Mario Draghi sarà il prossimo presidente del Consiglio italiano, ma chi è l’uomo acclamato dall’Europa e negli ambienti della finanza internazionale? A lui si sono inchinate tutte le forze politiche dopo l’incarico affidatogli dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Mario Draghi viene presentato come un uomo “di alto profilo” e la sua biografia conferma innegabilmente grandi qualità, ma queste saranno messe al servizio del Paese per il benessere del popolo italiano? Non tutti ne sono convinti, e non tutti hanno di Mario Draghi una buona opinione, a cominciare dal presidente della Repubblica emerito, Francesco Cossiga, che durante una diretta Tv lo definì un “vile affarista”.

Chi è Mario Draghi? La biografia in breve

Mario Draghi è nato a Roma il 3 settembre del 1947, quindi al momento in cui scriviamo ha 73 anni. I suoi genitori sono Carlo Draghi, banchiere presso la Banca d’Italia, l’IRI di Donato Menichella, e la Banca Nazionale del Lavoro, e Gilda Mancini, di professione farmacista, di origini campane.

Mario perde entrambi i genitori a breve distanza l’uno dall’altra, e si ritrova orfano quando ha ancora solo 15 anni. È il più grande dei tre fratelli, e questo gli impone di diventare capo famiglia molto presto. Dei tre ragazzi, Mario, Marcello e Andreina si prenderà cura una sorella del padre.

Andreina, che da grande diventerà una storica dell’arte, studia presso il liceo Tasso di Roma, mentre Marcello e lo stesso Mario studiano presso l’Istituto Massimiliano Massimo di Roma retto dai gesuiti. Tra i compagni di classe di Mario ci sono Luca Cordero di Montezemolo e Giancarlo Magalli destinati a diventare nomi ben noti in Italia.

Mario si laurea in economia nel 1970 presso l’Università Sapienza di Roma con relatore Federico Caffè, suo mentore, al quale promise che non avrebbe assunto altri incarichi se non quello dell’insegnamento. Promessa che come sappiamo andrà ad infrangere molto presto. La tesi di laurea di Mario Draghi sarà su Integrazione economica e variazione dei tassi di cambio.

Interessante notare che all’epoca, 1970, Mario Draghi svolse una tesi molto critica sul piano di Pierre Werner, sostenendo che non ci fossero i presupposti per una moneta unica europea.

Il passo successivo negli studi di Mario Draghi è quello di entrare al MIT (Massachussetz Institute of Technology) su segnalazione di Franco Modigliani, ed avrà tra i suoi docenti Stanley Fischer, che in seguito sarebbe diventato governatore della Banca d’Israele.

Nel 1977 ottiene un dottorato di ricerca dal titolo: “Essay on Eonomic Theory and Applications” con la supervisione dell’economista statunitense Robert Solow e dello stesso Franco Modigliani, futuro premio nobel per l’Economia.

Secondo quanto viene riportato da Wall Street Italia nel 1971, poco dopo il conseguimento della laurea, un Mario Draghi ancora giovane e allora sconosciuto, avrebbe “atteso a lungo davanti alla porta dell’Ufficio del Governatore della Banca d’Italia Guido Carli per poter incontrare il suo ospite” che era appunto Franco Modigliani, per chiedergli di essere ammesso al dottorato del MIT.

In occasione di questo primo incontro però la risposta di Modigliani fu negativa. All’epoca infatti esisteva una legge che impediva agli studenti italiani di utilizzare all’estero i fondi previsti per borse di studio. “Se non cambia questa legge non hai speranza” gli disse Modigliani, ma la legge da lì a poco cambiò, e Mario Draghi ebbe la possibilità di seguire la strada che aveva scelto.

Mario Draghi, la carriera fino alla direzione generale del Ministero del Tesoro

Una volta conseguito il titolo di dottore di ricerca al MIT nel 1976, Mario Draghi insegna fino al 1978 presso le università di Trento, Padova e Venezia. A Firenze dal 1981 ricopre poi l’incarico di Professore Ordinario di Economia e Politica Monetaria.

La promessa fatta al suo mentorè viene infranta già nel 1983 e lo sarà più e più volte per tutto il resto della vita di Mario Draghi. Il primo incarico che ricopre è quello di Consigliere del Ministero del Tesoro del governo Craxi, Giovanni Gorla, dopodiché quando ha ancora solo 37 anni diventa Direttore Esecutivo della Banca Mondiale a Washington, conservando l’incarico dal 1984 fino al 1990.

Tra gli incarichi che Mario Draghi assume nel corso degli anni ricordiamo anche quello di Presidente del Comitato Economico e Finanziario dell’Unione Europea, ma entra anche a far parte del consiglio di amministrazione di diverse banche e aziende pubbliche.

L’incarico di Direttore generale del Ministero del Tesoro arriva nel 1991 e durerà fino al 2001. Tra il 1993 ed il 2001 sarà presidente del Comitato Privatizzazioni ed è proprio da questo ruolo che su farà promotore di una massiccia campagna di privatizzazioni che porterà alla svendita del patrimonio pubblico italiano.

Verranno privatizzate le più importanti aziende italiane, come Telecom, Enel, Eni, Iri, Comit, Credit ed il suo operato in questi anni gli varrà l’appellativo di “vile affarista”. Fu così infatti che nel 2008 nel corso di una diretta televisiva su RaiUno, il presidente della Repubblica Emerito Francesco Cossiga, lo definì accusandolo di aver svenduto l’intera industria pubblica italiana. 

