Banca cinese annuncia Blocco account collegati a Bitcoin: è repressione!

Non è un momento positivo per le criptovalute e le notizie in arrivo dalla Cina rischiano di peggiorare ancora di più il sentiment del settore. E’ news delle ultime ore la decisione di una delle più importanti banche commerciali cinesi, la Agricultural Bank of China, di reprimere le transazioni crittografiche e di bloccare gli account che sono collegati a Bitcoin. La banca ha fatto capire abbastanza chiaramente che il suo obiettivo è quello di attuare una forte stretta su tutte le attività che riguardano le criptovalute.

La decisione è contenuta in una brevissima dichiazione che è stata pubblicata integralmente da East Money.

La notizia si è immediatamente diffusa a macchia d’olio e l’impatto sull’andamento delle quotazioni delle criptovalute è stato immediato. Il prezzo di Bitcoin, Ethereum e di tante altre altcoin, infatti, ha subito fatto registrare un forte ribasso. In particolare, solo nell’ultima ora, il prezzo del Bitcoin ha perso il 4 per cento mentre rispetto a 24 ore fa, le quotazioni del BTC sono in calo del 6,6 per cento. Ancora peggio è andata alla seconda criptovaluta per capitalizzazione ossia Ether. Il cross ETHUSD ha registrato un calo del 5 per cento nell’ultima ora e del 7 per cento in un solo giorno. 

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Transazioni in Bitcoin vietata: cosa ha deciso la Agricultural Bank of China

Nello stringato comunicato della Agricultural Bank of China si afferma che la banca sta vietando l’utilizzo dei suoi servizi per effettuare transazioni di criptovaluta come Bitcoin.

La banca ha anche reso noto che proverà ad intensificare il monitoraggio sulle transazioni dei clienti al fine di indivuduare le attività sulle criptovalute. Successivamente saranno poi adottate misure come la sospensione delle transazioni del conto e la cessazione dei servizi ai clienti. La repressione sarà immediata e le attività di violazione della normativa preposta saranno immediatamente segnalate alle attività competenti. 

La banca ABC è una delle quattro più importanti banche cinesi ed è quotata in borsa dal 2010. Nonostante le sue azioni siano sul mercato, la Agricultural Bank of China resta sotto uno stretto controllo governativo. Infatti il maggiore azionista della banca è il veicolo di investimento statale Huijin Investment, che possiede oltre il 40 per cento della società.

Particolare fondamentale: la banca che ha annunciato la repressione di Bitcoin e criptovalute risulta essere una delle cinque istituzioni finanziarie che attualmente stanno collaborando con la Banca centrale del popolo cinese nel progetto dello Yuan Digitale ossia della criptovaluta di stato cinese. 

Questa “coincidenza” conferma quello che alcuni analisti sospettavano da tempo: lo Yuan Digitale è un progetto che nasce per imbrigliare e snaturare quelle che sono le fondamenta stesse delle criptovalute. 

Per dirla con altre parole, lo Stato riconosce i lati positivi delle criptovalute ma riporta tutto il settore sotto al suo controllo. 

Nell’immediato, però, novità sullo Yuan digitale possono condizionare l’andamento anche di Bitcoin e Ethereum. Per sfruttare eventuali oscillazioni di prezzo è possibile investire con il broker eToro.

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Cina reprime mining criptovalute 

La mossa della Agricultural Bank of China conferma che in Cina sia in atto una stretta sul Bitcoin. E’ da alcune settimane che Pechino non fa mistero della sua intenzione di intensificare i controlli. La campagna contro le croptovalute è stata giusutificata alla luce dell’incremento dei casi di frodi e truffe. In realtà, come hanno commentato alcuni analisti, l’obiettivo è mettere sotto controllo tutto il settore. La repressione si è accanita in modo particolare sul mining tanto che molti minatori hanno iniziato a trasferirsi all’estero.

In questa situazione emerge il ruolo di El Salvador. Il minuscolo paese sudamericano sta provando ad attirare investitori rendendo legale il corso del Bitcoin non senza problemi come si può leggere in questo articolo

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