Nuovo Dpcm: ecco cosa cambia, dal divieto di asporto per i bar dopo le 18 alla zona bianca con Rt sotto 0,5

Non sono state ancora definite le misure che verranno inserite nel prossimo Dpcm Conte, ma la linea che il governo appare intenzionato a seguire è già chiara. Si va verso un ulteriore restringimento delle misure di contenimento che dovrebbero portare ad una riduzione dei contagi da Covid-19, il tutto a scapito delle libertà individuali dei cittadini e con ulteriori gravi danni economici per diversi comparti.

Tra le certezze il coprifuoco dalle 22 alle 5, che perdurerà almeno fino alla scadenza del Dpcm di gennaio, insieme all’obbligo di portare con sé la mascherina anche all’aperto e di rispettare la norma del distanziamento interpersonale di almeno un metro.

Resta la divisione in fasce di rischio a determinare le restrizioni Regione per Regione, ma per il momento l’Italia risulta divisa in solo due fasce: gialla ed arancione.

Nuovo Dpcm: niente asporto dai bar dopo le 18

È questa una delle novità più rilevanti che il Dpcm di gennaio potrebbe contenere, vale a dire il divieto per i bar, anche se in zona gialla, di offrire il servizio da asporto dopo le ore 18. Alle 18 insomma i bar potranno al massimo effettuare consegne a domicilio, servizio che naturalmente saranno ben pochi ad offrire, e quindi la stragrande maggioranza dovranno semplicemente abbassare la saracinesca alle 18.

La norma si colloca in quella ‘crociata’ del governo contro la movida, vista come snodo principale per la diffusione del Covid-19. Invece di puntare sulla protezione dei soggetti a rischio, a cominciare dagli anziani, si continuano a penalizzare gli esercenti e a calpestare le libertà dei cittadini. Invece di rafforzare la sanità si rafforzano le restrizioni, nonostante i risultati deludenti che sono sotto gli occhi di tutti giorno dopo giorno.

Niente spostamenti tra regioni anche se in fascia gialla

Sembra che l’esecutivo intenda confermare la decisione di impedire gli spostamenti tra Regioni anche se in zona gialla. Non si potrà uscire dalla propria regione di residenza se non per motivi di salute, assoluta necessità o comprovate esigenze lavorative. Non sarà possibile nemmeno raggiungere le seconde case se queste si trovano in una regione diversa.

Nuove soglie per dividere le Regioni in zone gialle, arancioni e rosse

L’esecutivo sta valutando di far entrare automaticamente in fascia rossa le Regioni che mostrano oltre 250 nuovi casi settimanali ogni 100 mila abitanti. Questo almeno sarebbe quanto emerso dalle  indiscrezioni che arrivano dal vertice che si è concluso ieri a Palazzo Chigi e che sembrano essere confermate dall’incontro con le Regioni di oggi.

Stato di emergenza: la proroga potrebbe essere fino al 30 aprile

A fine gennaio scade ancora una volta lo stato di emergenza, e ancora una volta sarà rinnovato dall’esecutivo a guida giallo-rossa, probabilmente fino al 30 aprile. Non vi sono ancora certezze neppure su questa data, ma evidentemente non ci sarà la proroga fino a fine luglio a differenza di quanto ipotizzato nei giorni scorsi.

Esclusa l’ipotesi dei week-end sempre arancioni

Si tratta di una norma che è stata applicata per il fine settimana appena trascorso, e che probabilmente non verrà confermata per i fine settimana che verranno, almeno per il momento.

Niente week-end arancioni dunque, a differenza di quanto valeva per quello del 9 e 10 gennaio appunto, anche perché quelle Regioni che stanno nella fascia di rischio più bassa saranno in zona gialla rinforzata, quindi con maggiori restrizioni rispetto alla vecchia zona gialla pre-decreto Natale.

