Prescrizione bollo auto, quando interviene e quali documenti servono per dimostrare di essere in regola

Ogni tanto spunta fuori l’ipotesi dell’abolizione del bollo auto, ma alla fine dei conti si tratta sempre di agevolazioni riservate solo ad alcune specifiche categorie di veicoli, mentre per tutti gli altri automobilisti il bollo auto resta una tassa da pagare ogni anno, e senza molte speranze di ottenere sconti sull’importo.

Gli automobilisti tra l’altro si troveranno a dover far fronte nei prossimi anni anche ad un aumento del costo del collaudo. Il Conte bis, tra le varie novità per il 2021, ha riservato agli automobilisti questa sorpresa non esattamente piacevole, che prevede un aumento dei costi per la revisione del veicolo che deve essere effettuata ogni due anni.

Mentre per quel che riguarda il bollo auto, in vista non ci sono grandi novità. Anche per il 2021 i contribuenti sono tenuti a pagare la tassa automobilistica più detestata d’Italia, e faranno bene a conservare le ricevute originale almeno finché il pagamento non va in prescrizione.

Bollo auto 2021: bisogna conservare la ricevuta originale del pagamento

Non tutti pagano il bollo auto in maniera puntuale, anzi sono sempre più numerosi i contribuenti che preferiscono aspettare un anno o a volte anche due, prima di procedere con il pagamento, visto che un ritardo di questo tipo non comporta aumenti particolarmente gravosi dell’importo da pagare.

In ogni caso, sia quando il bollo auto viene pagato in tempo e senza mora, che quando viene pagato in ritardo, il contribuente dovrebbe sempre conservare la ricevuta del pagamento almeno fino a che non sopraggiunge la prescrizione.

La regola generale è quella di conservare le ricevute dei pagamenti effettuati sia per il bollo auto che per altre imposte di vario tipo, per qualche anno, onde avere la possibilità se richiesto, di dimostrare di essere in regola coi pagamenti.

Le amministrazioni competenti potrebbero infatti avanzare pretese in futuro, ed è fondamentale essere in grado di dimostrare di aver pagato quanto dovuto, altrimenti si rischia di dover pagare la stessa odiosa tassa persino una seconda volta.

Ma non dovrebbe bastare la traccia telematica del pagamento a dimostrare che il bollo auto è stato regolarmente pagato? In realtà no, infatti ad oggi l’unico elemento di prova che ha validità davanti agli uffici, è la ricevuta di pagamento cartacea originale rilasciata all’atto del pagamento.

Chi digitalizza e archivia elettronicamente la ricevuta del bollo auto, almeno ad oggi, fruisce di un servizio senza dubbio comodo e veloce, ma dispone niente più che di un promemoria, in quanto solo la ricevuta originale ha valenza di prova in caso di contestazione da parte dell’amministrazione.

Bollo auto: perché conservare le ricevute e per quanto tempo

Per dimostrare in modo inequivocabile di aver provveduto al pagamento del bollo auto quindi è necessario disporre della ricevuta originale, ma per quanto tempo è necessario conservarla? Avere troppe scartoffie tra credenza e scrivania non piace a nessuno, ma in alcuni casi si può rivelare decisamente importante conservare alcune prove di pagamento, come quelle delle utenze, dell’affitto e di tasse varie.

Per quanto riguarda il bollo auto, ricordiamo che si tratta di una imposta locale che viene riscossa quasi sempre dalla Regione, in effetti con un’unica eccezione rappresentata dal Friuli Venezia Giulia, dove il bollo è di competenza dell’Agenzia delle Entrate.

Ma vediamo cosa succede se gli uffici della pubblica amministrazione contestano ad un contribuente il pagamento del bollo auto, e quali documenti questi deve produrre a dimostrazione dell’avvenuto saldo di quanto dovuto. Il cittadino può dimostrare di essere in regola col bollo auto sostanzialmente in due modi:

  • esibendo ricevuta di pagamento orginale che dimostra appunto l’avvenuto pagamento dell’imposta
  • dimostrando il decadere dei tempi e quindi la prescrizione del debito.

Bollo auto: quando interviene la prescrizione?

Anche per il bollo auto è previsto che se il pagamento non viene esatto entro certi termini definiti dalla normativa di legge, questo non è più esigibile al subentrare della prescrizione.

La prescrizione infatti altro non è se non il raggiungimento del tempo massimo concesso dalla legge al creditore per richiedere il pagamento del debito. Superata questa scadenza il creditore non può più esigere il pagamento del debito in alcun modo, indipendentemente dal fatto che questi sia in grado di dimostrare o meno di aver pagato quanto dovuto.

La pubblica amministrazione infatti di rado lascia trascorrere i termini e di solito richiede il pagamento delle somme dovute prima che subentri la prescrizione del debito. In questo caso se il contribuente non ha pagato dovrà provvedere a mettersi in regola versando quanto dovuto più la mora e gli interessi calcolati.

Se invece il contribuente ha già provveduto al pagamento ma gli viene comunque richiesto di pagare, le strade sono due: se è in possesso della ricevuta di pagamento può presentarla e così dimostrare di essere in regola, ma se non si dispone di alcuna documentazione in grado di dimostrare l’avvenuto pagamento si può solo sperare che siano decorsi i termini previsti dalla prescrizione.

Come si calcolano i tempi di prescrizione del bollo auto?

Ma quali sono i tempi entro i quali la tassa del bollo auto si prescrive? La risposta è: 3 anni. Se entro 3 anni il debitore non riceve alcuna richiesta di pagamento, l’importo non è più dovuto.

Questo vuol dire naturalmente che chi ha già pagato il bollo auto dovrebbe conservare le ricevute originali per almeno 3 anni, perché è entro quei tre anni che la Pubblica Amministrazione può avanzare richieste di pagamento, invece trascorso questo limite di tempo le ricevute più vecchie di tre anni possono essere tranquillamente rimpiazzate dalle nuove ricevute di pagamento.

Recapitolando quindi, dopo aver pagato il bollo auto è bene conservare le ricevute almeno per tre anni, dopodiché si possono buttare. Ma per calcolare i tempi della prescrizione da quando si deve partire? La regola è che si deve iniziare a contare i tre anni partendo dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui il bollo auto doveva essere pagato.

Il terzo anno, e quindi la prescrizione, scatterà tra il 31 dicembre del terzo anno ed il 1° gennaio del quarto anno. Ad esempio, se il bollo della mia auto è scaduto nel 2017 e non ho ricevuto alcuna richiesta di pagamento, il debito è andato in prescrizione il 1° gennaio 2021, cioè quasi un mese fa.

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