Dichiarazione dei redditi: scattano multe da 250 euro. Ecco chi rischia e perché

Dichiarazione dei redditi: scattano multe da 250 euro. Ecco chi rischia e perché - BorsaInside.com

Il rischio di incorrere in 250 euro di multa è concreto e tangibile quanto mai, ma solo per alcune tipologie di contribuenti. In particolare, la sanzione prevista, il cui importo continua ad aumentare di mese in mese, riguarda quei contribuenti che hanno l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi.

Il punto è che non di rado può capitare che un contribuente non sappia di avere l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi, e in questo modo diventa passibile di questa multa salata. Vediamo quindi quand’è che scatta la sanzione e chi è effettivamente a rischiare di più.

Quando scatta la multa da 250 euro?

Chiunque potrebbe ritrovarsi nella spiacevole condizione di dover pagare una multa da 250 euro o più, infatti non è detto che un contribuente sia al corrente di avere l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi, ad esempio perché ha sempre lavorato come dipendente.

Nel caso del lavoratore dipendente (che non percepisce altri redditi) infatti vi è l’esenzione dall’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi, e questo dipende dal fatto che il conguaglio fiscale lo opera direttamente il sostituto d’imposta in busta paga.

Naturalmente non devono esservi altri redditi, oltre a quello derivante dalla prestazione lavorativa come dipendente. Ma cosa succede se subentrano altri redditi? È in questo caso che scatta l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi, e per coloro che non adempiono ecco che viene comminata una sanzione amministrativa da 250 euro.

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In quali casi vige l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi?

Come accennato nel paragrafo precedente, sono esenti dall’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi i contribuenti che hanno come unica fonte di reddito il lavoro dipendente.

Infatti è sufficiente che vi sia anche una piccola variazione per innescare l’obbligo dichiarativo. Ecco quindi alcuni esempi:

  • doppia CU rilasciata da due diversi datori di lavoro per cambio di lavoro
  • doppia CU rilasciata da datore di lavoro e dall’INPS per licenziamento e inizio percezione NASPI
  • doppia CU rilasciata da datore di lavoro e dal committente per lavori retribuiti con ritenuta d’acconto.

Ci sono poi anche altri casi in cui scatta l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi e, di conseguenza, il rischio di incorrere nelle sanzioni amministrative previste. In particolare l’importo della sanzione sarà di 250 euro se dalla dichiarazione omessa non risultano imposte da versare, ma si arriva a un importo che può andare dal 120 al 240% dell’imposta omessa.

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