Pensione di vecchiaia 2019: cos’è? come ottenerla?

Vi siete mai chiesti quando accedere alla pensione di vecchiaia?

Ovviamente molto dipende dalla vostra età e dagli anni di contribuzione che possedete. Come sempre, noi faremo riferimento alla pensione di vecchiaia 2019, ovvero quella presente oggi sulla base delle norme e delle leggi presenti in questo momento. Non possiamo affermare che essa non cambierà nei prossimi anni, si a livello di età anagrafica, sia anche a livello di età contributiva.

Pensione di vecchiaia 2018 – 2019: a chi spetta?

La pensione di vecchiaia 2019 spetta a tutti i soggetti lavoratori automi o dipendenti che hanno raggiunto un’età tale da consentirgli di smettere di lavorare.

Purtroppo questo concetto, abbastanza ovvio, non lo è per lo stato Italiano, il quale continua ad applicare riforme e a spostare in avanti l’età contributiva e anagrafica dei lavoratori.

Ad oggi, tutte le pensioni si ricevono quando si smette di lavorare. Questo non vale per la pensione di vecchiaia che non deve assolutamente essere confusa con le altre forme di pensione. Ad esempio la pensione anticipata permette di ricevere l’assegno nel momento in cui si è smesso di lavorare per motivi diversi dal raggiungimento dell’età pensionabile.

Possono richiedere la pensione di vecchiaia, tutti i soggetti che abbiano svolto un lavoro, a prescindere che si tratti di uomini o donne, che si tratti di lavoratori del settore pubblico o del settore privato, o anche dal lavoro svolto, se lavoro da dipendente/subordinato o anche come lavoratore autonomo o parasubordinato.

Pensione di anzianità 2019 requisiti

Al fine di accedere alle pensione di Vecchiaia, si devono possedere determinati requisiti:

  1. aver raggiunto l’età pensionabile (prestabilita fino al 2050 dalla legge Fornero);
  2. aver versato contributi per almeno 20 anni.

Pensione di Vecchiaia e lavori Usuranti: come e quando?

Sulla base di quanto stabilito dalla legge Fornero è possibile accedere alla pensione di vecchiaia solo se si sono maturati i requisiti su descritti.

Si tratta di raggiungere un obbiettivo comune, ovvero portare ad un’età identica tutti i contribuenti, uomini o donne, a prescindere dal settore in cui hanno lavorato e la qualifica che aveva. Ad oggi esiste un’unica eccezione, ovvero si tratta di soggetti che hanno svolto lavori gravosi o usuranti, individuati rispettivamente dall’allegato B della legge n. 205 del 2017 e dalla legge n. 67 del 2011.

Solo in questo caso, si potrà parare di lavoratori che godono di uno sconto sull’età pensionabile. Sono definiti tali, i seguenti lavoratori, ovvero i lavoratori che hanno svolto una delle seguenti attività:

  • addetti alla concia di pelli e pellicce;
  • addetti ai servizi di pulizia;
  • addetti spostamento merci e/o facchini;
  • conducenti di camion o mezzi pesanti in genere;
  • conducenti treni e personale viaggiante in genere;
  • guidatori di gru o macchinari per la perforazione nelle costruzioni;
  • infermieri o ostetriche che operano su turni;
  • maestre/i di asilo nido e scuola dell’infanzia;
  • operai edili o manutentori di edifici;
  • operatori ecologici e tutti coloro che si occupano di separare o raccogliere rifiuti;
  • chi cura, per professione, persone non autosufficienti;
  • lavoratori marittimi;
  • pescatori;
  • operai agricoli;
  • operai siderurgici.

Sono definiti lavori usuranti, i seguenti lavori:

  • svolti in galleria, cava, miniera, cassoni ad aria compressa;
  • svolti dai palombari;
  • ad alte temperature;
  • legati alla lavorazione del vetro cavo;
  • espletati in spazi ristretti;
  • asportazione dell’amianto;
  • lavori notturni;
  • lavori alla linea di catena;
  • lavori di conduzione di veicoli pesanti del trasporto pubblico.

