In Europa è caccia ai pensionati con tasse più basse. Fino al 7% per 10 anni per attirarli oltre confine

I pensionati fanno gola a molti Paesi dell’Ue, tra i quali troviamo la Spagna, Portogallo, Malta, Bulgaria, Romania e naturalmente l’Italia. Di questo piccolo gruppetto fanno parte anche Paesi extra Ue, come la Tunisia. Ora vi si aggiunge anche la Grecia, che ha pensato delle misure piuttosto vantaggiose per attirare contribuenti stranieri.

Una meta senza dubbio desiderabile la Grecia, un po’ per il clima, un po’ per lo stile di vita e magari anche per la cucina. Una meta che fa gola ai pensionati italiani per affinità, ma anche ai pensionati tedeschi, che con la nuova misura potrebbero beneficiare di interessanti agevolazioni fiscali se si trasferiscono in Grecia.

Il gioco della Grecia non ha nulla di nuovo beninteso, ma aggiunge concorrenza in un campo nel quale l’Italia stava già annaspando con misure che non sono risultate così efficaci come si sperava.

La Grecia insomma si appresta a varare un regime fiscale molto competitivo, mettendo ancor più in difficoltà l’Italia, visto che è alle prese con un problema mai realmente archiviato: quello delle pensioni erogate all’estero. Il numero di ex lavoratori che decidono di lasciare l’Italia per godersi la pensione altrove ancora non si riduce in modo significativo.

Stando ai dati ufficiali, circa lo 0,7% degli importi erogati dall’Inps, per un totale di circa 380 mila pensioni, esce fuori dai confini nazionali. Si registra quindi un calo rispetto al 2018, ma ancora poca roba.

La proposta del governo di Atene

Ad Atene il governo sta lavorando ad una legge che prevede una aliquota unica sulle entrate da pensione del 7% per i cittadini dell’Ue che decidono di trasferirsi in Grecia. E per chi è stato residente in Grecia per cinque anni negli ultimi sei anni, l’aliquota è azzerata. Un beneficio che durerebbe fino a 10 anni, che prevede un prelievo annuale e l’inoltro delle domande entro una data che va ancora definita.

Un regime fiscale agevolato, quello proposto da Atene, simile a quelli che sono stati approvati a suo tempo in Portogallo, Spagna, Malta e anche Italia. In questi Paesi i sondaggi parlano chiaro: risulta infatti che i pensionati europei sono disposti a valutare il trasloco oltre i confini del proprio Paese d’origine sia per un’aliquota fiscale più vantaggiosa che per altri fattori.

I pensionati tengono infatti in considerazione l’aspetto del clima naturalmente, ma non solo, lo stile di vita, la stabilità politica, e la qualità del sistema sanitario. In tal senso la Grecia è una meta sempre più desiderabile.

Il principale concorrente della Grecia in questa gara è il Portogallo, e di recente il governo di Lisbona ha palesato l’intenzione di ridurre in parte il vantaggio fiscale finora offerto, portando l’aliquota al 10% e limitando il beneficio solo a chi percepisce i trattamenti pensionistici più corposi.

Un altro rivale è l’Italia, ma le misure pensate da Roma non sono risultate particolarmente efficaci nell’attirare pensionati provenienti da altri Paesi dell’Ue. Una legge del 2018 ha infatti introdotto un regime fiscale speciale per chi ha maturato una pensione all’estero, ci sono però dei paletti piuttosto vincolanti.

In Italia il vantaggio fiscale è impostato comunque al 7%, ma dura per 5 anni, contro i 10 della legge che potrebbe essere varata da Atene nei prossimi giorni. Inoltre in Italia c’è l’obbligo di residenza in un piccolo Comune del Sud, vale a dire con una popolazione che non superi i 20 mila abitanti.

Una norma, quella italiana, che è entrata in vigore nel 2019, ma non si hanno ancora dati ufficiali che ci permettano di sapere quanti pensionati stranieri abbiano deciso di trasferirsi in Italia. Pare però che il ‘giochetto’ abbia funzionato ben poco, visto che l’incentivo è oggettivamente meno attraente di quello pensato da altri Paesi, e poi la maggior parte degli altri Paesi europei offrono regimi fiscali meno penalizzanti.

Non possono beneficiare del regime agevolato neanche i lavoratori che si trasferiscono all’estero ma che percepiscono un assegno dell’Inps. L’ente che provvede al pagamento del trattamento pensionistico deve necessariamente essere estero.

Tra gli altri Paesi che offrono agevolazioni per attirare pensionati c’è anche, come accennato, la Tunisia. Qui il governo ha deciso per una esenzione dalle imposte dell’80% della pensione, con una aliquota massima per il resto del 7%.

In Romania invece c’è una sorta di flat tax del 10% sulle pensioni e a Malta è del 15%, ma qui sono stati impostati dei limiti che dirottano benefici maggiori su redditi più alti.

Un allarme, quello che riguarda l’esito dei pensionati italiani, che fu lanciato dal precedente presidente dell’Inps, Tito Boeri. In soldoni si tratta di un miliardo di euro che lo Stato paga oltre confine ogni anno, con una conseguente perdita di entrate fiscali per lo Stato italiano, visto che i consumi di questi pensionati sono indirizzati all’estero appunto.

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