Niente sanzioni per chi non rispetta il Dpcm di Natale? Il ministero corre ai ripari con multe fino a 4.000 euro

Dopo che l’emanazione dell’ultimo Dpcm che introduce le misure restrittive da rispettare nel periodo delle festività natalizie è stato evidenziato come nel testo di legge fossero state omesse le sanzioni previste per chi non rispetti le limitazioni.

Quello che è stato presto soprannominato Dpcm di Natale, che ingloba il decreto legge 2 dicembre 2020, n. 158 con il quale si fissano le regole per gli spostamenti durante il periodo delle festività, vale a dire dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021, si limita in massima parte a confermare le restrizioni che sono state introdotte con il precedente Dpcm entrato in vigore il 6 novembre.

Ci sono però alcune differenze, evidenziate da alcuni organi di stampa tra cui Il Sole 24 Ore, che aveva notato l’assenza di un sistema sanzionatorio circa i divieti di spostamento che saranno in vigore nel periodo delle festività di Natale.

Stando a quanto si evinceva dal testo di legge, non erano previste sanzioni per chi avesse violato il coprifuoco, o effettuato spostamento non autorizzati tra Comuni o Regioni diverse, nel periodo natalizio in generale e nelle giornate di Natale, Santo Stefano e Capodanno. Tuttavia il Viminale è intervenuto prontamente chiarendo che ci saranno delle sanzioni e saranno anche piuttosto salate.

A Natale vietato spostarsi, cosa dice il Dpcm

Con il Dpcm del 3 dicembre viene di fatto confermata la divisione del Paese in fasce di rischio, con Regioni in zona gialla, altre in zona arancione, e altre ancora in zona rossa. Le restrizioni variano, come stabilito dal Dpcm del 4 novembre, a seconda della fascia di rischio, che a sua volta dipende dall’andamento del contagio e da altri elementi legati al livello di carico per il sistema sanitario.

Una delle prime differenze che notiamo è quella che riguarda la durata delle limitazioni. Infatti se tutti i Dpcm fino a quello di novembre avevano una durata che non superava mai i trenta giorni, il Dpcm di Natale, grazie al decreto emanato il 2 dicembre, avrò una durata di 50 giorni. Tutte le misure di contenimento introdotte con il Docm del 4 dicembre sono quindi valide fino al 15 gennaio 2021.

Ma cosa si può fare e cosa no in base alle nuove limitazioni imposte dall’esecutivo? Anzitutto viene confermato il divieto di spostamento in base al colore della regione di residenza. Il cittadino che risulta residente o domiciliato in una determinata Regione, a seconda che essa sia in fascia gialla, arancione o rossa, dovrà rispettare limitazioni agli spostamenti che variano.

Le differenze tra una Regione e l’altra vengono invece cancellate nel periodo delle festività, cioè dal 21 dicembre fino al 6 gennaio. In questo periodo entrano in vigore restrizioni più severe con misure uniformi su tutto il territorio nazionale, tra cui il coprifuoco dalle 22 alle 5, eccetto per il giorno di Capodanno per il quale il coprifuoco termina alle 7.

Quali sono le misure restrittive imposta dal Dpcm di Natale?

Come dicevamo, per il periodo che va dal 4 dicembre fino al 20 dicembre compreso, e per il periodo dal 7 gennaio al 15 gennaio 2021 le misure di contenimento da rispettare dipendono dalla fascia di rischio in cui è collocata la Regione in cui ci si trova.

Quindi recapitolando diciamo che nelle zone rosse, tra cui al momento si trova solo l’Abruzzo,è necessario essere in possesso di regolare autocertificazione anche per spostarsi all’interno del proprio Comune di residenza. Si è tenuti a motivare ogni spostamento, dall’andare a fare spesa ad accompagnare i figli a scuola.

Nelle Regioni che si trovano in zona arancione, e qui la lista è più lunga visto che ad oggi troviamo Basilicata, Calabria, Campania, Lombardia, Piemonte, provincia autonoma di Bolzano, Toscana e Valle d’Aosta, ci si può spostare ma solo all’interno del proprio Comune.

L’autocertificazione nelle Regioni in zona arancione serve solo per spostamenti fuori dal proprio Comune oppure per muoversi durante il coprifuoco che scatta, come in tutta Italia, dalle 22 fino alle 5 del mattino. Le ragioni ritenute valide per certificare questi spostamenti sono esigenze lavorative, situazioni di necessitò o motivi di salute.

Infine nelle Regioni che si trovano in zona gialla, e qui ad oggi troviamo Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, provincia autonoma di Trento, Puglia, Sardegna, Umbria, Veneto e Sicilia, l’autocertificazione serve solo per spostarsi durante il coprifuoco, quindi dalle 22 alle 5.

Dpcm del 4 dicembre: le norme da rispettare a Natale e Capodanno

A partire dal 21 dicembre 2020 fino al 6 gennaio 2021 però le misure restrittive subiscono dei cambiamenti. In sostanza accadono due cose: diventano in alcuni casi più severe, e si uniformano sull’intero territorio nazionale, quindi viene meno, temporaneamente, la suddivisione in fasce di rischio.

A partire dal 21 dicembre entra in vigore il divieto di spostamento tra Regioni o province autonome, savo per le ragioni che è lo stesso Dpcm del 4 dicembre a stabilire, e che sono poi quelle che devono essere inserite nel modulo dell’autocertificazione, vale a dire motivi di salute, esigenze lavorative o motivi di assoluta necessità.

Sarà consentito spostarsi da una Regione ad un’altra anche nel caso in cui la sede della scuola frequentata sia in una regione diversa da quella di residenza, ma questa eccezione vale solo fino al 22 dicembre, visto che poi le scuole chiudono tutte per il periodo delle festività.

