Italia prima per aiuti economici alle imprese in rapporto al Pil secondo le stime dell’Ocse

Secondo le stime dell’Ocse, l’Italia è al primo posto tra il Paesi che hanno messo in campo i maggiori aiuti alle imprese, con aiuti finanziari e fiscali per sostenerle in questa fase drammatica causata dalle misure restrittive adottate durante il lockdown per contenere la pandemia di coronavirus. Seguono sul podio la Germania e il Giappone.

Questa stima la troviamo nel documento diffuso mercoledì 10 gugno dal capo economista dell’Ocse, Laurence Boone, intitolato “World economy on a tightrope” ed è riferita al supporto finanziario indiretto calcolato in rapporto al Prodotto Interno Lordo.

Per giungere al dato che è emerso sono stati presi in considerazione principalmente prestiti e garanzie oltre a sospensioni e differimenti di tasse e contributi. Per ogni Paese vengono fuori valori molto alti “includendo la stima dei finanziamenti bancari attivabili grazie alle garanzie statali (in questo caso non va confuso il dato con lo stanziamento diretto di risorse pubbliche)” leggiamo a tal proposito su IlSole24Ore.

Per l’Italia quindi il primo gradino del podio in fatto di aiuti alle imprese, con un valore stimato intorno al 35% del Pil. Al secondo posto troviamo la Germania, (30%), segue il Giappone (28%), quindi dal quarto posto in giù troviamo Spagna, Gran Bretagna, Francia, Corea del Sud, Olanda, Stati Uniti, Svizzera, Austria.

Per quel che riguarda l’Italia bisogna comunque precisare che, considerati i suoi inferiori spazi fiscali rispetto ad altri Paesi, come la Germania in primis, si è concentrata maggiormente su aiuti di tipo indiretto, tra i quali rientrano ad esempio la moratoria dei debiti e le garanzie statali.

Le previsioni dell’Ocse sul Pil

Nello stesso studio dell’Ocse troviamo anche le stime relative alle prospettive di variazione del Pil 2020 tra le economie del G20. Per l’Italia si prevede in tal sesno nel più ottimistico degli scenari una contrazione del Prodotto Interno Lordo dell’11,3%.

Una situazione decisamente più preoccupante si andrebbe a concretizzare invece nel caso di una seconda ondata di contagio del Covid-19, il cosiddetto “double-hit scenario”. Se dovesse ‘tornare’ il coronavirus in Italia, e si decidesse di adottare nuovamente misure di contenimento come quelle viste nel lockdown dei mesi scorsi, il danno per l’economia sarebbe estremamente pesante.

L’Ocse stima che l’Italia sarebbe tra i Paesi che pagherebbero il prezzo più alto in caso di seconda ondata, insieme a Francia e Germania, con un calo del Pil del 14%. Solo in Spagna ci sarebbe un impatto ancora più duro, con una contrazione del Pil del 14,4%.

Si stima poi che l’Italia nel 2021 dovrebbe avere un rimbalzo del Pil del 5,3%, mentre la media per l’area euro è del 3,5% a fronte di un calo del Pil dell’11,5%. Su scala globale ci si aspetta invece un rimbalzo del 2,8% a fronte di un calo del 7,6%.

Nel documento dell’Ocse l’export di dispositivi di sicurezza

L’Ocse ha approntato anche altre stime, come quella che permette di stilare una classifica dei dieci maggiori Paesi esportatori di dispositivi di protezione individuale, in termini di quota percentuale sull’export mondiale di questo settore. Al primo posto troviamo la Cina, seguita da Germania, Stati Uniti, Giappone, Francia, Italia, Belgio, Regno Unito e Polonia.

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