Il ministro delle Finanze del Lussemburgo, Pierre Gramegna, ha dichiarato che verrà creato un quadro legale che regolamenti l’uso della tecnologia blockchain nell’ambito delle transazioni finanziarie; ha aggiunto inoltre che il governo ha presentato con successo un disegno di legge incentrato sulla tecnologia del registro distribuito, il cui obiettivo principale è di fornire agli investitori e alle imprese un ulteriore livello di certezza del diritto.
“In attesa di standard globali e uniformi, non resta che confrontare le esperienze di singoli paesi volenterosi di esplorare questo settore”, commenta Anatoliy Knyazev di Exante, broker con sede a Malta, prima nazione al mondo a varare una legislazione che abbraccia exchange di criptovalute, ICO e aziende che si basano sulla tecnologia blockchain.
Negli ultimi giorni il fermento europeo nei confronti del fenomeno blockchain sembra essere cresciuto, ad esempio, per quanto riguarda l’Italia, proprio ieri il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio ha aderito alla creazione del Partenariato europeo per la blockchain. L’iniziativa include altri 26 paesi del Vecchio Continente. “Tutto quello che prima aveva un intermediario oggi non ce l’avrà più perché la blockchain supererà gli intermediari. Vi rendete conto che è una rivoluzione epocale, come internet”, ha detto Di Maio da Bruxelles.
Quella delle normative è una partita decisiva, lo dimostra l’interesse sempre crescente del mercato nei confronti dei derivati delle crypto in ambiente regolamentato. “L’incertezza regolatoria tiene ancora lontani gli investitori istituzionali, frenando così lo sviluppo del mercato”, spiega Kyazev.
A cura di Matteo Oddi
Seguici su Telegram
Rimani aggiornato con guide e iniziative esclusive per gli iscritti!