dividendi

Le azioni da dividendo sono un caposaldo del portafoglio di tutti gli investitori che cercano dei flussi di reddito ricorrente ma guai a liquidarle come investimenti da cassettisti! Le azioni da dividendo, infatti, hanno infatti un ruolo da svolgere in qualsiasi portafoglio, indipendentemente dall’età dell’investitore o dalle circostanze finanziarie.

Quando ad esempio i dividendi pagate dalle società per azioni non vengono liquidati, ma reinvestiti, si trasformano in nuove azioni, e più azioni si possiede, e più grandi saranno i futuri dividendi. Insomma, una sorta di effetto valanga che gli investitori conoscono fin troppo bene, considerato che il reinvestimento dei dividendi ha rappresentato il 42% del rendimento medio annuo totale dell’indice Standard & Poor’s 500 dal 1930 ad oggi, stando a una recente ricerca del Santa Barbara Asset Management.

Allo stesso tempo, non tutto è oro quel che luccica, considerando che vi è enorme spazio di errore per gli investitori azionari di dividendi, dalla scelta di società con dividendi inaffidabili alla concentrazione delle proprie aspettative di rendimento sul solo dividendo e non sul capital gain.

Proprio per questo motivo abbiamo voluto compiere un approfondimento sulle azioni da dividendo sperando possa servirvi per un miglior investimento!

Cosa centrano i dividendi con gli investimenti? Al di là della tendenza a comprare azioni che staccano dividendi interessanti, le cedole sono anche un’occasione per investire attraverso strumenti derivati come i Contratti per Differenza. Nella tabella in basso sono elencati i broker che danno la possibilità di fare trading sulle azioni da dividendo.

Dal dividendo all’azione da dividendo

Un dividendo è una quota degli utili di una società, distribuiti agli azionisti. Di solito corrisposta semestralmente o annualmente (più raramente trimestralmente, soprattutto in Italia), è una sorta di bonus per gli investitori.

I dividendi sono un modo per gli azionisti di partecipare e di condividere la crescita del business sottostante, al di là dell’apprezzamento del prezzo delle azioni. Questa condivisione della ricchezza può peraltro avvenire in due modi: dividendi in contanti o dividendi in azioni.

In Italia, per esempio, la maggior parte dei dividendi sono dividendi in contanti, ovvero pagamenti in contanti effettuati sulla base delle azioni detenute dagli investitori. Ad esempio, se una società paga un dividendo di 20 centesimi per azione, un investitore con 100 azioni riceverebbe 20 euro in contanti. I dividendi azionari rappresentano invece un aumento percentuale del numero di azioni possedute. Se un investitore possiede 100 azioni e la società emette un dividendo azionario del 10%, quell’investitore avrà 110 azioni dopo l’erogazione del dividendo.

Avendo definito cosa è un dividendo azionario ora è più semplice rispondere alla domanda su cosa sia un’azione da dividendo.

Cosa sono le azioni da dividendo

In estrema sintesi le azioni da dividendo sono titoli che, nel corso degli anni, non hanno mai deluso le aspettative ossia hanno sempre staccato un dividendo non solo stabile ma addirittura crescente nel corso del tempo.

Di contro non sono da ritenere azioni da dividendo quelle quotate che invece staccano una cedola ogni tanto senza alcuna continuità di esercizio in esercizio.

Questo è un primo screening. In realtà sono 4 le caratteristiche peculiari di un titolo da dividendo:

  • i dividendi devono essere regolari: di solito azioni da dividendo fanno riferimento ad aziende mature e consolidate, con flussi di cassa stabili e che distribuiscono utili regolarmente (trimestrali, semestrali o annuali).
  • la stabilità: in linea di tendenza, le azioni da dividendo tendono ad appartenere a settori meno volatili, come utility, beni di consumo, banche e assicurazioni. Ciò le rende una scelta per chi cerca investimenti meno rischiosi.
  • rendimento da dividendo alto: un parametro chiave per valutare queste azioni è il dividend yield (rendimento da dividendo), calcolato dividendo il prezzo corrente dell’azione per il dividendo pe azione e quindi moltiplicando per 100. Azioni con più alto dividend yield attraggono di più gli investitori. Se lo yield resta su livelli alti e costanti nel corso del tempo, allora quelle azioni sono da dividendo
  • la cedola deve essere sostenibile: la quotata deve essere in grado di mantenere o aumentare i dividendi. In tal senso un indicatore molto utile è il payout ratio, cioè la percentuale degli utili distribuiti sotto forma di dividendi. Un payout troppo alto potrebbe indicare difficoltà a sostenere i dividendi in futuro.

I dividendi azionari sono garantiti?

No, i dividendi non sono affatto garantiti. Sono a discrezione del consiglio di amministrazione, che effettuerà delle proposte all’assemblea degli azionisti. A differenza di un’obbligazione, che deve pagare una somma di denaro contrattualmente stabilita o finire in default, il consiglio di amministrazione può decidere di ridurre il dividendo o addirittura eliminarlo in qualsiasi momento.

