Stipendi in Italia 2023, quali sono le città dove si guadagna di più. Ecco la classifica

Lo studio condotto dal Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne ha stilato una classifica delle province italiane in base al livello di retribuzione media.

Dai risultati emerge che i salari degli impiegati sono diversificati territorialmente e non rispettano il tradizionale divario tra Nord e Sud. A Milano, ad esempio, un dipendente guadagna circa due volte e mezzo rispetto alla media degli stipendi dei lavoratori di tutte le altre città: nel 2021, la retribuzione media è stata di 30.464 euro, contro i 12.473 euro del resto del Paese.

Stipendi in Italia, le città dove si guadagna di più: la classifica

La graduatoria delle dieci province con gli stipendi più alti vede al primo posto la città metropolitana di Milano con una retribuzione media di 30.464,86 euro. Ma vediamo la classifica completa delle prime 10.

  • Milano: 30.464,86 euro
  • Bolzano 18.942,08 euro
  • Bologna 18.628,65 euro
  • Parma 18.175,33 euro
  • Roma 17.774,30 euro
  • Reggio nell’Emilia 16.912,12 euro
  • Firenze 16.686,53 euro
  • Modena 16.572,83 euro
  • Vicenza 16.451,67 euro
  • Genova 16.031,29 euro.

L’analisi dei dati evidenzia che il reddito da lavoro dipendente in 22 province italiane è diminuito di 312 euro in tre anni, mentre in altre 10 province del Centro-Nord il reddito è aumentato.

Tra le città dove gli stipendi sono cresciuti maggiormente negli ultimi tre anni, Milano si posiziona al primo posto con un aumento di 1.908 euro, seguita da Parma (+1.425 euro) e Savona (+1.282 euro). La provincia ligure, inoltre, ha registrato l’incremento maggiore (+14,3%), seguita da quella di Oristano (+11,8%) e del Sud Sardegna (+11,2%).

Il direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, Gaetano Fausto Esposito, sottolinea come la graduatoria del Pil pro-capite evidenzi la tradizionale dicotomia tra Nord e Sud. “L’analisi dimostra che la geografia delle retribuzioni è diversificata territorialmente, e sotto vari aspetti non rispetta la tradizionale dicotomia Nord-Sud” ha infatti commentato il direttore generale del Centro Studi.

“Se confrontiamo la graduatoria del pil pro capite (che misura la produzione della ricchezza) con quella delle retribuzioni, vediamo che nel primo caso praticamente tutte le ultime trenta posizioni sono appannaggio di province meridionali (con la sola eccezione di Rieti), mentre in quella delle retribuzioni pro-capite troviamo ben 10 province del Centro-Nord, il che induce a riflettere sulle politiche dei redditi a livello locale”.

I dati relativi agli stipendi in Italia nel periodo tra il 2019 e il 2021 mostrano che, nel periodo considerato, il reddito da lavoro dipendente ha costituito in media il 63% del reddito disponibile pro-capite, includendo anche altre entrate come affitti e rendite finanziarie.

Si nota altresì che la retribuzione ha un peso maggiore nelle città metropolitane, dove incide sul reddito per il 71,3%, rispetto alle province, dove rappresenta il 57,6%.

A Milano, in particolare, lo stipendio è responsabile del 90,7% del reddito complessivo, tanto che se si escludesse il reddito da lavoro dipendente, il capoluogo lombardo occuperebbe l’ultimo posto nella classifica del reddito disponibile pro-capite, con soli 3.131 euro a testa.

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