Criptovalute, non c’è pace per Bitcoin & co.

Le turbolenze hanno interessato ancora una volta i mercati criptovalutari nella giornata di ieri, con quasi tutte le più note valute virtuali che hanno ceduto il passo all’interno di uno scenario in cui la fiducia nell’asset class sembra essere messa sempre più a dura prova.

E così, Bitcoin ha perso il 13 per cento a 4.051 dollari, portando il calo di questa settimana a più del 25 per cento. Ricordiamo che la più nota e scambiata criptovaluta lo scorso dicembre era stata scambiata a quasi 20.000 dollari. Il movimento di BTC ha evidentemente indotto alla svendita di vari token rivali, come Ether, Litecoin e XRP.

Insomma, dopo mesi di relativa stabilità, coloro che attendevano un’improvvisa impennata delle quotazioni delle criptovalute sono rimasti evidentemente delusi dall’improvviso crollo del mercato del mese di novembre e da un aumento delle revisioni normative. Secondo CoinMarketCap.com, gli asset digitali hanno perso quasi 700 miliardi di dollari di valore di mercato da quando la cripto-mania ha raggiunto il suo apice, a gennaio. Di contro, il trading sui mercati a termine, dove agli investitori è concesso di “scommettere” sul declino di Bitcoin, è salito vertiginosamente.

Mentre non sono chiare le motivazioni che hanno indotto l’ultima ondata di vendite, non sfugge il fatto che sia coincisa con un hard fork di Bitcoin Cash. La mossa, che ha diviso in due le ramificazioni del Bitcoin originale, ha sottolineato ancora una volta la natura spesso caotica della comunità criptovalutaria, continuamente tormentata dalle lotte intestine.

Sempre alla ricerca delle possibili motivazioni di un simile comportamento nell’ecosistema criptovalutario, Marc Ostwald, stratega globale di ADM Investor Services International a Londra, ha precisato come probabilmente non ha aiutato il fatto di vivere in un ambiente fortemente avverso al rischio, con le azioni sotto pressione.

Anche le preoccupazioni normative hanno pesato sul sentimento complessivo di mercato. Rammentiamo come venerdì scorso, la U.S. Securities and Exchange Commission abbia annunciato sanzioni contro due società criptovalutarie che non avrebbero registrato le loro offerte iniziali di moneta come titoli. E martedì, Bloomberg ha riferito che il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti sta indagando se il rally dell’anno scorso sia stato alimentato in parte dalla manipolazione, con i trader che hanno contribuito a supportare le quotazioni di Bitcoin attraverso Tether – un token digitale popolare, ma controverso.

Per Ostwald, la decisione della SEC è equivalente a “un chiodo nella bara”, e con il parlare di manipolazione dei prezzi sul mercato, le cose stanno peggiorando.

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