Visite a parenti e amici, verso la conferma della norma del decreto Natale

Si pensa anche di confermare le restrizioni riguardanti le visite a parenti o amici che erano state introdotte con il decreto Natale. Possono quindi andare a trovare parenti o amici, anche fuori dal proprio Comune di residenza, fino ad un massimo di due persone, esclusi minori di 14 anni, una sola volta al giorno.

Cancellata la riapertura degli impianti da sci prevista per il 18 gennaio

Ancora niente da fare per quel che riguarda le vacanze sulla neve, ed in particolare la riapertura delle stazioni sciistiche di tutta Italia. Si era parlato di una riapertura per il 18 gennaio, e prima ancora per il 7 gennaio, ma entrambe le date sono state disattese nonostante le pressanti richieste degli operatori del settore che speravano di poter salvare una stagione disastrosa.

Sono stati gli stessi operatori a far sapere che se non si dovesse arrivare alla riapertura, pur con tutte le limitazioni del caso per ridurre il rischio contagi, entro fine gennaio, aprire dopo sarebbe antieconomico, e dunque la riapertura slitterebbe semmai direttamente al prossimo inverno.

In zona Bianca nessun divieto, solo mascherine e distanziamento

Abbiamo accennato all’introduzione di questa nuova fascia di rischio, che di fatto prevede delle misure restrittive molto basse. In zona bianca non vi è alcuna restrizioni al di fuori dell’obbligo di indossare la mascherina nei locali chiusi e di portarla con sé onde indossarla anche all’aperto qualora non sia possibile rispettare continuativamente la norma del distanziamento sociale.

Nessuna altra restrizione in zona bianca, il che significa che possono riaprire bar e ristoranti, nel rispetto delle norme anti-covid, così pure palestre, piscine, cinema, teatri e così via. In zona bianca non vi sarebbe nemmeno l’imposizione del coprifuoco.

Quali Regioni saranno in zona Bianca?

Abbiamo visto quali sono le restrizioni previste per le regioni che verranno inserite in zona Bianca, ma quali saranno queste fortunate regioni? Al momento nessuna. E probabilmente non ci sarà alcuna regione in zona bianca almeno fino all’inizio della primavera.

La stessa previsione la leggiamo dalle pagine di Repubblica, dove troviamo scritto che “lo status di zona bianca si ottiene con un Rt non superiore a 0,5 e un tasso di incidenza di 50 casi alla settimana ogni 100 mila abitanti“.

Quanto alla previsione cui accennavamo, il noto quotidiano nazionale conferma: “tra le ipotesi c’è quella di introdurre la zona bianca che per la verità con i numeri attuali difficilmente sarà raggiungibile da qualsiasi regione prima di febbraio-marzo”.

Regioni a rischio zona rossa, quali sono

I parametri che determinano l’inserimento di una Regione in una data fascia di rischio sono stati abbassati, e questo comporta maggiori difficoltà per ciascuna regione di soddisfare i requisiti necessari per restare in fascia gialla, o arancione invece che rossa. 

  • Fascia bianca: Rt inferiore a 0,5
  • Fascia gialla: Rt inferiore a 1
  • Fascia arancione: Rt inferiore a 1,25
  • Fascia rossa, da Rt pari a 1,25 in su

Stando ai dati dell’ultimo monitoraggio, stando a queste nuove soglie, ci sarebbe una sola regione che andrebbe automaticamente in zona rossa, ed è il Veneto, che aveva un’incidenza a sette giorni di 454,31 casi per 100 mila abitanti.

Anche l’Emilia Romagna rischia di finire in zona rossa, con un’incidenza di 242,44 casi per 100 mila abitanti. Poi, sempre con una incidenza superiore ai 200 casi troviamo la provincia autonoma di Bolzano (231,36), il Friuli Venezia Giulia (205,39) e le Marche (201).

Ad ogni modo non vi sono Regioni con una incidenza pari o inferiore a 50 casi ogni 100 mila abitanti. L’importanza di questa specifica soglia è legata al fatto che secondo gli esperti cui fa affidamento l’attuale esecutivo permetterebbe “il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e il tracciamento dei loro contatti”.

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