Bloccata l’omologazione del Nord Stream 2. Dalla Russia meno gas all’Europa, e i prezzi salgono ancora

Non è certo una buona notizia per i Paesi dell’Unione Europea, che contano moltissimo sulle forniture di gas naturale che arrivano annualmente dalla Russia. È infatti con quelle forniture, principalmente che ci scaldiamo durante la stagione fredda, ed ora che il prezzo del gas è salito alle stelle e che le scorte hanno toccato il record negativo, molte speranze erano riposte anche nell’attivazione del nuovo canale di fornitura.

Il Nord Stream 2, che dalla Russia dovrebbe pompare il gas naturale direttamente in Germania, non potrà essere attivato per questo inverno. L’ostacolo è rappresentato dalla mancata omologazione del nuovo gasdotto ad opera del regolatore energetico tedesco che stando a quanto si apprende in queste ore ha sospeso inaspettatamente un passo fondamentale nel processo di approvazione.

Stando a quanto riportato da Bloomberg, la Agenzia Federale di Rete tedesca non ha riconosciuto la certificazione al Nord Stream 2 che quindi non potrà pompare gas naturale direttamente dalla Russia alla Germania, con tutto ciò che ne deriva.

La certificazione, secondo le previsioni, doveva arrivare entro l’inizio del 2022, ma questo contrattempo potrebbe costare caro all’Europa, che potrebbe dover rinunciare a questo ulteriore canale per accedere alle quanto mai preziose forniture russe.

L’ente regolatore tedesco blocca l’omologazione del Nord Stream 2

Il problema della mancata omologazione del gasdotto è sorto dopo che Nord Stream 2 AG, l’operatore russo, ha dovuto costituire una filiale tedesca per soddisfare le norme imposte dall’Unione Europea che pretendono che i produttori di gas siano legalmente separati dalle entità che trasportano le forniture.

In questo caso abbiamo la società russa Gazprom PJSC che produce e vende il gas naturale, che è anche proprietaria di Nord Stream 2, e poi abbiamo questa filiale tedesca costituita per adempiere a quanto richiesto dalla normativa europea.

Secondo quanto affermato dal regolatore tedesco, l’entità “deve soddisfare i requisiti dell’Energy Industry Act per un operatore di rete di trasporto indipendente”. Il regolatore ha specificato quindi che “il processo di certificazione rimane sospeso”.

Sospesa l’omologazione del Nord Stream 2 e in Ue aumenta il prezzo del gas

La prima e più immediata conseguenza del blocco dell’omologazione del Nord Stream 2 è stata l’ulteriore aumento del prezzo del gas naturale. I prezzi del gas europeo di riferimento sono infatti aumentati immediatamente per via del fatto che i commercianti temono che questa decisione del regolatore tedesco comporti un aumento delle probabilità che quest’inverno sia impossibile soddisfare il fabbisogno di gas.

Delle conseguenze di questa decisione ha parlato anche Katja Yafimava, ricercatrice senior presso l’Università di Oxford che ha spiegato: “se si ritiene che i flussi possano iniziare solo dopo il completamento della certificazione, ciò significa, che i flussi attraverso il Nord Stream 2 subiranno ulteriori ritardi, con implicazioni negative per il bilancio del gas europeo durante l’inverno”.

Meno gas per l’Europa e le temperature scenderanno sotto la media

Si tratta di una pessima notizia anche perché il tempismo non è stato dei migliori. I Paesi europei infatti si trovano ad affrontare una pesante crisi energetica per via di scorte di gas naturale a livelli molto bassi (si parla del livello più basso degli ultimi 10 anni) e proprio nel momento in cui l’Europa sta per entrare nel pieno della stagione fredda.

Ci si aspettano infatti per le prossime settimane temperature molto al di sotto della media, e in alcune zone del Vecchio Continente il calo delle temperature oltre la media del periodo è già iniziato.

I livelli di stoccaggio di gas in Europa sono a livelli molto bassi, i più bassi dal 2013 per l’esattezza, ed è questo che rende ancor più grave la mancata omologazione per il Nord Stream 2.

La mancata attivazione del nuovo canale comporterà infatti per l’Europa fino a 55 miliardi di metri cubi di gas in meno che sarebbero dovuti arrivare attraverso il gasdotto sottomarino che passa per il Mar Baltico partendo dagli impianti Gazprom in Russia.

Il gas naturale che sarebbe stato pompato in Germania sarebbe stato poi distribuito a tutti i Paesi europei, motivo per cui la mancata omologazione del Nord Stream 2 coinvolge anche molti altri Paesi del Vecchio Continente.

Esperto di Energy Aspects dichiara: “ogni speranza per gasdotto disponibile per l’inverno ora svanita”

James Waddell, esperto di Energy Aspects una società di consulenza ha commentato la notizia della mancata omologazione per il Nord Stream 2 parlando con il Financial Times. “Ogni speranza residua che questo gasdotto sarebbe disponibile per l’inverno è ora completamente svanita” ha dichiarato Waddell.

“Sembra sempre più probabile che non arrivi prima della seconda metà del prossimo anno” ha spiegato ancora l’esperto, che ha poi aggiunto: “la mancanza di gas in stoccaggio e la mancanza di forniture russe significano essenzialmente che dobbiamo tagliare la domanda industriale al fine di preservare le forniture di gas cruciali per le reti elettriche e di calore”.

L’Europa insomma dovrà correre ai ripari secondo Waddell, che ritiene che si debba “ridurre pesantemente la domanda di gas industriale in un modo che non si vedeva da decenni”.

Goldman Sachs sulla mancata omologazione del Nord Stream 2

Da Goldman Sachs in fondo si aspettavano questa notizia, infatti sembra che avessero intuito che l’Europa avrebbe complicato le cose, tant’è che lunedì Samantha Dart della nota banca d’affari americana, ha scritto che “l’asta odierna della capacità dell’oleodotto Yamal per dicembre indica nessuna prenotazione da Gazprom, contro i nostri 45 milioni di metri cubi al giorno previsti”.

La Dart ha spiegato ancora che mentre “i volumi di prenotazione non garantiscono il flusso, come illustrato dai flussi di Yamal per ottobre e finora a novembre rispettivamente a 14 mmc/g e 10 mmc/g, contro prenotazioni a poco più di 30 mmc/g per entrambi i mesi” e ha poi specificato che la mancanza di prenotazioni “mantiene alta l’incertezza dell’offerta fino alla fine dell’anno”.

Una situazione tutt’altro che da prendere sottogamba, specie ora che le speranze riposte nel nuovo canale per le forniture di gas dalla Russia all’Europa sembrano essere state vanificate. L’Europa si avvia verso un vero e proprio disastro energetico costituito da scorte insufficienti e scorte che non si riescono a costituire e con un inverno rigido alle porte.

Quello che possiamo aspettarci sono picchi altissimi del prezzo spot, anche perché lo stesso presidente Vladimir Putin aveva lasciato intendere che in caso di problemi con l’omologazione del Nord Stream 2 l’atteggiamento di Mosca sarebbe stato molto meno benevolo. Dalla Germania però hanno risposto comunque in questo modo ed ora ci apprestiamo a pagarne tutti le conseguenze.

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