Per tutti i soggetti che svolgono lavori gravosi o usuranti, gli anni di contributi versati devono essere almeno 30.

Solo al raggiungimento dei 30 anni di contribuzione si può accedere alla pensione di vecchiaia anche se non si è raggiunta l’età pensionabile valida per gli altri lavoratori. Tutti i lavori gravosi o usuranti devono essere stati svolti 6 anni su 7 degli utili anni di lavoro, o anche in 7 anni degli ultimi 10 anni.

Pensione di vecchiaia: come cambia l’età pensionabile?

Ad oggi l’età per smettere di lavorare e andare in pensione cambia ogni due anni. Essa aumenta sulla base di quanto stabilito dalla legge Fornero che richiede per chi voglia ottenere la pensione di vecchiaia, di possedere:

  • 67 anni nel biennio 2019-2020 (il 67esimo compleanno deve cadere tra l’1 gennaio 2019 e il 31 dicembre 2020), che scendono a 66 anni e 7 mesi per chi ha svolto lavori gravosi o usuranti;
  • 67 anni e 3 mesi nel biennio 2021-22 (66 anni e 10 mesi per chi ha svolto lavori gravosi o usuranti);
  • 67 anni e 4 mesi nel biennio 2023-24 (66 anni e 11 mesi in caso di lavori gravosi o usuranti);
  • 67 anni e 6 mesi nel 2025-26 (67 anni e 1 mese);
  • 67 anni e 8 mesi nel 2027-28 (67 anni e 3 mesi);
  • 67 anni e 10 mesi nel 2029-2030 (67 anni e 5 mesi);
  • 68 anni nel 2031-32 (67 anni e 7 mesi);
  • 68 anni e 2 mesi nel 2033-34 (67 anni e 9 mesi);
  • 68 anni e 4 mesi nel 2035-36 (67 anni e 11 mesi);
  • 68 anni e 5 mesi nel 2037-38 (68 anni);
  • 68 anni e 7 mesi nel 2039-2040 (68 anni e 2 mesi);
  • 68 anni e 9 mesi nel 2041-42 (68 anni e 4 mesi);
  • 68 anni e 11 mesi nel 2043-44 (68 anni e 6 mesi);
  • 69 anni e 1 mese nel 2045-46 (68 anni e 8 mesi);
  • 69 anni e 3 mesi nel 2047-48 (68 anni e 10 mesi);
  • 69 anni e 5 mesi nel 2049-2050 (69 anni).

Calcolo pensione di vecchiaia

Secondo quanto disposto dalla legge, a partire dal 1 gennaio 2012, tutte le pensioni di vecchiaia sono calcolate con il metodo contributivo.

Cosa vuol dire questo?

Vuol dire che l’ammontare della pensione (assegno pensionistico) dipende solo e soltanto dai contributi versati fino al raggiungimento dell’età pensionabile.

Nel caso di periodi precedenti al 2012 (data di entrata in vigore della legge Fornero) l’ammontare della pensione dipenderà anche dalla retribuzione secondo quanto riportato in seguito:

  • lavoratore che abbia iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995 con pensione interamente calcolata col metodo contributivo (meno generoso di quello retributivo, che si basa sulle retribuzioni degli ultimi anni di lavoro, di solito più alte);
  • lavoratore che in base alla riforma Dini (legge n. 335 dell’8 agosto 1995, dal nome dell’allora premier Lamberto Dini) aveva diritto a una pensione di vecchiaia calcolata con metodo retributivo (perché già al 31 dicembre 1995 aveva versato contributi per almeno 18 anni) avrà una pensione calcolata col metodo misto: retributivo fino a tutto il 2011 e contributivo dal 2012 al ritiro dal lavoro;
  • chi al 31 dicembre 1995 aveva meno di 18 anni di versamenti contributivi avrà una pensione calcolata con metodo misto: retributivo fino al 31 dicembre 1995 e contributivo dall’1 gennaio 1996 all’età pensionabile.

