Mes: perché l’Italia non ha ancora ratificato la riforma del fondo salva Stati?

Mes: perché l'Italia non ha ancora ratificato il fondo salva Stati? - BorsaInside.com

La ratifica della riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) è al centro di una discussione accesa in Italia, con la data prevista per l’esame del disegno di legge fissata per il 14 dicembre.

Tuttavia, già emergono segnali di un possibile rinvio, sollevando domande sull’unità tra i partiti al governo e sulle motivazioni dietro questo ritardo. Mentre la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, sottolinea la necessità di evitare blocchi ideologici, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, pone la domanda fondamentale: perché la riforma del Mes non è stata ratificata in tre anni di governo?

La storia della ratifica del Mes in Italia

Il Mes è stato istituito nel 2012, e la ratifica del trattato è stata approvata dal Parlamento italiano sotto il governo tecnico di Mario Monti, con il supporto di vari partiti, compresi il Popolo delle Libertà e il Partito Democratico.

Tuttavia, la Lega Nord, all’epoca, esprimeva voto contrario. Nel 2017, le discussioni europee sulla riforma del Mes hanno coinvolto due governi italiani: il primo governo Conte, sostenuto da M5S e Lega, e il secondo governo Conte, supportato da M5S, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali.

A dicembre 2019, un accordo preliminare sulla riforma del trattato è stato raggiunto, ma la pandemia di Covid-19 ha temporaneamente sospeso le trattative. Nel 2020, sotto il secondo governo Conte, un nuovo accordo è stato siglato nel novembre di quell’anno.

Tuttavia, il Movimento 5 Stelle ha mostrato divisioni, votando contro il mandato per la firma della riforma. A gennaio 2021, la riforma è stata ufficialmente firmata, ma la sua operatività richiede la ratifica da parte di tutti i Parlamenti degli Stati membri.

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Qual è il motivo del ritardo nella ratifica del Mes in Italia?

La risposta al ritardo nella ratifica sembra risiedere nella mancanza di unità tra i partiti al governo. Sin dall’inizio, diverse fazioni hanno mostrato divergenze di opinioni sulla riforma del Mes.

Questo disaccordo è emerso chiaramente durante la votazione sul mandato di firma della riforma nel 2020, quando alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle hanno espresso contrarietà. Questa mancanza di coesione ha inevitabilmente rallentato il processo di ratifica.

Il Trattato MES è rimasto quindi in sospeso nel labirinto della politica italiana dal gennaio 2021, quando è stato proposto, fino ad oggi, quasi tre anni dopo. La sua ratifica, che avrebbe dovuto essere un processo relativamente lineare, è diventata un terreno di scontro politico e di incertezza.

Il 2021 ha visto il cambio di governo da quello di Conte a un governo tecnico guidato da Mario Draghi. La presenza della Lega di Salvini, tradizionalmente contraria alla ratifica del Trattato MES, ha complicato la situazione. La Lega considera il MES un organismo superfluo e critica le condizioni svantaggiose associate al suo sostegno finanziario.

A marzo 2022, il ministro dell’Economia Daniele Franco annunciò l’intenzione del governo Draghi di presentare il disegno di legge di ratifica. Tuttavia, la Lega, insieme al Movimento 5 Stelle, manifestò il suo dissenso. La mancanza di sicurezza sui numeri in Parlamento rendeva incerto l’esito della votazione.

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Gli scontri sul Mes e i rischi di crisi di governo

Anche in caso di approvazione, un voto contrario della Lega avrebbe probabilmente causato una crisi di governo. Questa crisi si materializzò poi a luglio 2022, portando alle elezioni anticipate di settembre. La situazione politica turbolenta ha mantenuto in sospeso la ratifica del Trattato MES.

A dicembre, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti annunciò che il governo Meloni era consapevole dell’impegno assunto dall’Italia a livello europeo per la ratifica del Trattato MES. Tuttavia, Giorgetti sottolineò la necessità di un “adeguato e ampio dibattito in Parlamento” prima della ratifica.

La Camera, poco prima di questo annuncio, aveva approvato una mozione impegnando il governo a non approvare la ratifica alla luce delle procedure di ratifica in altri Stati membri. In quel periodo, il Parlamento tedesco doveva ancora ratificare il trattato, un passo che avvenne successivamente.

Tra giugno e luglio 2023, il Trattato MES è tornato sotto i riflettori. Tuttavia, i partiti sostenitori del governo Meloni hanno deciso di sospendere l’esame del disegno di legge per almeno quattro mesi, rimandando la decisione finale. Il governo Meloni sembrava prendere tempo, aspettando gli sviluppi sulla riforma del Patto di stabilità, un altro tassello cruciale.

Ed eccoci ai giorni nostri, con la ratifica del Trattato MES che si dimostra un percorso tortuoso, influenzato da cambi di governo, posizioni politiche divergenti e incertezze parlamentari.

Il processo è rimasto in una sorta di stallo, aspettando sviluppi chiave nella politica economica europea. La sua risoluzione rimane incerta, con il governo Meloni che tiene in sospeso la decisione finale, attendendo opportunità politiche e negoziati in corso sul riformato Patto di stabilità.

In estrema sintesi possiamo dire che la lunga attesa per la ratifica della riforma del Mes in Italia può essere attribuita principalmente alle dissonanze e alle divergenze di opinione tra i partiti al governo.

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