Airbnb, per il fisco chi affitta più di 3 case diventa un’impresa. Ecco cosa cambia

Nel disegno di legge sul turismo su cui sta lavorando il Governo Conte bis, arriva la stretta sul fenomeno dell’Airbnb, che prevede una tassazione a tutti gli effetti come quella delle imprese per chi affitta più di tre case.

Sia che si tratti di persona fisica, che nel caso in cui a dare gli immobili in locazione sia una società, per il fisco sarà la stessa cosa dal punto di vista delle tasse. Il provvedimento è stato messo a punto dall’ufficio del ministero dei Beni culturali e del turismo e contiene anche altre interessanti novità, come incentivi per le attività commerciali nei piccoli centri abitati delle aree interne alla revisione dell’imposta di soggiorno.

A richiamare maggiormente l’attenzione dei contribuenti, specie di coloro che saranno direttamente interessati dal provvedimento, sarà senza dubbio la nuova tassazione prevista per chi affitta più di 3 case per tempi brevi.

Il ministro Dario Franceschini nei giorni scorsi ha infatti esternato l’intenzione di intervenire su quel fenomeno che vede sempre più locali abitativi, situati nei centri storici di città e piccoli paesi da nord a sud della penisola, destinati ad ospitare i turisti. Un fenomeno che, secondo il titolare del dicastero di Beni culturali e Turismo “non appare allo stato attuale adeguatamente disciplinato”.

Chi deve pagare e quanto

La nuova normativa riguarda solo le locazioni ad uso abitativo per finalità turistiche di durata non superiore ai 30 giorni. Sono incluse anche quelle che prevedono servizi aggiuntivi, come ad esempio la pulitura della biancheria o la pulizia delle stanze.

Nel momento in cui la locazione riguarda più di tre unità abitative, il fisco deduce che l’attività viene svolta in chiave imprenditoriale ai sensi del codice civile, con tutto ciò che ne deriva dal punto di vista dei vincoli e degli obblighi relativi.

I contratti stipulati tramite una agenzia di intermediazione non fanno eccezione, così come la normativa si applica nel caso di “soggetti che gestiscono portali telematici mettendo in contatto persone in cerca di un immobile con persone che dispongono di unità immobiliari da condurre in locazione”.

Il riferimento è chiaramente a portali come ad esempio Airbnb. Come riportato da Il Messaggero “l’intervento legislativo si aggiunge agli adempimenti inseriti per questo tipo di attività nel decreto crescita dello scorso anno: obbligo di trasmissione dei dati all’Agenzia delle Entrate (con possibilità di fruire della ‘cedolare secca’ al 21%) e identificazione tramite un codice alfanumerico in un’apposita banca dati” che il quotidiano specifica non essere stata ancora realizzata.

Valorizzazione dei borghi

Nel testo della stessa proposta di legge vi è poi un articolo che mira a rivitalizzare i borghi delle aree interne, per i quali il processo di spopolamento continua la sua apparentemente inesorabile avanzata.

Sono interessati dal provvedimento quei centri storici che sono stati inclusi nella Strategia nazionale 2014-2020, con popolazione che non ecceda i 1.000 abitanti. Come funziona? Lo Stato è disposto a concedere l’esenzione dalle imposte sui redditi per cinque anni, a chi avvia o mantiene negozi o attività commerciali in dette aree.

Esenzioni quindi per quel che riguarda Irap, Imu, ed anche dagli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali. Per finanziare le esenzioni è stato stanziato un fondo ad hoc con un tetto massimo di spesa che però non è stato ancora definito. Infine tra le novità viene anche prefigurata la possibilità di ricevere in comodato per un periodo massimo di 10 anni immobili di proprietà dello Stato.

Revisione dell’imposta di soggiorno

Nel disegno di legge è stata inserita anche la revisione dell’imposta di soggiorno, con l’estensione a tutti i Comuni della facoltà di istituire detta imposta, che al momento risulta riservata ai soli capoluoghi di Provincia e alle località turistiche.

L’imposta di soggiorno non sarebbe più legata alla fascia di prezzo, ma si calcolerebbe in percentuale sul prezzo corrisposto alla struttura, con un limite massimo fissato al 5%, continuando ad applicare il tetto di 5 euro per notte. Da questa modifica ci si aspetta comunque un gettito indubbiamente maggiore visto che ad aderire potrebbe essere un numero di Comuni potenzialmente elevato.

Novità per le guide turistiche

Tra le novità contenute nel disegno di legge quella che riguarda la figura della Guida turistica. Grazie alla nuova normativa le professioni turistiche, per le quali la normativa italiana ha sempre difettato di chiarezza, verranno finalmente disciplinate.

È stata la stessa Commissione europea a contestare la normativa fino ad oggi vigente in Italia, e la Corte costituzionale, con una sentenza, ha attribuito allo Stato invece che alle Regioni, le competenze sulla materia.

Si stabilisce quindi che per esercitare la professione di guida turistica si dovrà essere in possesso di laurea triennale. Per le guide turistiche che già svolgono questa attività con abilitazione sarà invece prevista una disciplina transitoria.

Infine apprendiamo ancora da Il Messaggero, alcune novità riguarderanno “la stabilizzazione delle agevolazioni fiscali per le imprese del settore turistico, l’uso di immobili pubblici per le attività culturali e ricreative e l’istituzione di ‘quartieri degli artisti’, zone franche urbane in cui concentrare programmi di defiscalizzazione e decontribuzione”.

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