Chatbot: Microsoft, Google e Baidu si contendono la leadership futura nel campo dell’intelligenza artificiale

Le tra grandi società leader mondiali delle attività di ricerca su internet Microsoft, Alphabet e Baidu, si stanno sfidando sul campo dell’intelligenza artificiale, nel tentativo di sviluppare il chat bot in grado di diventare il principale punto di riferimento nel prossimo futuro.

La sfida tra i tre colossi tech è partita già dalla prima settimana di febbraio 2023, e consiste nel realizzare il miglior chatbot per le ricerche dialoganti basate sull’intelligenza artificiale.

Nella giornata di ieri, martedì 7 febbraio, Microsoft ha tenuto un evento con il quale ha annunciato le opportunità per l’implementazione del motore di ricerca Bing rappresentate dalla partnership recentemente stipulata con OpenAI.

È infatti proprio quest’ultima ad aver messo a punto ChatGPT, il chatbot il cui utilizzo in questi giorni è letteralmente esploso tra scuole e uffici per la sua capacità di fornire, sotto forma di un dialogo scorrevole, risposte complesse e creative a qualsiasi richiesta dell’utente.

Il potenziale di Chat GPT ha spinto Microsoft ad investire qualcosa come 10 miliardi di dollari per stringere questa partnership con OpenAI.

Baidu si prepara a lanciare il chatbot Ernie

Ieri sera, mentre si attendeva l’intervento di Satya Nadella, CEO di Microsoft, è arrivato l’annuncio della cinese Baidu, che ha fatto sapere di essere pronta a presentare il suo progetto di chatbot con intelligenza artificiale che dovrebbe entrare nella fase finale dei test entro il mese di marzo.

Una volta conclusi i test infatti il chatbot di Baidu, chiamato Ernie, sarà accessibile al pubblico, e questo ha innescato una forte spinta di entusiasmo da parte degli investitori, che hanno portato il titolo in rialzo del 15% alla Borsa di Hong Kong, registrando poi nel primo pomeriggio un incremento del 15% nel pre-market del Nasdaq.

Tre chatbot si contendono il primato: ChatGPT, Bard ed Ernie

In tutto i chatbot che in questo momento si apprestano a contendersi il primato sono tre. Alphabet, società che controlla Google, ha annunciato il 6 febbraio l’imminente lancio del chatbot Bard, che sarà disponibile tra qualche settimana, e nel frattempo è prontamente giunta la risposta di Baidu, la società cinese che ha quasi terminato di mettere a punto Ernie.

Ernie è un acronimo che sta per Enhanced Representation through Knowledge Integration, che in italiano può essere tradotto così: “Rappresentazione migliorata attraverso l’integrazione della conoscenza”. Il nome cinese invece è Wenxin Yiyan. La società Baidu ha descritto questo chatbot come un “modello linguistico di grandi dimensioni” che è stato messo a punto nel 2019.

Come funzionano i chatbot intelligenti

Diciamo prima di tutto che la funzione di un chatbot è quella di elaborare le conversazioni umane, che siano in forma scritta o parlata non dovrebbe fare differenza, permettendo agli utenti di interagire con i dispositivi digitiali come farebbero se si stessero rivolgendo ad una persona in carne ed ossa.

Possono esistere chatbot semplici, in grado di elaborare una domanda e di formulare una risposta elementare in una singola riga, oppure chatbot sofisticati, che sono capaci di apprendere e di evolversi per fornire diversi livelli di personalizzazione nel momento in cui acquisiscono e rielaborano le informazioni.

Nel caso della sfida tra i colossi del web Microsoft, Alphabet e Baidu stiamo parlando di applicazioni di intelligenza artificiale che saranno in grado di fornire risposte complesse nelle ricerche effettuate nel web.

Il CEO di Google, Sundar Pichai, per spiegare il funzionamento di Bard ha detto: “presto vedrete nella ricerca funzionalità basate sull’intelligenza artificiale che distillano informazioni complesse e prospettive multiple in formati facili da gestire, in modo da poter capire rapidamente il quadro generale e imparare di più dal web”.

Una migliore comprensione di quali sono le capacità di un simile chatbot ce la offre la risposta alla domanda: “è più facile suonare il pianoforte o la chitarra?”. In questo caso infatti non esiste una risposta univoca, ma il chatbot ha scansionato tutta una serie di contenuti presenti nel web per fornire un’opinione complesse in cui illustra due situazioni e varie possibilità.

Il 90% dei ricavi di Alphabet arrivano dal motore di ricerca Google

Microsoft ritiene che Bing possa guadagnare quote di mercato proprio grazie al chatbot ChatGPT. Questo permetterebbe di erodere il predominio di Google nelle ricerche sul web, ed è proprio dal motore di ricerca che Alphabet ottiene il 90% degli utili.

Naturalmente il piano di Microsoft non si concilia con i progetti di Alphabet, che ha già reso evidente di essere pronta a competere sul campo delle intelligenze artificiali con un proprio chatbot ormai pronto al lancio.

Secondo gli analisti quest’anno Alphabet riuscirà a realizzare ricavi per 299 miliardi di dollari, registrando così una crescita del +6% rispetto al 2022, e il 90% di questi ricavi arriverà proprio da pubblicità sul motore di ricerca. Si stima una crescita dell’utile del +11% a 65,8 miliardi di dollari.

Viene inoltre evidenziato che per sostenere gli investimenti e la capacità di innovazione, la società può fare affidamento su una posizione finanziaria netta positiva di 126 miliardi di dollari.

Si registra, rispetto all’inizio del 2023, una crescita del titolo del +15%, fino al valore attuale che si attesta intorno ai 103 dollari. È convinzione piuttosto diffusa che in questo momento il titolo va comprato, infatti su 51 analisti che coprono il titolo troviamo 47 raccomandazioni positive tra Buy e Outperform, con una media del target price sui 128 dollari, per un incremento del +24%.

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