Bonus a fondo perduto fino a 10.000 euro, ecco chi può riceverlo e come fare per richiederlo

Le attività commerciali che operano nel settore della ristorazione sono tra quelle maggiormente penalizzate dalle misure restrittive imposte dall’esecutivo guidato da Giuseppe Conte fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus.

Dopo un allentamento delle misure restrittive sperimentato durante il periodo estivo, per ristoranti, bar e pizzerie sono ben presto ricominciate le limitazioni, tra chiusure in alcune zone con un maggior incremento dei nuovi casi positivi, e l’obbligo di asporto o consegna a domicilio per molte altre, senza contare la riduzione degli orari di apertura.

Visto l’enorme danno arrecato all’intero comparto della ristorazione, il governo ha pensato di metterci una pezza introducendo un bonus a fondo perduto che potrà essere richiesto dagli operatori del settore fino al 28 novembre 2020.

Si tratta di un bonus spesa per l’acquisto di prodotti italiani necessari al confezionamento dei propri elaborati culinari. In parole povere i ristoranti, gli agriturismi, ma anche le mense, i servizi di catering e gli alberghi, potranno usufruire del bonus a fondo perduto fino a 10.000 euro se acquistano dalle filiere agricole e alimentari made in Italy al 100%.

Quali sono i ristoratori che potranno ricevere il bonus a fondo perduto da 10.000 euro?

Si tratta di un bonus che, come detto, è a fondo perduto, il che significa che chi ne beneficerà non dovrà restituire la somma ricevuta. Il bonus da 10 mila euro è riservato agli esercizi o attività commerciali per le spese sostenute per l’approvvigionamento per i loro prodotti di materie prime dell’agricoltura, acquacoltura, vitivinicoli e del settore alimentare italiano.

Il bonus è destinato ai ristoranti, ma anche alle pizzerie, agli agriturismi, alle mense e ai servizi di catering nonché agli alberghi limitatamente alla somministrazione di cibo e bevande.

Per individuare con precisione quali sono le attività commerciali che operano nella ristorazione che possono ricevere il bonus a fondo perduto da 10 mila euro basta fare riferimento ai codici Ateco riportati nel Decreto Ministeriale.

  • 56.10.11 ristorazione con somministrazione
  • 56.19.10 mense
  • 56.29.20 catering continuativo su base contrattuale
  • 56.10.12 attività di ristorazione connesse alle aziende agricole
  • 56.21.00 catering per eventi, banqueting
  • 55.10.00 alberghi (limitatamente alle attività autorizzate alla somministrazione di cibo).

Per accedere al bonus si deve soddisfare un requisito economico

Per poter beneficiare del bonus a fondo perduto non basta essere un’attività di impresa attiva che fa parte delle suddette categorie rappresentate dai relativi codici Ateco, ma bisogna anche rispettare un ben preciso requisito economico.

Si tratta di un requisito che riguarda il fatturato e i corrispettivi, più precisamente l’importo del fatturato e dei corrispettivi medi relativi al periodo che va dal mese di marzo al mese di giugno 2020, che deve essere inferiore ai tre quarti dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi medi dei mesi da marzo a giugno 2019.

Un criterio che però non si applica alle aziende che hanno avviato l’attività economica dopo il 1° gennaio 2019.

C’è tuttavia un altro elemento di cui si tiene conto per quanto riguarda l’assegnazione del bonus a fondo perduto da 10.000 euro. Riguarda l’acquisto dei prodotti individuati dal decreto ministeriale a partire dal 14 agosto 2020. La merce deve essere acquistata entro il 28 novembre e deve riguardare prodotti che provengono da filiere agricole o alimentari italiane. Nel decreto infatti si parla proprio di made in Italy.

Per il bonus ristorazione stanziati 600 milioni di euro

Quanto alle somme messe in campo dall’esecutivo a guida giallo-rossa è stata la stessa ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova (Italia Viva) a dichiarare: “in questo difficile momento per il mondo della ristorazione diamo un segnale concreto alle aziende, alle donne e agli uomini che ci lavorano quotidianamente e a tutta la filiera agroalimentare. Garantiamo liquidità immediata e rafforziamo la straordinaria alleanza tra mondo della ristorazione e della produzione”.

Il contributo destinato alle imprese che operano nella ristorazione può andare da un minimo di 1.000 ad un massimo di 10.000 euro a fondo perduto. La spesa su cui può essere usato il bonus deve essere stata fatta a partire dal 14 agosto 2020, e deve contenere almeno 3 prodotti di quelli ammessi, tra i quali il prodotto principale non deve superare come valore complessivo il 50% dell’importo totale della spesa.

Per usare il bonus sono ammessi solo prodotti made in Italy

Il bonus non ha il solo scopo di sostenere il settore della ristorazione, vale a dire bar, agriturismi, ristoranti e via dicendo, ma anche l’intera filiera dell’agro-alimentare ed in particolare ha l’obiettivo di sostenere il made in Italy.

Non tutti i prodotti sono quindi ammessi per usare il bonus a fondo perduto, ma vi rientrano solo i prodotti alimentari o vitivinicoli classificati come Made in Italy, DOP e IGP. Sono compresi anche i prodotti ad alto rischio di spreco, come il latte 100% italiano, il prosciutto crudo e prosciutto cotto, così pure l’olio extra vergine di oliva e/o altri prodotti purché rigorosamente made in Italy.

