Morti variante Delta: in base ai dati del ministero della Salute britannico oltre la metà sono vaccinati

In Regno Unito, lo sappiamo, le riaperture sono iniziate prima che in tutto il resto del Vecchio Continente. Tuttavia la ‘corsa verso la libertà’ oltre la Manica non è priva di ostacoli ed imprevisti, ed uno di questi, quello indubbiamente più determinante, è la cosiddetta variante Delta o variante indiana.

Il virus Sars-nCoV-2 nella sua variante Delta infatti risulta essere molto più veloce nel trasmettersi da un individuo all’altro, ma nonostante questo la sua letalità non cambia. Un virus più aggressivo per certi versi, ma non per altri insomma, e i vaccini? Torna inevitabilmente alla memoria il termine utilizzato dal prof. Massimo Galli: “funzionicchiano”.

Non dimentichiamo che i vaccini anti Covid, da quello prodotto da Pfizer Biontech a quelli di AstraZeneca, Moderna o Jhonson & Johnson, sono tutti vaccini imperfetti. Si tratta in pratica di vaccini creati per contrastare una malattia che non dà immunità e che tende invece a ripresentarsi periodicamente, come un comune raffreddore o un’influenza.

Questi vaccini imperfetti in sostanza impediscono alla malattia di svilupparsi o di svilupparsi in forma grave, ma non impediscono il contagio e la trasmissione. I vaccini anti-Covid però, stando ai dati che arrivano dal ministero della Salute del Paese d’Europa con la più alta percentuale di popolazione completamente vaccinata, non proteggono evidentemente neppure dalla malattia, quanto meno nel caso della cosiddetta variante Delta.

Il Regno Unito il 60% dei decessi per variante Delta sono soggetti vaccinati

In Regno Unito il Freedom Day è ormai vicino, visto che alla data del 19 luglio, come confermato dal premier britannico Boris Jhonson, anche le ultime restrizioni delle libertà individuali finalmente verranno rimosse. Persino norme come l’obbligo di indossare la mascherina negli spazi chiusi, o il distanziamento sociale verranno soppresse.

In Regno Unito quindi non vi saranno limitazioni ai servizi cui possono accedere i cittadini che non risultano in possesso del green pass, contrariamente a quanto accade invece oggi in Italia e in altri Paesi europei.

D’altra parte in Gran Bretagna circa il 68% della popolazione ha già ricevuto almeno una dose del vaccino anti-Covid, mentre ad essere completamente vaccinati sono circa il 50% degli abitanti.

La curva dei contagi però non mostra un miglioramento, anzi, dando un’occhiata ai dati statistici aggiornati in tempo reale su worldometers (puoi consultarli a questo link) i contagi sono in netto aumento già nel periodo estivo. Alla data del 6 luglio, qualche giorno fa insomma, si contano in tutto circa 29 mila persone positive al Covid, più o meno lo stesso numero registrato a novembre 2020 e a febbraio 2021.

Non si notano sostanziali differenze insomma tra la diffusione del virus prima e dopo una così estesa somministrazione del vaccino. Ma in realtà questo lo sapevamo fin dall’inizio: il vaccino non è in grado di prevenire l’infezione ma solo la forma grave della malattia. Si tratta di un vaccino imperfetto, quindi anche i vaccinati possono essere contagiati e contagiare a loro volta.

Quello che forse non tutti sapevamo è che i vaccinati non solo possono contagiarsi e contagiare, ma possono anche morire, esattamente come chi il vaccino non lo ha fatto. Ma vediamo ancora meglio qual è la situazione in Regno Unito e cosa sta succedendo di preciso ora che, a differenza di un anno fa, i vaccini ci sono e sono stati somministrati alla maggior parte della popolazione.

Il numero dei decessi registrati come morti per Covid-19 in Regno Unito erano 37 il 6 luglio scorso, più o meno la stessa cifra che vedevamo un anno fa quando di vaccini ancora si parlava soltanto. Sembra quindi che il calo dei decessi che abbiamo registrato con l’arrivo della bella stagione, analogo a quello dell’anno scorso, non sia dovuto tanto alla somministrazione del vaccino quanto appunto alla stagione calda.

A destare qualche legittimo sospetto che i vaccini anti-Covid non siano poi così efficaci sono però soprattutto i dati che arrivano direttamente dal ministero della Salute britannico.

Vediamo quindi un po’ di numeri. Il totale dei casi confermati di variante Delta sono oltre 50 mila, ai quali si aggiungono circa 42 mila casi sospetti che si ritiene verranno confermati come variante Delta. In tutto siamo quindi a 92 mila casi ed un numero di decessi che, nel periodo compreso tra il 1° febbraio ed il 21 giugno 2021 (ultimo aggiornamento del rapporto) è in tutto di 117 unità.

Sono decedute quindi 117 persone in tutto con la variante Delta, e 50 di queste avevano ricevuto la somministrazione completa del vaccino, altre 20 persone avevano ricevuto solo la prima dose, e solo 44 non avevano ricevuto il vaccino. Questo è quanto riportato nell’ultimo rapporto tecnico del Ministero della Salute britannico, e può essere consultato a questo link.

Facendo un rapido calcolo scopriamo quindi che poco meno del 60% degli attuali decessi collegati alla variante Delta avevano ricevuto il vaccino anti-Covid. A questo punto sarebbe d’obbligo domandarsi: a fronte dei rischi (in parte sconosciuti) legati alla somministrazione del vaccino, e alla evidentemente limitata protezione che offre dalla malattia, conviene davvero puntare tutto sulla somministrazione dei vaccini?

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