Il piano sui dazi promesso dall’amministrazione Trump per colpire il settore dei semiconduttori potrebbe subire uno slittamento, nonostante le dichiarazioni ufficiali restino ferme sulla linea della fermezza commerciale. Dietro le quinte, alcune fonti vicine al governo statunitense riferiscono che l’applicazione delle tariffe potrebbe non essere imminente, segnando una pausa tattica su uno dei punti più delicati dell’agenda economica del presidente.
Negli ultimi giorni, funzionari governativi avrebbero comunicato in modo riservato a esponenti del settore tecnologico e ad altri soggetti istituzionali che l’introduzione dei dazi non sarebbe più considerata urgente. Secondo fonti direttamente informate sulle discussioni, si starebbe valutando una strategia più prudente, volta a evitare tensioni con Pechino e possibili ritorsioni commerciali che metterebbero a rischio il fragile equilibrio globale della filiera tecnologica, inclusa quella cruciale dei minerali rari.
Due delle fonti coinvolte confermano che l’amministrazione sta prendendo tempo nel tentativo di scongiurare un confronto diretto con la Cina, che potrebbe sfociare in una nuova guerra commerciale. Una simile escalation, infatti, rischierebbe non solo di ostacolare l’accesso statunitense a materiali strategici, ma anche di mettere in difficoltà i produttori americani già impegnati a rafforzare la presenza nazionale nel settore dei chip.
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Nonostante le cautele, nessuna decisione definitiva è stata ancora presa. Le stesse fonti ribadiscono che l’opzione di tariffe fino al 100% o anche superiori rimane sul tavolo e potrebbe essere attivata rapidamente, qualora arrivasse il via libera politico.
Lo scorso agosto, Trump aveva annunciato un pacchetto di dazi intorno al 100% sulle importazioni di semiconduttori, prevedendo però l’esenzione per le aziende che producono sul territorio statunitense o che si impegnano a farlo in futuro. In seguito, alcuni funzionari avevano lasciato intendere che l’introduzione delle tariffe fosse imminente. Ora, però, il clima sembra cambiato: le valutazioni sono in corso, e la tempistica è diventata un elemento strategico.
Interpellati sul possibile cambio di rotta, un portavoce della Casa Bianca e un rappresentante del Dipartimento del Commercio hanno respinto l’idea che la linea ufficiale sia mutata. Tuttavia, secondo diversi osservatori, il rinvio potrebbe riflettere un approccio più pragmatico, volto a conciliare obiettivi economici, sicurezza nazionale e stabilità geopolitica in un momento cruciale per l’industria globale dei chip.
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