Tutti gli iscritti presso l’Inps possono ottenere un calcolo dell’importo della propria pensione sfruttando il servizio “La Mia Pensione INPS” messa a disposizione dall’istituto e presente sul sito www.inps.it

Pensione di vecchiaia senza contributi: quando scatta?

La pensione di vecchiaia spetta a tutti i lavoratori che hanno raggiunto l’età pensionabile e maturato dal primo giorno del mese successivo a quello in cui si è raggiunta quell’età.

Nel caso in cui si è raggiunta l’età pensionabile non si è obbligati a richiedere la pensione. Si potrà anche optare per andare in pensione più in là (non oltre i 70 anni) e quindi ottenere una pensione di vecchiaia più ricca, in quanto si hanno più anni di contributi versati.

Posso continuare a lavorare con la pensione di vecchiaia?

Il lavoratore autonomo o parasubordinato che sia, può continuare a lavorare, fino a 70 anni, anche nel caso in cui ha ottenuto la pensione.

Nel caso in cui decide di andare in pensione, in quanto lavoratore dipendente, esso potrà intraprendere sì un nuovo lavoro, ma sempre entro i 70 anni e percepire allo stesso tempo la pensione di vecchiaia. Se si rinvia il ritiro dal lavoro, la pensione di vecchiaia viene erogata dal primo giorno del mese successivo a quello di cessazione dell’attività.

Pensione di vecchiaia contributiva 5 anni è possibile? Quanti contributi devono essere versati?

Nel caso in cui raggiungete l’età pensionabile e non possedete gli anni di contribuzione richiesti (almeno 20), l’erogazione della pensione di vecchiaia vi sarà erogata solo dal primo giorno del mese successivo a quello in cui si raggiungono i 20 anni di contribuzione.

Al fine di raggiungere 20 anni di versamenti contributivi vale il sistema cumulativo, ovvero il sistema che tiene conto di tutti i contributi versati, ovvero anche quelli figurativi e volontari. Tutti i lavoratori che non abbiano versato contributi possono invece ottenere l’assegno sociale (la vecchia pensione sociale, riformata nel 1996).

Per usufruire di questo, però si deve aver raggiunto la stessa età pensionabile, valida per la pensione di vecchiaia. In questo caso, l’assegno sociale viene erogato solo sulla base di un reddito basso o nullo.

Chi non ha versato contributi, infatti non dovrebbe aver lavorato e dunque non dovrebbe avere reddito.

Pensione di vecchiaia: come inoltrare domanda?

La pensione di vecchiaia deve essere richiesta con apposita domanda indirizzata all’INPS o alla cassa di previdenza professionale di appartenenza.

A tal proposito ricordiamo che deve essere presentata apposita domanda. Sarà l’ente incaricato a valutare la presenza dei requisiti per concederla e farà i calcoli necessari a fissare l’importo da erogare. L’assegno pensionistico scatta dal primo giorno del mese successivo a quello in cui sono maturati entrambi i requisiti di età e contribuzione necessaria.

Tutti i soggetti che chiedono la pensione possono anche scegliere di farla scattare dal primo giorno del mese successivo a quello in cui ha presentato la richiesta. Nel caso di inoltro della domanda all’Inps essa, deve essere presentata secondo una delle seguenti modalità:

  • accedendo direttamente al sito online dell’Inps (occorre avere il PIN dispositivo dell’Inps);
  • contattando il numero verde dell’Inps, attivo 24 ore su 24 anche nei giorni festivi: al numero 803164 da rete fissa, senza costi di chiamata; e al numero 06 164164 da rete mobile, con costi variabili a seconda dell’operatore di telefonia;
  • rivolgendosi a commercialisti, Caf, o patronati.

Possono e devono inoltrare domanda all’Inps tutti i soggetti iscritti presso la Gestione Separata della stessa Inps, cioè soggetti che svolgono un lavoro (di norma autonomo) in un settore per il quale non esiste una cassa previdenziale di categoria.

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