Coronavirus: secondo l’esperto di Hong Kong “è troppo tardi per contenere l’epidemia”

Mentre il totale delle vittime dell’epidemia di coronavirus sale a 910, da Hong Kong arrivano commenti tutt’altro che incoraggianti circa il diffondersi del virus, ed in particolare sulle speranze di fermare il contagio.

Secondo il virologo molecolare presso la School of Biomedical Sciences dell’Università di Hong Kong, Jin Dong-Yan “è decisamente troppo tardi per contenere l’epidemia del Coronavirus” e a sostegno di quanto afferma porta i numeri. “Cinque milioni di persone hanno lasciato Wuhan tra il 10 e il 24 gennaio, il periodo della diffusione del virus, e si sono diretti in diverse zone del mondo” sono le parole dell’esperto che sono state riportate sia dal New York Times che dal NY Post.

Il coronavirus 2019-nCoV si è diffuso in particolar modo in Cina, specie nella città di Wuhan e nella provincia dell’Hubei, ma ha toccato anche altri Paesi del mondo. Sono stati accertati contagi in Europa, negli Stati Uniti e in Australia ad indicare che il virus effettivamente ha viaggiato e lo sta facendo ancora.

“Molte delle persone che hanno lasciato l’epicentro potrebbero non tornare a Wuhan ma andare in giro nel mondo portando con loro il virus” ha spiegato Jin Dong-Yan, che ha aggiunto: “per controllare questo focolaio dobbiamo affrontare una grande sfida, dobbiamo identificarli, tracciare tutti i loro spostamenti e, allo stesso tempo, affrontare il problema della discriminazione nei confronti dei Cinesi“.

Associated Press, attraverso un’analisi dei modelli di viaggio, e con l’ausilio della mappa dell’app cinese Baidu, ha individuato lo schema degli spostamenti dei cittadini di Wuhan in viaggio, e ha riscontrato una coerenza con quello relativo alla diffusione precoce del virus.

Infatti la maggior parte dei contagi che sono stati confermati fuori dalla provincia dello Hubei, dove si trova la città di Wuhan, sono stati riscontrati in altre province centrali come Henan, Anhui e Jiangki, che sono risultate essere le destinazioni del 14% dei viaggi dall’epicentro del virus.

Il totale delle vittime sale a 910 in tutto il mondo

Il numero delle vittime del coronavirus continua a salire, raggiungendo oggi il totale di 910, con 40.574 contagi confermati in tutto il mondo, la cui stragrande maggioranza riguarda il territorio cinese (40.196).

Il numero dei nuovi contagi giornalieri sembra essersi stabilizzato, mentre il totale delle persone sotto osservazione ha raggiunto le 188 mila unità. 3.578 persone sono state curate e dimesse dall’ospedale, i casi gravi al momento sono 296, 258 dei quali sono nella provincia dello Hubei, epicentro dell’epidemia.

Sale a 27 il numero totale degli stranieri in Cina che sono stati contagiati dal virus secondo il conteggio delle autorità locali. A riferirlo è il portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang, nel briefing online coi media. 3 di loro sono stati ricoverati e dimessi, mentre due, un cittadino americano e uno giapponese, sono deceduti. I casi di trattamento in isolamento sono 22.

908 decessi sono stati registrati nel territorio della Cina continentale, mentre solo 2 sono stati registrati fuori dai confini cinesi, una ad Hong Kong ed una nelle Filippine. 350 il totale dei casi confermati fuori dalla Cina, distribuiti su un totale di quasi 30 Paesi e regioni.

65 nuovi contagi sulla Diamond Princess

Sale il numero dei contagi poi sulla nave da crociera ormeggiata nella baia di Yokohama in Giappone, dove sono stati accertati 65 nuovi casi che portano il totale delle persone malate a 135. Il totale dei passeggeri sulla nave è di 3.700 persone, 35 delle quali sono cittadini italiani, 25 sono membri dell’equipaggio, e tra di loro il comandante Gennaro Arma.

La nave è stata messa in quarantena a sud-ovest di Tokyo dal momento in cui un passeggero sbarcato ad Hong Kong è risultato infetto da coronavirus. Ora il ministero della Sanità, del Lavoro e del Welfare giapponese ha reso noto che si valuta di sottoporre ai test tutte le persone a bordo dell’imbarcazione non appena il periodo di quarantena di due settimane sarà terminato.

Per l’Oms “potremmo aver visto solo la punta dell’iceberg”

In questi giorni una “missione di esperti internazionali” è partita per la Cina per offrire supporto nel coordinamento della risposta all’epidemia. Intanto il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus ha avvertito con un post su Twitter che “ci sono stati alcuni casi preoccupanti sulla diffusione del 2019-nCoV da persone che non hanno fatto viaggi in Cina”.

Il direttore dell’Oms osserva quindi che “la rilevazione di un piccolo numero di casi potrebbe indicare una più estesa trasmissione in altri Paesi” il che significherebbe che “potremmo aver visto solo la punta dell’iceberg”.

Nonostante il virus abbia viaggiato molto più lentamente fuori dai confini cinesi non si può escludere, secondo Ghebreyesus che in un secondo momento si possa verificare una improvvisa accelerazione dei contagi nel resto del mondo.

Per questo “il contenimento resta il nostro obiettivo, ma tutti i Paesi devono usare la finestra dell’opportunità creata dalla strategia di contenimento per prepararsi al possibile arrivo del virus” ha aggiunto poi il direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Il quotidiano britannico Independent ha reso noto che uno studio di ricercatori cinesi di cui fa parte anche il dottor Zhong Nanshan, vale a dire il dottore che nel 2003 scoprì il virus della Sars, ipotizza un periodo di incubazione del coronavirus che potrebbe raggiungere i 24 giorni, cioè 10 giorni in più di quello che si è pensato fino ad ora. Se così fosse il periodo di quarantena di due settimane sarebbe del tutto inadeguato ai fini di fermare la diffusione del coronavirus.

La Cina esorta l’Italia a “non ostacolare gli scambi”

L’Italia è stato l’unico Paese dell’Ue a bloccare i voli da e per la Cina, inizialmente includendo nel blocco persino i voli merci, che sono stati successivamente ripristinati nel giro di poche ore.

Misure che il governo cinese non ha gradito, ritenendole eccessive, ed essendo di fatto contromisure che la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità non ha raccomandato. Nei giorni scorsi, dopo che l’Italia ha bloccato i voli, si è cercato di trovare un punto d’incontro sulla vicenda, ed in particolare Pechino ha provato a spingere verso una riapertura dei voli.

Soluzione cui però non si è ancora approdati, ed ora la Cina ha inviato all’Italia un messaggio chiaro. “Non bisogna andare oltre il limite ragionevole e non ostacolare i normali scambi. L’Italia deve avere una valutazione basata sulla scienza” dice il ministro degli Affari esteri di Pechino, Geng Shuang che si riferisce chiaramente all’eccessivo allarmismo nostrano.

In difesa della decisione di Palazzo Chigi di bloccare tutti i voli, si è espresso il direttore salute della Federazione internazionale della Croce Rossa, Emanuele Capobianchi, che l’ha definita una misura “necessaria per arginare l’emergenza”.

Sopratutto se si tiene conto del fatto che i numeri del coronavirus potrebbero non essere esatti. Alcuni esperti sono infatti preoccupati in merito allo sviluppo dell’epidemia causata dal 2019-nCoV, e iniziano a pensare che la Cina possa aver nascosto la reale entità dell’epidemia.

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