L’impatto ambientale del Black Friday: ecco quanto costano gli “sconti” della festa del consumismo

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Il Black Friday, un evento molto atteso in una società consumista come quella in cui viviamo oggi, non solo rappresenta la celebrazione del materialismo e del vuoto che permea l’esistenza di milioni di individui, ma al tempo stesso comporta un impatto significativo per l’ambiente, per via dell’aumento considerevole delle emissioni di CO2 e dei rifiuti.

In un contesto in cui lo shopping a prezzi scontati (ma non sempre) sembra imperante, è cruciale esaminare da vicino le conseguenze ambientali di questa frenetica corsa agli acquisti. Infatti se proprio non si vuole indurre una riflessione volta a proporre un alternativo modello di consumo e una conseguente ridefinizione delle priorità di famiglie e imprese, forse si potrebbe spingere almeno sull’aspetto della difesa dell’ambiente.

L’impatto del Black Friday in termini di emissioni e rifiuti

Il Black Friday dell’anno scorso ha segnato un picco preoccupante nelle emissioni di CO2. I camion impiegati per il trasporto dei pacchi nei magazzini e nei negozi europei hanno rilasciato nell’atmosfera ben 1,2 milioni di tonnellate di CO2, secondo il rapporto di Transport&Environment. Questo dato rappresenta un aumento del 94% rispetto a una settimana media, paragonabile alle emissioni di circa 7.000 voli da Parigi a New York.

Nonostante l’evento del Black Friday, e con esso la possibilità, o spesso l’illusione, di riuscire ad accaparrarsi un qualche oggetto a un prezzo scontato, spingano i consumatori a effettuare acquisti che potrebbero invece evitare, e a non riflettere sulla sostenibilità ambientale, è fondamentale considerare che la provenienza della merce, i materiali di imballaggio e la logistica di consegna generano notevoli quantità di rifiuti e contribuiscono all’aumento delle emissioni di gas serra.

Il 25% delle emissioni globali è attribuibile alle attività commerciali, come evidenziato dal Paper di Up2You Insight. Più del 90% di queste emissioni sono indirette, legate alla produzione dei beni, al trasporto e alla gestione dei rifiuti. Un intervento mirato nella filiera produttiva e una consapevolezza da parte dei consumatori possono effettivamente influenzare questa situazione.

Il Chief Sustainability Officer di Up2You, Alessandro Broglia, suggerisce una doppia strategia per ridurre l’impatto ambientale del Black Friday:

  • Imprese: devono affrontare le sfide delle emissioni indirette, intraprendendo un percorso di calcolo delle emissioni e definendo una strategia di miglioramento.
  • Consumatori: devono fare scelte oculate, preferendo prodotti durevoli ed evitando soluzioni di consumo e usa e getta.

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Black Friday online: un altro aspetto del problema

Oltre alle emissioni dirette legate al trasporto dei prodotti, il Black Friday online ha un impatto indiretto, derivante dall’intenso utilizzo dei dispositivi digitali. In Italia, il 71,72% degli acquirenti sceglie l’opzione online, aumentando le emissioni digitali provenienti dai data center e dalle reti di telecomunicazione.

Le aziende stanno definendo obiettivi a lungo termine per ridurre le emissioni dirette, ma è fondamentale considerare anche l’impatto indiretto del consumo online.

Anche Greenpeace lancia l’allarme Black Friday

Greenpeace solleva l’allarme sull’impatto ambientale della frenetica corsa agli acquisti, considerando il Black Friday come il culmine del consumo nelle società consumistiche. Con il 55% della popolazione mondiale che risiede nelle città e l’aspettativa di raggiungere il 70% entro il 2050, il consumo urbano è responsabile del 70% di tutte le emissioni globali di gas serra.

La produzione e la distribuzione intensiva di beni e servizi contribuiscono al rilascio di gas serra nell’atmosfera, mettendo in luce la necessità di riconsiderare il nostro approccio al consumo per preservare l’ambiente.

Il peso ambientale dei camion

In Europa, i camion costituiscono il 64% delle emissioni legate al trasporto delle merci. Durante il Black Friday, queste emissioni aumentano in modo drammatico, registrando un picco del 94%. La principale causa di questa impennata ambientale è da attribuire ai camion alimentati a diesel, una fonte dannosa per il clima e l’ecosistema.

Il paradosso sta nel fatto che, nonostante la consapevolezza della problematica, i camion a emissioni zero rappresentano una quota irrisoria, costituendo meno dell’1% delle nuove acquisizioni nel settore dei trasporti.

Per affrontare questa sfida ambientale, è imperativo agire sul fronte dei trasporti. I governi dovrebbero incentivare l’adozione di camion a emissioni zero, mentre le aziende devono abbracciare politiche di approvvigionamento sostenibile. Solo così sarà possibile iniziare a mitigare l’impatto ambientale legato al Black Friday.

Un vero e proprio cambiamento però si può ottenere solo adottando un nuovo modello di consumo. Il consumismo tuttavia è la linfa vitale di una società capitalista come quella in cui viviamo, e difficilmente l’emergenza ambientale, o qualsiasi altra emergenza, potrà indurre cambiamenti significativi in questa direzione.

Il picco di inquinamento durante la settimana degli sconti

L’aumento della partecipazione italiana al Black Friday, sia online che offline, ha ripercussioni dirette sull’ambiente, come indicato dal presidente Alessandro Miani. Durante questa settimana di sconti frenetici, un gran numero di persone si sposta utilizzando l’automobile, incrementando le emissioni di CO2, ossidi di azoto e particolato fine nell’aria.

Tuttavia, sono gli acquisti online a esercitare un impatto particolarmente significativo sull’ambiente. Ogni prodotto acquistato online deve affrontare un lungo percorso, passando attraverso vari hub e magazzini, coprendo spesso migliaia di chilometri prima di giungere al destinatario. Con milioni di consumatori che effettuano acquisti simultanei, i costi ambientali raggiungono livelli estremamente elevati.

Un segnale positivo emerge da una recente indagine condotta da Ipsos, rivelando un cambiamento significativo di mentalità tra i consumatori italiani. Il 66% degli intervistati è ora disposto a pagare di più per acquistare prodotti veramente sostenibili.

Questa crescente sensibilità del pubblico italiano verso la sostenibilità è un segnale che le aziende devono interpretare attentamente. Investire in pratiche sostenibili non solo risponde alle esigenze dei consumatori ma offre anche benefici significativi alle imprese stesse.

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