodo di sospensione, dato che non sarà possibile aderire all’offerta prima della riapertura.
Questi elementi tecnici potrebbero costringere UniCredit a valutare strategie alternative, inclusa la possibilità di lanciare una nuova offerta con tempistiche più adeguate. La strada verso l’acquisizione di Banco BPM si presenta sempre più tortuosa, con esiti che dipenderanno principalmente dalle decisioni delle istituzioni europee e dalla capacità del governo italiano di trovare un equilibrio tra sovranità nazionale e regole comunitarie.
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