Bonus Imu e Tari: si può ottenere fino al 20% di sconto. Ecco chi può beneficiarne e come

Non se ne è parlato poi così tanto, eppure il bonus Imu e Tari dà la possibilità ai contribuenti di ottenere uno sconto non indifferente sul pagamento delle due imposte locali. Come per gli altri bonus però ci sono delle condizioni da soddisfare, ed è fondamentale capire quali sono esattamente, anche se in questo caso specifico è molto semplice.

Si tratta tra l’altro di bonus che, anche se introdotti già mesi fa con il decreto Rilancio approvato al Senato lo scorso 16 luglio, tornano utili proprio ora nel mese di dicembre, visto che proprio l’Imu è in scadenza tra pochi giorni.

Ricordiamo infatti che la scadenza per il pagamento dell’Imu è fissata al 16 dicembre, e grazie a questi bonus è possibile ottenere degli sconti sicuramente interessanti. Si tratta per l’esattezza di una riduzione delle imposte pari al 20% ma ad alcune condizioni.

Bonus Imu e Tari come ottenere lo sconto sul pagamento delle imposte

Per poter beneficiare del bonus Imu e Tasi infatti sarà necessario aver impostato come modalità di pagamento l’addebito diretto su conto corrente bancario o postale. In pratica in questo modo sia l’Imu che la Tari verrebbero pagate dal contribuente come se fossero le comunissime bollette della luce o del gas, cioè attraverso domiciliazione bancaria, o Rid.

Ma come funziona esattamente il bonus Imu e Tari? Si tratta di uno sconto sui pagamenti delle imposte locali che è stato introdotto con l’articolo 118 del decreto legge del 19 maggio 2020, n. 34, il cosiddetto decreto Rilancio in cui leggiamo:

“Gli enti territoriali possono, con la propria deliberazione, stabilire una riduzione fino al 20% delle aliquote e delle tariffe delle proprie entrate tributarie e patrimoniali, applicabile a condizione che il soggetto passivo obbligato provveda ad adempiere mediante autorizzazione permanente all’addebito diretto del pagamento su conto corrente bancario o postale”.

Come ottenere l’esenzione dal pagamento Imu sulla seconda casa

Molti lettori si chiedono se sia possibile ottenere l’esenzione dal pagamento dell’Imu per la seconda casa. In poche parole, si può accedere ad una sorta di bonus Imu che di fatto azzeri l’imposta? Un interrogativo che riguarda soprattutto quelle coppie sposate che hanno adottato il regime di separazione dei beni.

Prendiamo infatti l’esempio di due coniugi che sono proprietari di altrettanti immobili i quali risultano intestati separatamente al marito e alla moglie. In questo caso la residenza di entrambi risulta per ciascuno presso il relativo immobile di proprietà, in modo da beneficiare dell’esonero dell’Imu.

Alla realtà dei fatti però uno dei due immobili è quello in cui la coppia risiede effettivamente, mentre l’altro viene utilizzato come residenza per le vacanze. Si tratta di un comportamento legittimo oppure no?

Cerchiamo quindi di capire se si corre il rischio in questi casi di incorrere in azioni di contestazione da parte delle amministrazioni tributarie. Iniziamo col dire che le esenzioni per l’Imu esistono ma sono valide solo per la prima casa, la cosiddetta abitazione principale, ma non per la seconda casa.

Perché una data proprietà immobiliare possa essere classificata come prima casa però non è sufficiente che vi si abbia la residenza, infatti l’immobile deve anche essere utilizzato come dimora abituale dal contribuente, il che vuol dire che deve vivere lì per la maggior parte dell’anno.

In base a queste informazioni possiamo quindi concludere che nel caso citato poco fa l’abitazione principale è solo quella usata dalla coppia per la maggior parte dei giorni dell’anno, mentre l’altra dal punto di vista fiscale è una abitazione secondaria e pertanto soggetta al pagamento dell’IMU.

L’abitazione principale non soggetta all’Imu quindi è solo quella in cui il proprietario ed i componenti del suo nucleo familiare vi hanno stabilito la propria dimora abituale e la residenza anagrafica. È infatti nell’abitazione principale che queste persone vivono in maniera stabile nel corso dell’anno, con le sole eccezioni rappresentate da feste ed eventi straordinari come trasferte di lavoro o per villeggiatura.

Pagamento Imu: come ottenere l’esenzione

In una recente sentenza della Corte di Cassazione viene stabilito che il requisito della residenza e quello della dimora abituale devono coesistere affinché vi siano le premesse necessarie perché si parli di abitazione principale e quindi di esenzione dal pagamento dell’Imu.

Concetto che deve risultare valido non solo per il proprietario dell’immobile ma anche per il resto dei componenti del nucleo familiare. Tra l’altro nel caso in cui i due coniugi risultino avere la residenza in due immobili diversi, il rischio è quello di perdere il diritto all’esenzione previsto per l’abitazione principale sia per l’uno che per l’altro.

La Corte Suprema infatti ha stabilito che per ottenere l’esenzione Imu sia il proprietario dell’immobile che il nucleo familiare devono ivi dimorare in maniera stabile ed al tempo stesso avervi la residenza.

In sintesi possiamo concludere quindi che sulle seconde case l’Imu deve essere pagata. L’importo da pagare nel caso di questa imposta dipende dal valore dell’immobile, quindi abitazione e relative pertinenze. Per calcolare l’Imu da pagare si parte dalla rendita catastale maggiorata del 5% e si moltiplica per 160, dopodiché si deve moltiplicare il risultato per l’aliquota che troviamo sul sito web del Dipartimento delle Finanze.

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