Ci sono poi restrizioni più severe per quel che riguarda in modo specifico le giornate del 25 e 26 dicembre e 1 gennaio. Per i giorni di festa l’esecutivo ha ritenuto opportuno vietare anche andare a trovare i propri genitori nel caso in cui questi risiedano in un altro Comune.

Per il 1° gennaio inoltre viene esteso il coprifuoco di un paio d’ore, quindi invece che dalle 22 alle 5 sarà dalle 22 alle 7, questo per evitare veglioni di capodanno.

Il problema dello spostamento dai piccoli Comuni

Il divieto di spostamento tra Comuni ha però alzato un mezzo polverone perché naturalmente risulta molto penalizzante per coloro che vivono in piccoli Comuni, che non potendo sempre accedere ad ogni tipo di servizio, sono inevitabilmente discriminati rispetto alle grandi città dove invece sono reperibili tutti i servizi.

Questa posizione è stata appoggiata tra gli altri dal governatore del Piemonte, Alberto Cirio, che si è rivolto all’esecutivo chiedendo che si intervenga per migliorare la normativa. “Come sai, Presidente, il Piemonte è una regione in cui la presenza di Comuni di piccole dimensioni demografiche rappresenta la stragrande maggioranza dei municipi, sono 1.046 infatti i Comuni nei quali la popolazione è al di sotto dei 5 mila abitanti. Comprenderai quindi quanto sia grande il sentimento di scoramento di moltissimi cittadini“.

A Natale ci si può spostare verso le seconde case?

Anche il divieto di spostarsi nelle seconde case ha causato molte lamentele. A tal proposito però il governo ha chiarito proprio in queste ore che nel caso in cui le seconde case si trovino nella stessa regione possono essere raggiunte nel periodo compreso tra il 21 dicembre ed il 6 gennaio 2021, ma non nelle giornate del 25, 26 dicembre 2020 e 1° gennaio 2021.

La questione delle seconde case naturalmente assume una certa rilevanza anche per via del fatto che come sappiamo gli impianti sciistici in Italia restano chiusi almeno fino al 15 gennaio 2021, e che i ristoranti all’interno degli alberghi sono obbligati a chiudere alle 18 la notte di Natale.

Le seconde case quindi diventavano l’unica soluzione per festeggiare il Natale in famiglia, da cui la scelta del governo di proibire questo tipo di spostamenti nei giorni di festa, a meno che non siano situate nello stesso Comune.

Il Dpcm di Natale cancella Capodanno 2020

Il governo ha ritenuto opportuno, al fine di ridurre il rischio diffusione del contagio da Covid-19, cancellare il Capodanno. Ciò è avvenuto per messo di una norma introdotta con il Dpcm di Natale, che estendendo il coprifuoco fino alle 7 del mattino del 1° gennaio 2021, rende praticamente impossibili i festeggiamenti per il 1° dell’anno.

Il Capodanno però non potrà essere festeggiato nemmeno negli alberghi e persino sulle navi da crociera. Il Dpcm di Natale obbliga infatti i ristoranti degli alberghi a chiudere alle 18 come tutti gli altri ristoranti, e chi vorrà cenare in albergo potrà farlo solo nella propria stanza.

Le navi da crociera non potranno salpare per festeggiare il Capodanno con una piccola crociera ad hoc, visto che il Dpcm di Natale vieta alle navi da crociera di lasciare i porti italiani o di rientrare in un porto nazionale.

Resta però la possibilità per chi volesse fare qualcosa del genere, di prendere un volo per una località straniera per poi salpare da un porto straniero e fare comunque Natale e Capodanno in crociera. Al rientro in Italia però sarà poi necessario rispettare un periodo di quarantena.

Dpcm di Natale: multe e carcere per chi non rispetta i divieti

Si era trattato naturalmente di una svista, è non è la prima volta che accade coi Dpcm emanati nell’ambito dell’emergenza Coronavirus. Questa volta non erano state previste sanzioni per i trasgressori delle prescrizioni introdotte col Dpcm di Natale per il periodo che va dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021, e per le giornate del 25, 26 dicembre e 1° gennaio 2021.

A metterci una pezza è intervenuta una circolare del Ministero dell’Interno emessa il 7 dicembre 2020, con la quale si definiscono appunto le sanzioni in caso di violazioni delle prescrizioni del Dpcm del 4 dicembre.

La circolare è stata emessa dal Ministero dell’Interno e firmata dal capo di Gabinetto del ministero Bruno Frattasi. Circolare che è stata inviata ai prefetti, ai commissari di governo per Bolzano e Trento e al Presidente della giunta regionale della Valle d’Aosta.

La circolare poggia sull’assunto che il decreto legge 25 marzo 2020, n. 19 indica le norme cardine che devono essere applicate. Si stabilisce quindi che sono previste sanzioni amministrative per un importo che può andare da 400 euro fino a 3.000 euro in base alla gravità della trasgressione.

Inoltre se la violazione delle misure restrittive relative agli spostamenti avviene con un veicolo, la sanzione aumenta di un terzo fino a 4.000 euro.

Infine, dal momento che gli spostamenti sono consentiti solo in alcuni casi, per i quali è necessario esibire regolare autocertificazione, nel caso in cui venga riportato il falso, per falsa attestazione a pubblico ufficiale si rischia il carcere con reclusione fino a 6 anni.

Viene poi chiarito che non si applica invece la contestazione dell’articolo 650 del codice penale che prevede per il caso di violazione di un atto di legge emesso per ragioni di sicurezza pubblica o di ordine pubblico o di igiene una sanzione con l’arresto fino a 3 mesi e 206 euro di ammenda.

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