Criptovalute, la Corea del Sud valuta la chiusura degli scambi

Negli ultimi giorni i politici sudcoreani hanno aderito in massa al coro di critiche rivolte alle criptovalute. Tanto che, stando alla stampa locale, è sempre più probabile che il governo di Seoul possa presto valutare concretamente la possibilità di chiudere gli scambi nazionali di valuta virtuale, cercando in tal modo di arginare il rischio di “criminalità speculativa“.

Peraltro, la dura presa di posizione del Paese asiatico arriva proprio in concomitanza con altri approcci similari: dagli Stati Uniti alla Germania, molti esecutivi stanno cercando di trovare un modo per regolamentare in maniera più severa il fenomeno, scongiurando il pericolo di riciclaggio di denaro sporco attraverso la blokchain, e altri reati finanziari.

Più nel dettaglio, rispondendo alle domande in Parlamento, il capo della Commissione per i servizi finanziari della Corea del Sud ha dichiarato che

il governo sta considerando la chiusura di tutti gli scambi di valute virtuali locali, o solo quelli che hanno violato la legge.

Separatamente, il governatore della Banca di Corea Lee Ju-yeol ha dichiarato in una conferenza stampa che

la criptovaluta non è una valuta legale e non viene utilizzata come tale.

Al momento, ricordiamo – come abbiamo già evidenziato nelle ultime settimane – come i governi di tutto il mondo stiano ancora discutendo su come affrontare i rischi provocati dalle criptovalute come Bitcoin – la moneta virtuale più popolare del mondo, la cui capitalizzazione è cresciuta di più di 1.700 per cento lo scorso anno, salvo poi retrocedere parzialmente in apertura di 2018.

Peraltro, non sfugge il fatto che i prezzi di Bitcoin siano crollati da quando la Corea del Sud ha annunciato la scorsa settimana che potrebbe vietare gli scambi di criptovalute nazionali: una notizia che ha fatto evidentemente il suo effetto nei confronti della valuta virtuale, che anche trascinata dal timore che altri Paesi possano seguire quello asiatico, ha perso quasi il 20% in un solo giorno.

Ad ogni modo, niente sembra essere certo. Hong Nam-ki, ministro dell’ufficio per il coordinamento delle politiche governative, ha infatti affermato che le opinioni sul trading di criptovalute sono nettamente divise all’interno dell’esecutivo. Il ministro della Giustizia della Corea del Sud ha inoltre dichiarato la scorsa settimana che il ministero stava effettivamente preparando una proposta di legge per vietare il trading di criptovaluta, elemento che ha fatto scendere drasticamente i prezzi del bitcoin e ha gettato il mercato in tumulto.

È altresì vero che il percorso verso una regolamentazione più severa ha altresì scatenato una forte reazione da parte di molti sudcoreani, migliaia dei quali hanno firmato una petizione sul sito web della Presidenza per fermare il divieto di trading di criptovalute.

Abbiamo iniziato a considerare la valuta virtuale da un punto di vista a lungo termine, in quanto le banche centrali potrebbero iniziare a emettere valute digitali in futuro. L’analisi è in corso presso la Bank of International Settlements, e ci vede direttamente coinvolti

dichiarano infine dalla Banca centrale sudcoreana.

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