Parte la lotteria degli scontrini ma gli esercenti chiedono un altro rinvio, ecco perché

Non sta procedendo esattamente come da programma l’avvio della tanto declamata lotteria degli scontrini, che, nei piani dell’esecutivo giallo-rosso, dovrebbe essere uno di quelli strumenti messi in campo per contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale.

Una partenza che su Il Fatto Quotidiano viene definita “azzoppata” per via del fatto che molti commercianti, pur essendosi dotati dei nuovi registratori di cassa telematici, non sono ancora in grado di offrire il servizio della lotteria degli scontrini per ragioni, come dire, tecniche.

E a non essere pronti per la lotteria degli scontrini non sono in pochi, sempre sul noto quotidiano filo-governativo leggiamo che “circa metà degli 1,4 milioni di nuovi registratori di cassa telematici che dialogano con l’Agenzia delle Entrate non ha ricevuto l’aggiornamento software messo a disposizione in piena estate, indispensabile per consentire ai clienti di ricevere i biglietti virtuali” e partecipare alla lotteria degli scontrini.

In palio ci sono diversi premi, ma come funziona la lotteria degli scontrini, e quali sono le vincite che clienti ed esercenti possono realizzare in questo momento passa in secondo piano visto che, a quanto pare, la lotteria partirà non poco a rilento.

L’ingranaggio insomma rischia di incepparsi prima di mettersi realmente in moto, e questo perché aggiornare il software e installare lo scanner per la lettura del codice lotteria non ha un costo da poco, specie in questo periodo di crisi nera per i commercianti, buona parte dei quali non vuole o non può pagare i circa 300 euro necessari. 

Si parla di vincite fino a 5 milioni di euro in palio con la lotteria degli scontrini, solo che sono altri i numeri che richiamano l’attenzione in questo momento, e cioè quello dei circa 700 mila commercianti che non sono in grado di offrire il servizio della nuova riffa di Stato.

Numeri che sono confermati da Comufficio, che riunisce i produttori delle “casse 2.0”, che fa notare che da qui al 31 dicembre non sarà affatto possibile adeguare tutti gli apparecchi. Le associazioni di categoria dei commercianti quindi chiedono all’esecutivo di rinviare ancora una volta la lotteria degli scontrini.

Ed è lo stesso responsabile del settore fisco di Confcommercio, Vincenzo De Luca, a far notare che “altrimenti si crea un problema di distorsione della concorrenza tra chi può garantire la partecipazione e chi no”.

I nuovi registratori di cassa telematici e gli sgravi fiscali

Torniamo indietro di qualche mese, a quando con l’emergenza Coronavirus è stato rinviato l’obbligo di trasmissione telematica dei corrispettivi all’Agenzia delle Entrate, di fatto estendendo la fase transitoria fino al 1° gennaio 2021.

Per spingere i commercianti ad adeguarsi intanto l’esecutivo ha introdotto degli incentivi, come il credito d’imposta del 50% sull’acquisto dei registratori di cassa telematici, col risultato che, stando agli ultimi dati diffusi dall’Agenzia delle Entrate, circa 1,4 milioni di operatori IVA su un totale di 1,5 milioni, si sono dotati del suddetto registratore di cassa o ha iniziato ad usare la procedura web gratuita, pensata per chi come gli artigiani non batte scontrini ma emette solo ricevute.

A mettere i bastoni tra le ruote all’esecutivo nel lancio della lotteria degli scontrini ci si è messa inevitabilmente la pandemia di Covid-19, che ne ha determinato lo slittamento. Inizialmente il lancio doveva essere a luglio 2020, e a conti fatti rischia di slittare ancora.

Venturini: “solo 600 mila registratori telematici sono stati adeguati”

Il direttore generale di Comufficio, Fabrizio Venturini, ha spiegato che all’atto pratico “il dettaglio del programma per l’adeguamento dei registratori ai fini della dichiarazione precompilata Iva e della lotteria è stato rilasciato a metà agosto”.

Venturini spiega quindi che “considerati i tempi dell’omologazione dei software, l’installazione da parte dei tecnici e la formazione degli esercenti che devono usarlo che è iniziat ad ottobre” per ora “stando alle informazioni che abbiamo, solo 600 mila registratori telematici sono stati adeguati”.

