Opzioni binarie e CFD Trading sulle criptovalute a rischio divieto? Il 5 febbraio scade ultimatum ESMA

Scade il prossimo 5 febbraio il termine fissato dall’ESMA (Autorità europea sulla sicurezza mercati finanziari) per raccogliere spunti su potenziali misure di product intervention da adottare in relazione a prodotti finanziari derivati come i Contract for difference (CFD), i rolling spot forex (contratti spot su valute con caratteristiche di rotatività) e le opzioni binarie. L’obiettivo dell’ESMA è quello di arrivare, partendo proprio dalla proposte, ad una seria limitazione dell’operatività di tali strumenti. Potenzialmente si potrebbe anche arrivare all’introduzione di limiti non solo per quello che riguarda il trading binario ma anche per quanto concerne il CFD trading sulle criptovalute che in questo periodo, complice la criptomania, sta incontrato un successo che appare inarrestabile. 

L’intervento dell’ESMA è avvenuto sulla base dell’ art. 40 del Regolamento UE n. 600/2014 (MiFIR) che stabilisce che, al verificarsi di determinate condizioni, l’ESMA ha il potere di vietare temporaneamente o limitare nell’Unione la commercializzazione, la distribuzione o la vendita di specifici strumenti finanziari. Già a dicembre nell’articolo sul possibile trading binario vietato avevamo lanciato la notizia dell’avvio della fase di consultazione dell’ESMA che ora è appunto quasi giunta a conclusione. 

Ma cosa può avvenire sul mercato delle opzioni binarie e del trading di CFD se l’ESMA dovesse avere mano libera al termine della consultazione? Alla stato attuale dei fatti l’Autorità sta procedendo nell’ottica di una valutazione dell’introduzione di un divieto sulla pubblicità, la distribuzione e la vendita ad investitori privati di opzioni binarie. Il procedimento però non riguarda solo il trading binario. L’ESMA ha infatti presentato delle proposte che potrebbero limitare la pubblicità, la distribuzione e la vendita di CFD.

Più nel dettaglio, l’ESMA sta prendendo in considerazione la possibilità di introdurre limiti di leva finanziaria sull’apertura di ogni posizione tra 30:1 e 5:1. Come si apprende dallo stesso comunicato dell’Autorità, tali limiti varieranno “in base alla volatilità dell’asset sottostante”. In particolare per quello che riguarda i CFD sulle principali valute sarà valutato un limite di 30:1; per quanto concerne i CFD su valute emergenti e indici azionari sarà valutato un limite di 20:1; per quello che riguarda CFD su oro e altre commodity principali sarà valutato un limite di 20:1; per quanto concerne i CFD su commodity più volatili dell’oro e indici azionari minori sarà valutato un limite a 10:1. Per finire, in relazione alle singole azioni sarà considerato un limite alla leva finanziaria di 5:1

Ma non si tratta solo di questo. L’ESMA, infatti, è favorevole all’introduzione sui CFD di una protezione dal saldo negativo in modo tale da offrire un limite garantito sulle perdite dei clienti.

Le proposte restrittive dell’ESMA riguardano anche il trading sulle criptovalute. Su questo fronte l’autorità sta prendendo in considerazione il possibile adattamento al quadro normativo dei CFD sulle criptovalute, di più recente emissione. In quest’ottica è previsto che la leva finanziaria su questi contratti debba avere un limite pari a 5:1. Secondo l’ESMA tale livello che “fornirebbe agli investitori una protezione sufficiente” dal rischio volatilità molto forte nelle crypto. Tale proposta sarebbe, a conti fatti, la meno restrittiva perchè sul tavolo c’è anche la possibilità di introdurre limiti di leva ancora inferiori (si parla addirittura di un 1:1) o, nello scenario peggiore in assoluto, il divieto di commercializzazione, distribuzione e vendita di CFD in criptovalute.

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