Il prezzo del bitcoin continua la sua fase laterale attorno quota 6500 dollari. La famosa volatilità della regina delle criptovalute ha formato nuovi minimi per il 2018.
Negli ultimi mesi non sono mancati gli analisti che hanno predetto l’avvento di un breakout rialzista o ribassista, eppure nessuno dei due scenari si è infine verificato. I volumi sono scesi sotto i 10 miliardi di dollari, a indicare la volontà di molti operatori di stare in disparte per il momento.
E così, mentre Wall Street si interroga rispetto al lancio dei futures di Bakkt o all’eventuale approvazione di un ETF sul bitcoin, i dati di Cboe Global Markets rivelano che la volatilità storica di 20 giorni del BTC (31,5%) arriva a risultare inferiore rispetto a quelle delle azioni di grandi società tech quotate in borsa come Amazon (35%), Netflix (52%) and Nvidia Corp (40%).
Basti ricordare che quando il bitcoin stava cominciando la sua discesa dai massimi storici di quasi 20.000 dollari all’inizio di quest’anno, la sua volatilità storica a 20 giorni ha raggiunto il 140%.
“Che si tratti di maturazione del mercato o meno, il bitcoin è comunque rimasto indifferente al più ampio sell-off sui mercati”, scrive Anatoliy Kyazev di Exante, facendo riferimento alle preoccupazioni per la guerra commerciale Cina-USA e dal rifiuto formale della legge di bilancio italiana da parte dell’Unione Europea (UE).
“E, ovviamente, in tempi di incertezza come quelli che si annunciano, questa qualità diventa molto apprezzata dagli investitori”, chiosa Knyazev.
Nelle ultime 24 ore il Dow è sceso di circa lo 0,5%, mentre il bitcoin è aumentato di circa lo 0,77%.
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