insegna di Nvidia su edificio
Azioni Nvidia - BorsaInside.com

A prima vista tutto sembra andato bene ma quel rosso che sta spiccando nell’after-hours lascia un pò perplessi. Stiamo parlando delle azioni Nvidia e della trimestrale recentemente pubblicata. Nonostante i conti siano imbottiti di segni positivi, i trader non sembrano essere contenti più di tanto e stanno reagendo vendendo azioni del colosso AI tanto che a inizio mattinata sulla quotata spicca un rosso del 2,36 per cento. Ovviamente non c’è niente di davvero preoccupante perchè su base settimanale e mensile continua ad esserci un bel verde e lo stesso dicasi guardando alla prestazione da inizio anno.

Tuttavia il fatto che le azioni Nvidia stiano reagendo negativamente ai conti trimestrali (almeno nell’after hours) è meritevole di attenzione.

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Il focus sulla trimestrale di Nvidia

L’attesa per la pubblicazione dei conti trimestrali di Nvidia era febbrile e, come spesso accade quando c’è di mezzo il colosso dell’AI, le aspettative erano altissime. Ora i numeri sono arrivati e il verdetto è chiaro: la società guidata da Jensen Huang sta continuando a macinare risultati da record, pur in un contesto geopolitico e competitivo che resta pieno di incognite.

Analizzando i numeri, il secondo trimestre dell’esercizio fiscale 2025-2026 si è chiuso con ricavi per 46,7 miliardi di dollari, oltre le stime degli analisti nonostante le restrizioni sul mercato cinese e le tensioni commerciali tra Washington e Pechino. L’utile per azione si è attestato a 1,05 dollari, risultato che ha confermato la centralità della società californiana nell’ecosistema dell’intelligenza artificiale, settore che continua a trainare la crescita.

Margini sotto pressione, ma outlook positivo

Nonostante i ricavi da capogiro, i margini lordi GAAP e non-GAAP hanno registrato una contrazione rispetto allo stesso periodo del 2024. La ragione va ricercata nel cambio di mix tecnologico: i profitti sono stati alimentati dai sistemi datacenter basati sull’architettura Blackwell, meno redditizi rispetto ai predecessori Hopper Hgx, più diffusi l’anno precedente.

Tuttavia, su base sequenziale, i margini sono migliorati grazie all’assenza di oneri straordinari: nel trimestre precedente Nvidia aveva dovuto contabilizzare un pesante costo di 4,5 miliardi di dollari per eccedenze di inventario e obblighi contrattuali legati al chip H20.

Per il prossimo trimestre, il colosso dell’intelligenza artificiale prevede ricavi a 54 miliardi di dollari con margini lordi attesi al 73,3 per cento (GAAP) e 73,5 per cento (non-GAAP). Le spese operative dovrebbero assestarsi a 5,9 miliardi e 4,2 miliardi rispettivamente. Contestualmente, il board ha dato via libera a un buyback da 60 miliardi di dollari: un segnale di fiducia nelle prospettive di lungo periodo.

Analisti divisi e mercato nervoso

Come spesso accade, il mercato non si è lasciato convincere all’unanimità. Se per la Reuters le previsioni di Nvidia sono state in grado di superare le attese, altri osservatori parlano di delusione: la crescita stimata sarebbe troppo contenuta rispetto alla fame di AI che finora ha sorretto le quotazioni. Proprio in questo contesto va letto il fatto che il titolo abbia aperto l’after hours in calo, anche se la volatilità immediata va sempre letta con cautela: non di rado, i movimenti iniziali sono spinti da operazioni speculative o dal trading ad alta frequenza più che da una reale analisi dei fondamentali.

In ogni caso, l’attesa era enorme. Secondo Reuters, il mercato delle opzioni prezzava un potenziale movimento di oltre 250 miliardi di dollari di capitalizzazione in entrambe le direzioni, con uno swing stimato intorno al 6 per cento, leggermente sotto la media storica del 7 per cento. Bloomberg ha invece evidenziato come si tratti della volatilità attesa post-trimestrale più bassa da due anni.

Data center superstar, gaming in rinascita

Guardando al dettaglio dei segmenti, la parte del leone continua a farla il business dei data center, che ha raggiunto un giro d’affari di 41,1 miliardi di dollari: +56 per cento anno su anno e +5% per cento rispetto al trimestre precedente. La crescita è alimentata dalla domanda crescente per il calcolo accelerato, indispensabile per l’addestramento dei large language model, i motori di raccomandazione e le applicazioni di AI generativa.

Il segmento gaming ha comunque sorpreso gli analisti con un +49 per cento rispetto allo scorso anno (+14 per cento trimestre su trimestre), segno che le nuove GPU basate su architettura Blackwell hanno trovato mercato. Bene anche le divisioni più piccole: Professional Visualization cresce del 32 per cento annuo, mentre l’automotive vola a +69 per cento, trainato dall’adozione delle piattaforme per la guida autonoma.

La spina cinese: tra ban, concessioni e nuove strategie

Ma non si può parlare di trimestrale di Nvidia senza citare la grande incognita: la Cina. Negli ultimi anni, le restrizioni imposte dagli Stati Uniti hanno colpito duramente l’export di chip avanzati verso Pechino. Prima lo stop agli Hopper 800, poi il divieto anche per l’H20, versione semplificata sviluppata ad hoc.

La situazione si è fatta ancora più intricata con l’amministrazione Trump 2.0: il bando è stato formalmente revocato, ma a condizioni stringenti. Nvidia, infatti, può esportare i suoi chip solo se versa al governo americano il 15% dei ricavi generati in Cina. Una misura che ha irritato Pechino, al punto da spingere giganti come Tencent, ByteDance e Baidu a scoraggiare l’uso dell’H20 per motivi di “sicurezza”.

La conseguenza è stata lo stop alla produzione dell’H20 e lo sviluppo di un nuovo chip, il B30A, meno potente dei top di gamma ma progettato per rispettare i vincoli normativi e tornare disponibile per il mercato cinese. Resta da capire se arriverà l’autorizzazione definitiva da Washington.

Il nodo Taiwan e la fragilità della supply chain

Un altro punto sensibile riguarda Taiwan. Nvidia progetta i chip ma ne affida la produzione a terzi, principalmente TSMC. La dipendenza dall’isola, cuore della contesa geopolitica tra Stati Uniti e Cina, è evidente: nel 2024-2025, il 15,7 per cento dei ricavi di Nvidia proveniva da Taiwan, contro il 36,8 per cento di meno di dieci anni fa. Un calo significativo, ma non sufficiente a eliminare il rischio di interruzioni nella supply chain in caso di crisi.

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Sulle azioni Nvidia la view bullish degli analisti è categorica

Il ribasso che le azioni Nvidia stanno segnando a seguito della pubblicazione dei conti trimestrali, potrebbe spingere qualche investitore ad avere dubbi sulle reali prospettive di crescita dei valori del colosso AI. Da parte nostra invitiamo a ricordare che le valutazioni degli analisti sulle azioni Nvidia sono a dir poco ottimistiche. Il rating medio tra gli oltre 60 giudizi in essere sulla quotata è buy (un’indicazione simile dinanzi ad un così alto numero di valutazioni è impressionante) mentre il target price medio a 194,2 euro implica un potenziale di upside del 6 per cento rispetto alle valutazioni attuali.

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