Un parere nel merito è stato espresso anche da Marco Franco della Vds di Rubano (Padova), che è uno dei produttori dei modelli di registratore di cassa telematico approvati dall’Agenzia delle Entrate. “Fino a ieri, quando si è iniziato a parlare della lotteria anche ai tg, i commercianti non se ne sono occupati”.

E Marco Franco ha anche confidato a tal proposito: “il 25 ottobre ho spedito 100 mila pec invitando i clienti a sottoscrivere il contratto per l’adeguamento (quello per la lotteria è solo uno degli aggiornamenti da fare, l’altro è per la dichiarazione Iva precompilata) e per lo sconner, mi hanno risposto in 500″.

Per adeguarsi una spesa “dai 150 ai 300 euro”

Una procedura che sebbene imposta dallo Stato, non sarà lo Stato a pagare, perché ancora una volta a tirar fuori i soldi dovranno essere quegli stessi commercianti ai quali si impedisce di tenere aperta la propria attività attraverso i vari DPCM.

Costi da sostenere che sono tutt’altro che contenuti, visto che, come spiega lo stesso Marco Franco, l’uscita del tecnico ha dei costi che dipendono anche “dal modello di registratore” ma “mediamente dai 150 ai 300 euro compreso lo scanner, senza il quale il codice lotteria va dettato e inserito a mano, con il rischio di errori”.

Quanto alla questione costi, è Vincenzo De Luca, in qualità di responsabile del settore fisco di Confcommercio, ad evidenziare cos’è che non ha funzionato. “Dal ministero dell’Economia ci avevano detto che la spesa aggiuntiva sarebbe stata intorno ai 50-70 euro al massimo, invece ho in mano contratti spediti ai nostri associati in cui la richiesta per l’aggiornamento e l’acquisto dello scanner è di 230 euro più Iva, quindi 280 euro” ha spiegato De Luca.

Da Comufficio queste cifre vengono definite “senza giustificazione” e Venturini spiega che il prezzo “suggerito” per il solo software è di 90-100 euro, mentre si può arrivare anche a 300 euro ma solo nel caso in cui si sottoscriva anche il canone di assistenza annuale da remoto.

Per i registratori di cassa telematici la spesa va da 800 a 1.500 euro

E se 300 euro per software e lettore scanner necessari per far funzionare la lotteria degli scontrini non sembrano tanti, si consideri che questa spesa si aggiunge a quella già sostenuta, in periodo di drammatica crisi per i commercianti, a quella per l’acquisto del nuovo registratore di cassa telematico.

È ancora Vincenzo De Luca a spiegare quali sono i costi cui vanno in contro i commercianti per adeguarsi, ricordando che quella cifra “si aggiunge a quella già spesa per i nuovi registratori telematici, per cui si erano preventivati 500-600 euro (il credito di imposta arriva al massimo a 250) ma costano in realtà tra gli 800 e i 1.500 euro”.

Serve quindi un nuovo rinvio, da cui la richiesta delle associazioni dei commercianti, peccato che considerato il fatto che dall’1 dicembre è già possibile scaricare il codice lotteria dal sito lotteriadegliscontrini.gov.it, e che in due giorni ne sono già stati rilasciati 800 mila.

Non resta quindi che una soluzione, che è lo stesso De Luca a prospettare, e cioè che “il Governo si carichi i costi e paghi direttamente Comufficio” sottolineando che “altrimenti si crea un problema di distorsione della concorrenza tra chi può garantire la partecipazione e chi no”.

I produttori però fanno notare che non ci sono i tempi tecnici per le installazioni, visto che “ora i negozi hanno riaperto e chi ci chiama chiede di andare all’alba o la sera tardi dopo la chiusura”.

Quello che accadrà alla fine dei conti è che “il consumatore chiederà al negoziante se è in grado di consentirgli di partecipare e in caso contrario andrà altrove” come spiega il segretario generale di Confesercenti Mauro Bussoni.

“Non siamo contrari alla lotteria, ma vorremmo che tutti fossero in condizioni di partecipare” ha aggiunto Bussoni. Bisogna poi considerare che sono anche gli esercenti ad avere la possibilità di partecipare alla lotteria e quindi di vincere i premi.

“Ora si rischia di partire con oltre metà della rete non attrezzata e non per colpa degli esercenti: è il risultato di un’emergenza che ha comportato chiusure e difficoltà” ha quindi concluso Bussoni.

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