I certificati Benchmark sono una particolare categoria di certificati a capitale condizionatamente protetto, rivolti agli investitori che hanno una propensione al rischio medio – alta, considerato che l’investimento potrebbe essere soggetto a perdite anche particolarmente importanti (il payoff finale rispecchia l’evoluzione dell’asset sottostante).
Dove si negoziano
I certificati Benchmark sono strumenti finanziari che possono essere negoziati sul mercato SeDeX di Borsa Italiana e sul sistema multilaterale di negoziazione EuroTLX. Le negoziazioni possono avvenire nei giorni di mercato aperto.
Gli elementi del certificato
Il certificato è contraddistinto per la presenza di:
- sottostante: l’attività da cui dipende il valore del certificato (azione, indice azionario, materia prima, tasso di cambio, ecc.);
- scadenza: la data in cui il certificato cessa di esistere;
- emittente: l’istituto finanziario che ha emesso lo strumento;
- lotto minimo: il numero minimo di certificati che possono essere negoziati;
- ISIN: il codice alfanumerico che permette di identificare in modo univoco il certificato.
Come funzionano
Il funzionamento dei certificati Benchmark è piuttosto semplice, considerato che si limitano a replicare l’andamento dell’attività finanziaria sottostante (il rendimento effettivo dell’operazione sarà evidentemente influenzato anche dalla presenza delle commissioni di collocamento).
L’investimento in questo certificato comporta la rinuncia ai proventi legati al sottostante, tranne il caso in cui ci sia un reinvestimento dei dividendi per regolamento, come accade per il Total Return.
Cosa avviene a scadenza
Alla scadenza naturale del certificato viene rilevato il valore dell’asset finanziario sottostante, con due diversi scenari principali:
- se l’asset sottostante ha dato vita a una performance positiva, il valore del certificato ne subirà un coerente incremento, con utile per l’investitore;
- se l’asset sottostante ha dato via a una performance negativa, il valore del certificato ne subirà un coerente decremento, con perdita per l’investitore.
Dunque, nel primo caso il certificato rimborsa il prezzo di emissione maggiorato della prestazione del sottostante, mentre nel secondo caso il certificato rimborsa un valore inferiore al prezzo di emissione e in linea con la performance del sottostante.
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