E’ proprio perchè NON sono garantiti che i dividendi accendono l’interesse degli investitori. Spesso si verifica una situazione di questo tipo: una società quotata, inaspettatamente, decide di riconoscere un dividendo. L’effetto è l’immediata salita delle quotazioni e quindi la corsa a comprare quel titolo.

Perché i trader investono in azioni sulla base del dividendo?

Anche se i dividendi non sono garantiti, molti investitori si affidano a loro come a una vera e propria fonte di reddito. Poiché le aziende pagano i loro dividendi in momenti diversi, coloro i quali sono interessati a perseguire una simile strategia possono crearsi un vero e proprio calendario utile per poter ricevere un dividendo ogni periodo dell’anno.

Nel frattempo, gli investitori più giovani – che potrebbero non aver bisogno delle entrate ora – possono mettere quei dividendi al lavoro reinvestendoli sul proprio portafoglio. I piani di reinvestimento dei dividendi automatizzano questo processo, ma anche se reinvesti i tuoi dividendi, sono comunque tassati l’anno in cui li ricevi.

Non solo. Le azioni con dividendi spesso beneficiano anche di rendimenti più elevati rispetto alle obbligazioni quando i tassi di interesse sono bassi, offrendo allo stesso tempo il potenziale di apprezzamento del prezzo delle azioni. Anche se il prezzo diminuisce, il dividendo può ammortizzare un portafoglio con un reddito costante e, se reinvesti quei dividendi, un prezzo azionario più basso ti farà guadagnare più azioni!

Insomma, abbiamo capito che gli investitori possono beneficiare dei pagamenti dei dividendi, anche attraverso i broker CFD.

Perché le aziende pagano dividendi?

Considerato che i dividendi sono in genere un segno di salute finanziaria, un’azienda può offrirli per attirare investitori e aumentare il prezzo delle azioni.

Generalmente, le società pagano i dividendi quando vengono maturati utili, ovvero quando residuano dei soldi dopo aver coperto le spese operative e il reinvestimento nel proprio business. Ecco perché le società mature, che richiedono meno reinvestimenti di capitale, hanno maggiori probabilità di pagare un dividendo.

Perché le aziende non pagano dividendi?

D’altro canto, un’azienda giovane in rapida crescita deve spesso reinvestire tutto il suo capitale per alimentare la crescita e non può permettersi di pagare un dividendo. Alcuni investitori preferiscono questo approccio anche perché i dividendi sono tassati. Se una società che non distribuisce dividendi reinveste il proprio capitale e cresce, gli investitori beneficiano dell’aumento del prezzo delle azioni, con un guadagno che non viene tassato fino alla vendita del titolo, con relativa plusvalenza.

Una società matura può anche rimandare il pagamento di un dividendo a favore del reinvestimento o per coprire i costi. Questo può essere un cattivo auspicio per gli investitori, in particolare se la compagnia è in difficoltà finanziaria.

Come scegliere le azioni da dividendo

Un punto di partenza comune per la scelta di questi investimenti è il rendimento dei dividendi o il dividendo annuale per azione diviso per il prezzo delle azioni. Il rendimento misura il reddito percepito dagli investitori per ogni dollaro investito nelle azioni. Ad esempio, un trading azionario a 100 euro per azione e il pagamento di un dividendo di 3 euro avrebbero un rendimento del dividendo del 3%, con un guadagno di 3 centesimi per ogni euro investito al prezzo di 100 euro.

Gli investitori pensano spesso al dividendo come separato dagli alti e bassi del mercato azionario, ma in realtà sono più collegati di quanto si pensi. Il rendimento dei dividendi e il prezzo delle azioni si muovono infatti in direzioni opposte: se il prezzo delle azioni scende – come spesso accade quando un’azienda è in difficoltà finanziaria – il rendimento da dividendi aumenterà.

Meglio dunque vederci chiaro dietro l’aumento del dividendo. Se ad una società non sta finanziando il suo dividendo attraverso il flusso di cassa e le operazioni, sta probabilmente esaurendo risorse o prendendo a prestito denaro per pagarlo, e normalmente questo non è un approccio sostenibile: il dividendo potrebbe pertanto essere di breve durata.

Ricordate che i dividendi di una società sana devono essere pagati dal flusso di cassa disponibile della società, calcolato come il flusso di cassa operativo al netto delle spese in conto capitale. Le aziende con una comprovata capacità di generare free cash e restituire il denaro agli azionisti nel corso del tempo saranno in una posizione migliore per offrire un rendimento totale superiore, ma niente è immutabile!

Questi criteri sono di fondamentale importanza nella scelta delle azioni da dividendo. Adottando queste strategie, infatti, è possibile selezionare i titoli con i dividendi costanti nel tempo ad inserirli nel proprio portafoglio proprio in ottica investimento.

Esempi di azioni da dividendo sono Coca-Cola, Procter & Gamble, Johnson & Johnson negli Stati Uniti e, in Italia, utility come Enel o Terna o titoli finanziari come Intesa Sanpaolo o Unicredit.

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