Ma quando si può dire che un prodotto sia al 100% italiano? Sul portale dedicato al bonus viene spiegato che sono considerati made in Italy i prodotti agroalimentari acquistati direttamente dai produttori (ai sensi dell’articolo 4 del decreto legislativo 18 maggio 2021, n. 228), oppure che siano ottenuti da una filiera nazionale integrale, dalla materia prima del prodotto finito.

Per ricevere il bonus bisogna avere la documentazione che certifichi la spesa sostenuta

Come abbiamo spiegato, il bonus fino a 10.000 euro viene riconosciuto per le spese sostenute a partire dal 14 agosto 2020, e queste spese devono essere accuratamente dimostrate.

La domanda per ricevere il bonus rischia infatti di essere respinta qualora il richiedente non risulti in possesso di ricevute, scontrini e fatture. E in ogni caso l’acquisto per il quale si richiede il bonus deve contenere almeno tre prodotti, appartenenti a categorie merceologiche diverse, e devono essere necessariamente tra quelli indicati nella tabella identificata dal decreto ministeriale.

Una fattura può ad esempio contenere tre prodotti quali latte, vino DOP e pasta. Uno di questi prodotti viene considerato principale nel momento in cui la spesa ad esso relativo riportata in fattura risulta più alta di quella per gli altri prodotti. Non si deve però superare il 50% dell’importo complessivo della spesa, quindi ad esempio la spesa per il latte italiano non potrà superare i 5.000 euro.

Come si fa a richiedere il bonus spesa

Per richiedere il bonus spesa fino a 10.000 euro bisogna presentare la domanda dal 15 al 28 novembre 2020, ma non è previsto alcun click-day. Le domande in ogni caso non saranno soddisfatto sulla base di un ordine di arrivo, e perché la richiesta sia valida è solo necessario che la domanda sia compilata correttamente effettuando l’accesso al portale con il codice SPID.

Alla domanda è necessario allegare la documentazione necessaria dalla quale si evince il sussistere di tutte le condizioni per ricevere il bonus, e quindi dovranno esserci:

  • i dati identificativi dell’impresa e i dati anagrafici del suo rappresentante legale
  • l’ammontare della perdita di fatturato
  • la ricevuta/fattura relativa ai prodotti acquistati
  • la sottoscrizione delle dichiarazioni riportate

L’accesso al portale avviene, come accennato, attraverso SPID. Le partite Iva, anche nei casi in cui il rappresentante legale è lo stesso, sono tenute a compilare una domanda distinta. Nel caso di più ristoranti intestati alla stessa partita Iva però si dovrà presentare una domanda unica e le fatture di acquisto caricate tutte su quella stessa aomdanda. In questo caso i documenti da allegare alla domanda sono:

  • La visura camerale in corso di validità
  • Una copia dei documenti fiscali certificanti gli acquisti nelle categorie previste dal decreto ed eventuali documenti di trasporto
  • Eventuale copia delle quietanze associate ai documenti fiscali, se già disponibili al momento della presentazione (opzionale in questa prima fase di adesione).

Per presentare la domanda si deve inoltre pagare un bollettino dell’importo di 30 euro per il pagamento del servizio.

Il bonus spesa può anche essere richiesto alle Poste, nel caso ad esempio in cui il richiedente non sia ancora in possesso di SPID. In questo caso è necessario raccogliere la documentazione necessaria, quindi visura camerale, copia dei documenti fiscali, quietanze e modulo della domanda correttamente compilato, e presentarla presso un ufficio postale.

È altresì possibile presentare la domanda inviando il plico a Centro Servizi Pavia – Servizio Ristoratori – Viale Brambilla 1 – 27100 Pavia. È consigliabile, per avere la certezza che la domanda venga reperita presso il destinatario, spedirla con posta assicurata. Anche in questo caso è previsto il pagamento di 30 euro per il servizio, versando l’importo con bollettino bianco sul c/c n. 32025009.

Come viene pagato il bonus spese fino a 10.000 euro?

Se la domanda che è stata presentata viene accettata, il rimborso delle spese sostenute e documentate nella domanda stessa, avviene attraverso accredito diretto su conto corrente.

A tal proposito è di fondamentale importanza accertarsi di aver indicato il codice Iban correttamente. Il primo 90% dell’importo del bonus viene accreditato sul conto del richiedente nel momento in cui la pratica viene approvata, il restante 10% invece viene erogato solo dopo che sono state inviate tutte le quietanze di pagamento.

Per vedere qual è lo stato di avanzamento della pratica si può accedere direttamente al portale in cui è stata inserita, oppure parlando con un operatore che risponderà al numero verde 800.122.160. Per la chiamata non viene applicato alcun costo da rete fissa né da rete mobile, ed il servizio è accessibile dal lunedì al sabato dalle 8 alle 20.

Per quanto riguarda la presentazione delle quietanze di pagamento, queste possono essere trasmesse direttamente tramite il portale, mentre se la domanda è stata presentata in un ufficio postale, il file con le quietanze di pagamento dovrà essere inviato all’indirizzo di Posta Elettronica Certificata bonusristoratori-quietanze@pec.posteitaliane.it, indicando nell’oggetto dell’email “Numero pratica _ _ _ _ _ – Integrazione quietanza”.

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