Nel 1992, prima che si desse il via a questa campagna di privatizzazioni, Mario Draghi incontrò alti rappresentanti della comunità finanziaria internazionale. Parliamo del discusso incontro sul panfilo HMY Britannia di proprietà della regina d’Inghilterra Elisabetta II.

La permanenza di Mario Draghi al ministero del Tesoro però produce anche altri risultati. Secondo quanto riportato da Wall Street Italia “quando Draghi lascia il Ministero del Tesoro, il 70% del debito è a tasso fisso (pertanto meno ‘pericoloso’) e a medio-lungo termine. Il declino dei Bot italiani spinge, dunque, tanti risparmiatori a spostarsi nella direzione di azioni, obbligazioni e bond. Per questo motivo, i non pochi detrattori imputano a Draghi i danni subiti dagli investitori a seguito dei fallimenti di Cirio e Parmalat“.

Mario Draghi, da Goldman Sachs al Financial Stability Board

Mario Draghi viene anche indicato come un ‘uomo di Goldman Sachs’, infatti dal 2002 al 2005 ricopre l’incarico di vicepresidente e membro del Management Committee Worldwide della nota banca d’affari americana con uno stipendio di circa 10 milioni di dollari l’anno.

L’incarico successivo è quello come governatore della Banca d’Italia, o meglio di Bankitalia S.p.a. una banca privata a tutti gli effetti. Non è certo il compenso a portare Draghi in via Nazionale, tant’è che chiede subito che questo venga allineato al compenso degli altri governatori europei, intorno ai 350 mila euro annui, poi portati a 450 mila.

Il suo predecessore Antonio Fazio invece percepiva un compenso di 622.347 euro annui. Quanto agli altri governatori delle altre bance centrali dei Paesi dell’Ue, il francese Noyer in realtà prendeva meno di 142 mila euro annui, e il tedesco Weber ne prendeva ancora meno, 101 mila.

Da governatore di Bankitalia Mario Draghi mette a punto un piano di riassetto interno della banca che prevede la chiusura di molte filiali e la smobilitazione del personale. Ed è durante la presidenza Draghi che si assiste a storiche fusioni di molte banche come quella di Unicredit con Capitalia, o Intesa con San Paolo Imi, o ancora Banca Popolare di Verona e Novara con il gruppo Popolare di Lodi.

Nel 2006 diventa presidente del Financial Stability Forum, che nel 2009 si chiamerà Financial Stability Board, incarico che conserverà fino al 2011. In questi anni “preparò un rapporto sulle cause delle turbolenze che hanno investito i mercati mondiali in seguito alla crisi subprime statunitensi, indicando anche i rimedi” secondo quanto riportato da Wikipedia.

Draghi all’epoca suggerisca 65 raccomandazioni e le invia alle banche ed alle autorità di controllo. Le indicazioni di Draghi comprendono nuove regole sulla trasparenza, iniezioni di liquidità, policy tese a rafforzare il sistema ed evitare che simili turbolenze possano verificarsi nuovamente.

Molto critico sulle soluzioni proposte da Draghi fu, tra gli altri, Giulio Tremonti, che definì le raccomandazioni di Draghi come “un’aspirina per una malattia molto grave”. I due ebbero poi altre questioni su cui divergere anche in seguito, come la manovra economica targata Tremonti che fu varata dal governo Berlusconi nel 2008 e che attirò forti critiche da parte dello stesso Draghi.

Draghi diventa governatore della Banca Centrale Europea

L’accordo sul nome di Mario Draghi per la presidenza della Banca Centrale Europea viene raggiunto in occasione del vertice di Bruxelles del 16 maggio 2011, occasione in cui si riunirono i ministri della zona euro.

La nomina definitiva arriva però solo dopo la decisione dei leader al vertice Ue del 24 giugno 2011, ma il mandato inizierà effettivamente solo il 1° novembre. Nel suo intervento all’Europarlamento un mese dopo il suo insediamento, Mario Draghi chiederà ai Paesi membri di recuperare in affidabilità, obiettivo per raggiungere il quale occorrerà a suo dire un segnale forte per i mercati senza escludere “un cambiamento dei trattati” per andare nella direzione di una politica di bilancio omogenea.

Draghi viene anche celebrato come “uomo dell’anno” il 31 dicembre 2012 sia dal Times che dal Financial Times per la sua gestione della crisi del debito sovrano nell’Unione Europea, riuscendo a scongiurare il cosiddetto “rischio contagio” in quei Paesi particolarmente in bilico come Spagna e Italia.

La rivista Forbes nel 2018 lo inserisce al 18° posto tra gli uomini più potenti del mondo. Il mandato di Draghi come governatore della Banca Centrale Europea termina ufficialmente il 31 ottobre 2019, e gli succede la francese Christine Lagarde.

Mario Draghi vita privata, moglie e figli

Pare che Mario Draghi non ami essere sotto le luci dei riflettori, e che preferisca invece preservare la propria vita privata che conduce presso la villa a Lavinio, una località di vacanza in provincia di Roma.

Qui viene di tanto avvistato senza auto blu, talvolta anche in tenuta sportiva. Si dice infatti che Mario Draghi ami praticare lo sport, dal trekking al jogging passando per il tennis e naturalmente il golf.

Mario Draghi è sposato con la signora Serena Draghi, dalla quale ha avuto due figli: Federica, laureata in biologia con master in business conseguito a New York, attualmente dirigente di una multinazionale che cura le biotecnologie; e Giacomo, laureato presso la Bocconi, attualmente trader finanziario presso la Morgan Stanley.

Il nome da nubile della moglie di Mario Draghi è Maria Serenella Cappello, discendente di Bianca Cappello, moglie di Federico de’ Medici nel XVI secolo.

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