Comprare Bitcoin e criptovalute? Prospettive con la guerra in Ucraina

Nel corso del fine settimana il prezzo del Bitcoin ha consolidato il suo assestamento in area 40 mila dollari. Nonostante le tensioni geopolitiche la price action in atto su BTC sembra essere molto interessante. Il sentiment degli investitori resta cauto e nessuno si fa illusioni circa la possibilità che anche questa nuova settimana possa riservare molta incertezza e quindi instabilità. 

Il dato certo è che Bitcoin non è crollato a seguito dell’invasione dell’Ucraina.

Dal punto di vista tecnico il grafico settimanale offre uno spunto molto interessante poichè il valore minimo raggiunto in occasione dell’invasione dell’Ucraina (pari a 34.300 dollari) è stato comunque più elevato (higher low) rispetto al minimo di 32.800 dollari registrato nel mese di gennaio.

Ciò sta a significare che la guerra Russia Ucraina potrebbe riservare prospettive interessanti per Bitcoin e, più in generale, per tutte le criptovalute. Tali effetti possono essere sfruttati per investire sui vari asset digitali.

Visto però che la situazione è molrto fluida e che il sentiment resta incerto, è fondamentale fare prima pratica in modalità demo per poi passare solo dopo ad un investimento con soldi reali. Il broker eToro, con il suo conto virtuale di 100 mila dollari, piò essere la soluzione ideale. 

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Perchè comprare criptovalute con la guerra in Ucraina?

Non è tanto la guerra in Ucraina ad aprire delle prospettive rialziste sulle criptovalute (Bitcoin in primis) quanto gli effetti che il conflitto russo potrebbe provocare a cascata. Secondo un report che circola negli ambienti dei servizi segreti, c’è la seria possiblità che i miliardari russi possano aggirare qualsiasi sanzione imposta alle banche di Mosca proprio attraverso le criptovalute. I cosiddetti oligarchi russi, infatti, potrebbero tranquillamente comprare beni e servizi e proseguire nel fare investimenti in criptovalute anche fuori dai paesi che avranno le conseguenze economiche più pesanti dall’invasione dell’Ucraina.

I precedenti non mancano. Nel lontano 2019 alcuni iraniani riuscirono ad ottenere delle donazioni in criptovalute da parte delle vittime delle inondazioni nonostante sulla Repubblica Islamica fossero in vigore delle sanzioni internazionali. Dal Medio Oriente all’America Latina come dimenticare la proposta del presidente del Venezuela Nicolás Maduro di introdurre una legge grazie alla quale le criptovalute potevano essere utilizzate per eludere i blocchi imposti dagli Usa a Caracas?

La verità, come rivelato dal CEO di Quantum Economics, Mati Greenspan, è che se una persona facoltosa teme che i suoi conti possano essere congelati a causa delle sanzioni, può semplicemente convertire i suoi asset in Bitcoin o altre criptovalute. E’ questo il motivo per cui i prezzi dei crypto-asset potrebbe crescere in modo considerevole in scia alla guerra in Ucraina. Una situazione da sfruttare con il trading online ma avendo cura nello scegliere broker che offrono strumenti avanzati come ad esempio il Copy Trading eToro grazie al quale è possibile copiare dai traders più bravi sulle criptovalute. 

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Che le criptovalute possano essere usate dagli oligarchi russi per aggirare le sanzioni contro Mosca se ne è accorta anche l’Europa. Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea (BCE), ha esortato i legislatori ad quanto prima un quadro normativo sulle criptovalute in modo tale da impedire alla Russia di aggirare le sanzioni economiche e finanziarie utilizzando proprio i crypto-asset. 

Nel corso di una riunione informale fra i ministri dell’economia e delle finanze, la Lagarde ha affermato che l’EuroTower è pronto ad agire con con fermezza e rigore per attuare le sanzioni imposte dai paesi europei contro la Russia. Tuttavia, ha aggiunto la governatrice, è necessaria l’approvazione di un quadro normativo sulle criptovalute, per evitare che i miliardardi di Mosca possano aggirare e quindi rendere vane le restrizioni. 

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