La nuova corporate governance di Azimut Holding non sembra convincere il Financial Times – Fund management, che in una nota definisce una “idra a cinque teste” il nuovo modello prescelto per la compagnia presieduta da Pietro Giuliani, come scaturito dall’assemblea degli azionisti tenutasi la scorsa settimana.
Stando a quanto riepiloga la nota societaria, nel nuovo board Gabriele Blei sarà il CEO, affiancato dai co-CEO con deleghe specifiche al marketing Paolo Martini, all’amministrazione e alla finanza Alessandro Zambotti, alla distribuzione Massimo Guiati e all’asset management Giorgio Medda.
Nel suo commento, FT scrive che le leadership congiunte nel mondo del risparmio gestito non sono così diffuse e popolari presso gli investitori e gli specialisti di governance per gli scontri potenziali sulle strategie fra i co-CEO.
A supporto delle proprie interpretazioni, il FTfm ha citato diversi esempi, come quelle delle co-leadership di breve termine a Standard Life Aberdeen e Janus Henderson, e l’opinione di Mediobanca, con l’analista Gianluca Ferrari che si è definito piuttosto scettico sulla nuova governance di Azimut Holding, aggiungendo che i regolatori potrebbero non trovare tale modello appropriato, e che la scelta migliore sarebbe probabilmente dovuta essere quella della nomina di un solo CEO di alto profilo.
Naturalmente, pronta è stata la replica di Azimut, con lo stesso Giuliani che ha spiegato come i 5 co-CEO abbiano alle spalle una lunga serie di obiettivi raggiunti, e che l’attuale quotazione del titolo Azimut (con la compagnia che è capitalizzata intorno a 2,4 miliardi di euro) rimane pur sempre sottovalutata per Giuliani. “Il DNA di Azimut – ha poi aggiunto il presidente – è di essere indipendenti. Non vedo come qualsiasi operatore italiano possa presentare un’offerta di acquisto che possa costruire valore per i nostri azionisti”.
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