Arriva il decreto Siccità, come funziona e dove scatta il razionamento dell’acqua

Le previsioni sull’arrivo del caldo torrido per questa settimana sono state puntualmente confermate da un primo innalzamento delle temperature, e siamo solo all’inizio. Ma soprattutto l’ondata di caldo si sta abbattendo sull’Italia in un momento in cui in alcune Regioni in particolare c’è un serio problema di siccità.

Il fiume Po è praticamente prosciugato, in secca in ogni suo tratto con il coinvolgimento vaste porzioni di territorio di numerose province del Nord, e il governo di Mario Draghi si appresta a varare un apposito decreto per rispondere a quella che si profila come una vera e propria emergenza, con tanto di razionamento dell’acqua.

Decreto siccità, rischio razionamento acqua?

Mentre il governo valuta la possibilità di varare per questa stessa settimana un decreto siccità per contrastare la carenza di risorse idriche in diverse Regioni d’Italia, sono le stesse amministrazioni locali a valutare misure specifiche che potrebbero prevedere il razionamento dell’acqua nel Nord del Paese.

Ad essere interessati da queste ordinanze potrebbero essere prima di tutto i proprietari di piscine, che si troverebbero di fronte al divieto di riempimento delle stesse. Ma in sostanza sarebbe vietato il consumo di acqua per tutti gli usi diversi dai fabbisogni primari.

Non si esclude la possibilità di un quadro comune di ordinanze, ma alcuni Comuni si sono già mossi in modo autonomo chiedendo ai cittadini di usare l’acqua solo per le necessità. Cosa che però non basterà a scongiurare il peggio, motivo per cui si sta valutando di incrementare il prelievo dai laghi, cosa per cui occorre tuttavia un accordo politico e un’intesa coi gestori degli invasi idroelettrici, prevedendo ad esempio dei ristori ad hoc.

Prelievi per l’irrigazione ridotti del 20%

Per quanto riguarda l’irrigazione però si deve andare avanti nonostante la situazione si presenti “da semaforo rosso”. A fissare questo punto è lo stesso osservatorio sul Po dopo essersi riunito per valutare l’approccio di fronte al problema della siccità.

Tra le proposte quella di emanare un provvedimento transitorio il cui fine dovrebbe essere quello di equilibrare l’uso dell’acqua rimasta. Si andrebbe in questo modo a ridurre i prelievi di una quota pari al 20%, in modo da poter comunque continuare con l’irrigazione, garantendo al tempo stesso l’afflusso di acqua anche al Delta.

L’Autorità di bacino del Po, nell’attesa che il governo dichiari lo stato di emergenza per la siccità, ha già dichiarato l’allarme rosso dal momento che la situazione del fiume è la più grave in assoluto anche scavando indietro a memoria d’uomo.

L’Autorità, vista la situazione, si riunisce ormai settimanalmente, con la prossima già fissata per il 29 giugno. Quanto alle soluzioni proposte, per ora si è deciso di giungere ad una soluzione di compromesso per coinvolgere nelle decisioni Regioni, mondo agricolo, autorità di bonifica, aziende elettriche e multiutility che si occupano di garantire l’accesso all’acqua alle abitazioni. La decisione è quella di non sospendere le irrigazioni, ma di ridurre i prelievi di acqua del 20% almeno per il momento.

D’altra parte ci sono molti fattori di cui tener conto, una serie di problemi di tipo economico ma anche ambientale, tutti concatenati l’uno con l’altro. Con una portata del fiume così bassa si ha infatti un avanzamento del cuneo salino, cioè abbiamo una risalita del mare che di fatto rende inutilizzabile l’acqua del Po per l’irrigazione in quanto troppo salata, senza contare i problemi che causa all’ecosistema. Al momento il mare è arrivato a 21 km dalla foce e potrebbe avanzare ancora, e nel frattempo per irrigare si è costretti a ricorrere al prelievo di acqua dai laghi del nord.

Emergenza siccità, cosa ha deciso il governo

Il primo confronto tra i tecnici dei ministeri c’è già stato e nei prossimi giorni, stando a quanto afferma il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, ci sarà un aggiornamento a livello politico.

Una situazione “delicata” come ha ammesso lo stesso titolare del Mipaaf, che dovrà essere gestita con il supporto della Conferenza delle Regioni che nel corso di due riunioni, ad una delle quali prenderà parte anche il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, avanzerà le proprie proposte a partire dalla richiesta di proclamare lo stato di emergenza per la siccità, sui cui il parere del governo sarà senza dubbio positivo.

Dalle Regioni arriverà anche la richiesta di mettere a disposizione i fondi del Pnrr per la realizzazione di nuovi invasi nel contesto dell’emergenza siccità.

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