Conseguenze del Mes: a rischio le pensioni e potrebbe arrivare una nuova tassa patrimoniale

Il secondo incontro dell’Eurogruppo ha prodotto un accordo, ma si tratta solo di un punto di partenza, una base su cui si costruiranno le misure economiche che l’Ue deciderà di adottare o di mettere a disposizione dei Paesi membri che ne vorranno fare uso per fronteggiare l’emergenza.

Tra queste troviamo il Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità), che molti dubbi e timori ha smosso negli ultimi giorni. Ma di fatto quali potrebbero essere le conseguenze dell’eventuale uso del Mes da parte dell’Italia? Le prospettive sono tutt’altro che incoraggianti, visto che a rischio ci sarebbero prima di tutto le pensioni, e potrebbe arrivare anche una nuova tassa patrimoniale.

A pagare le conseguenze dell’uso del cosiddetto fondo salva-Stati sarebbero quindi prima di tutto i pensionati ed i risparmiatori, i primi con un possibile taglio delle pensioni, i secondi con un conto corrente alleggerito.

Prima di scendere nei dettagli però è doveroso fare una precisazione, la stessa che ha fatto l’esecutivo dopo il raggiungimento dell’accordo dell’Eurogruppo. Anche se l’Europa dovesse approvare l’uso del Mes, questo non vuol dire che l’Italia debba per forza servirsi di questo strumento, così come ciascun altro Paese membro, che in autonomia può decidere se accedere o meno a quelle risorse alle condizioni che verranno stabilite.

Conte sul Mes la discussione “dovrà avvenire in modo pubblico e trasparente”

Già perché in fin dei conti è tutta una questione di condizioni, come lo stesso Conte ha sottolineato ieri, 15 aprile, affermando: “la discussione sul Mes dovrà avvenire in modo pubblico e trasparente, dinanzi al Parlamento, al quale spetterà l’ultima parola. Prima di allora potremo disquisire per giorni e settimane, ma inutilmente”.

E prosegue poi “per comprendere questo punto, basta tenere presente l’esperienza che molti cittadini fanno quando chiedono un finanziamento a una banca. Negli incontri preliminari, il funzionario illustra genericamente le condizioni del finanziamento, ma quelle che valgono sono le condizioni generali e le clausole inserite nel concreto contratto di finanziamento”.

Posizione condivisa, quella del premier Giuseppe Conte, anche dal ministro per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, Dario Franceschini del Pd, che definisce le sue parole “ragionevoli e condivisibili” e conferma: “non è il tempo di posizioni pregiudiziali ma occorre sostenere la posizione italiana su mezzi e risorse della Ue per affrontare l’emergenza”.

“Tra questi verificheremo se ci sarà la conferma di uno strumento, Mes o come verrà chiamato, senza condizionalità per affrontare la spesa sanitaria” spiega Franceschini “ora si può utilmente chiudere questa discussione interna e aspettare le conclusioni del Consiglio Europeo“.

Ecco cosa si rischia con il Mes

Se si usa il cosiddetto fondo salva-Stati, l’Italia riceve una somma pari al 2% del PIL nazionale, che equivale a circa 37 miliardi di euro. Il denaro così ottenuto potrà essere utilizzato, almeno stando a quanto stabilito dall’accordo raggiunto dall’Eurogruppo, solo per le spese sanitarie relative all’emergenza coronavirus.

Sarebbe questa, almeno per il momento, l’unica condizione, ma ancora il Consiglio Europeo non ha ultimato il suo lavoro, e non conosciamo quindi quali saranno le condizioni finali.

In ogni caso si tratta di fondi che dovranno essere restituiti, operazione che potrebbe rivelarsi abbastanza difficile, per la quale potremmo trovarci davanti a scenari molto simili a quelli visti in Grecia, dove il Governo dovette ricorrere ad un taglio netto delle pensioni pari al 20% del loro importo per quelle che superavano i 1.200 euro lordi mensili.

Ci sono stati poi altri tagli, perpetrati per 5 anni, come il taglio degli assegni destinati ai cittadini che sono andati in pensione prima dei 55 anni, l’abolizione della tredicesima per tutti i pensionati e per i dipendenti pubblici.

E poi c’è il rischio che venga introdotta una nuova tassa patrimoniale, argomento toccato anche dal leader leghista, Matteo Salvini, che ha definito il Mes, anche nella sua versione Light, né più né meno che “una truffa, una rapina, un furto a danno dei nostri figli” e quindi “sarà la patrimoniale, tra 4 o 5 anni ci verranno a dire che quei soldi che ci diedero a Bruxelles, peraltro 35 miliardi rispetto ai 60 che abbiamo pagato, dovremo rimborsarli tassando i risparmi o alzando l’età per andare in pensione”.

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