Fixed Premium Certificate: caratteristiche e funzionamento

I Fixed Premium Certificate sono una tipologia di certificati finanziari che hanno come principale caratteristica quella di pagare uno o più premi fissi, indipendentemente dall’andamento della quotazione dell’asset sottostante.

Cerchiamo di saperne di più su questi specifici strumenti finanziari, che potete negoziare sul mercato SeDeX di Borsa Italiana.

Caratteristiche e funzionamento

Come abbiamo già anticipato nelle scorse righe, i Fixed Premium Certificate sono caratterizzati dal fatto che nel corso della vita dello strumento finanziario pagano premi fissi, che non dipendono dalle evoluzioni delle quotazioni dell’asset finanziario sottostante.

Si tratta pertanto di strumenti che possono accontentare quei risparmiatori / investitori che desiderano ricevere un flusso di introiti fisso e predeterminato, già a partire dalla prima data di valutazione intermedia.

In aggiunta a ciò, nel caso in cui i certificati giungano a scadenza quotando un valore superiore al valore iniziale, restituiscono il capitale investito e, in più, pagano un extra premio che incrementa la prestazione del sottostante fino a un cap predeterminato in sede di apertura della propria posizione su questo strumento.

Cosa succede a scadenza

Compreso che, dunque, il primo elemento di valutazione di questo strumento non potrà che essere rappresentato dall’analisi dei premi fissi, risulta di interesse soffermarsi altresì su cosa accada alla scadenza dello strumento finanziario.

Gli scenari potranno essere diversi.

Il primo, e più favorevole, è legato all’ipotesi in cui il sottostante quoti al di sopra del valore iniziale. In questo caso il certificato può restituire fino al doppio della prestazione positiva effettuata dal sottostante, fino a una percentuale massima (il cap), indicato dal regolamento del prodotto.

Il secondo scenario è invece legato alla possibilità che il sottostante quoti tra il valore iniziale e la barriera: in questo caso, il certificato agisce in maniera protettiva e tutelante, andando a restituire il capitale nominale versato in apertura.

Il terzo scenario è infine legato al fatto che il sottostante quoti al di sotto della barriera. In questo caso, evidentemente più sfavorevole, l’investitore riceverà un importo che sarà commisurato alla prestazione dello stesso sottostante, con conseguente perdita sul capitale investito.

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