Detrazioni fiscali 2020, scontrino e fattura non bastano più. Ecco cosa è cambiato

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito in questi giorni alcuni aspetti che riguardano le modalità con le quali il contribuente può accedere alle detrazioni fiscali 2020. Si tratta di un dettaglio tutt’altro che di secondaria importanza, visto che determina che per ottenere le suddette detrazioni non basta più esibire lo scontrino e la fattura.

Per le detrazioni fiscali serve il pagamento elettronico

Per ottenere la detrazione delle spese, il contribuente, insieme a scontrino e fattura deve necessariamente presentare al Caf o al professionista, anche il suo estratto conto bancario. In questo caso ci si riferisce ai pagamenti effettuati con modalità elettronica tramite app.

Chi paga con moneta elettronica quindi cosa deve fare per avere le detrazioni fiscali sulle spese? Nel momento in cui presenta la dichiarazione dei redditi deve allegare la ricevuta di pagamento accompagnata da visura dell’addebito in conto.

Attraverso questa procedura che deve essere seguita sia per gli acquisti attraverso app che con prefisso/suffisso pay e wallet elettronici dei telefoni smartphone/iphone è possibile accedere alle detrazioni fiscali.

La Legge di Bilancio 2020 elenca quali sono i sistemi di pagamento diversi dal contante che possono essere utilizzati, come carte di credito, carte di debito e prepagate, assegni bancari e circolari nonché altri sistemi di pagamento.

L’Agenzia delle Entrate specifica che l’istituto di moneta elettronica traccia i pagamenti proprio come gli altri sistemi di e-payment, così come le app di pagamento.

Cosa è cambiato con la direttiva Psd2

Con la direttiva Psd2, che in Italia è entrata in vigore a partire dall’anno scorso, il sistema finanziario europeo subisce dei cambiamenti importanti. Nel 2019 sono state infatti introdotte nuove norme, come l’open banking, ed è stato imposto l’obbligo di adottare i sistemi di autenticazione più innovativi, in grado di garantire i più elevati standard di sicurezza.

Gli istituti di moneta elettronica, i cosiddetti Imel, sono stati equiparati alle banche sotto l’aspetto delle norme che riguardano l’antiriciclaggio. Questo significa che ormai possono essere considerati a tutti gli effetti sullo stesso livello di sicurezza delle banche.

Dal momento che sono tenuti al rispetto degli obblighi antiriciclaggio, le transazioni effettuate attraverso i vari istituti di moneta elettronica non devono essere viste dall’utente come “meno tracciate” di quelle che avvengono tra istituti di credito.

Ma questo in che modo influisce sulle modalità attraverso le quali il contribuente può accedere alle detrazioni fiscali? Se il pagamento avviene attraverso applicazioni, o con l’utilizzo di un borsellino elettronico, è sufficiente esibire la ricevuta per essere in possesso della documentazione necessaria a dimostrazione dell’avvenuta transazione.

Non occorrerà quindi ulteriore documentazione in questi casi per ottenere la detrazione fiscale relativa alla spesa sostenuta.

È evidente che il Fisco sta tentando di aumentare il livello di controllo su tutte le transazioni, ma ai contribuenti questo giro di vite non appare sotto una buona luce, e ulteriori oneri documentali per accedere alle detrazioni fiscali appaiono inutili.

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