La decisione di Twitter di introdurre un rigido divieto in materia di advertising su Bitcoin e criptovalute, ha determinato il crollo della quotazione BTC. Un vero e proprio panic selling ha colpito tutto il mondo delle monete virtuali con il prezzo del Bitcoin che è scivolato sotto quota 8000 dollari. Il forte ribasso del BTC ma anche di Ethereum, di Ripple, del Bitcoin Cash e, più in generale, di tutte le altcoin, ha dato l’impressione che la notizia del ban di Twitter potesse essere inattesa. In realtà, però, Twitter aveva già annunciato da almeno una settimana la sua intenzione di stringere la vite sulle criptovalute. Ma a parte la presenza di chiari segnali in tal senso, tutti gli investitori erano da tempo perfettamente consapevoli che anche Twitter avrebbe adottato una decisione simile allineandosi agli analoghi provvedimenti presi già in precedenza da Facebook e da Google. A seguito dei divieti di fare pubblicità sulle criptovalute che sono stati introdotti dai colossi del web oggi in pratica il mondo del web advertising è completamente off-limit (se non a precise deroghe) verso le criptovalute.
I motivi alla base del ban di Twitter sono quindi gli stessi che in precedenza spinsero anche Google e Facebook ad adottare provvedimenti simili. Anche Twitter nel comunicato stampa con cui è stata annunciata l’introduzione del ban ha parlata della necessità di difendere gli utenti dalla possibilità di incappare in frodi ed abusi. In pratica c’è quindi tutto un filone che oramai si è andato perfettamente a delineare. Come era già avvenuto nel momento in cui erano state Google e Facebook ad introdurre il divieto di fare pubblicità sulle criptovalute, anche in ques’ultimo caso alla notizia del ban è corrisposto il crollo del Bitcoin. Secondo il co-fondatore della piattaforma CoinFi Timothy Tam, “l’odierna notizia sul ban di Twitter contribuirà significativamente ad acuire il sell-off” in atto su tutte le criptovalute. Per farla breve il divieto di Twitter cade in un momento grafico particolare. Da tempo oramai il Bitcoin, Ripple, Ethereum e tutte le criptovalute hanno perso di vista i guadagni stellari di un tempo. La volatilità, pur restando accentuata soprattutto a livello intraday, non ha piùà spinto la quotazione BTC su livelli alti.
E’ quindi probabilmente il sentimt generale, più che il ban di Twitter, ad aver causato il nuovo crollo del Bitcoin. Secondo Spencer Bogart, partner di Blockchain Capital, poichè tutti erano già a conoscenza dei precedenti di Google e di Facebook, non si può davvero pensare che il ban di Twitter possa da solo aver dato luogo ad un simile movimento ribassista. E’ appunto alla luce di tale considerazione che si può ritenere che il forte ribasso del Bitcoin possa oggi lasciare spazio a una risalita. Comprare BTC o investire sulla quotazione BTC con questi prezzi, può quindi diventare molto conveniente se si ritiene che, dopo il sell-off innescato dal ban di Twitter, la criptovaluta possa recuperare.
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