Contratto di lavoro stagionale: quanto dura e quali sono i limiti sulle proroghe

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Il contratto di lavoro stagionale viene usato dalle aziende durante determinati periodi dell’anno, solitamente legati alle stagioni turistiche, alberghiere, della ristorazione, dell’agricoltura e del commercio. Questa tipologia contrattuale è regolamentata dal Decreto Legislativo n. 81/2015 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Il lavoro stagionale viene svolto per un periodo limitato di tempo, senza continuità, ed è considerato un lavoro a tempo determinato. Ad esempio, molti lavoratori vengono assunti negli hotel durante la stagione estiva o nelle stazioni sciistiche durante l’inverno. Anche nel settore commerciale, il contratto stagionale può essere utilizzato durante le festività natalizie o pasquali.

Come tutti i contratti di lavoro, il contratto stagionale deve essere stipulato in forma scritta e deve indicare chiaramente la data di inizio e la data di conclusione del rapporto di lavoro.

Inoltre, il contratto deve includere il diritto di precedenza. Questo significa che i lavoratori stagionali hanno il diritto di essere chiamati per lavorare nuovamente presso la stessa azienda prima di altre persone, a parità di condizioni. Per esercitare il diritto di precedenza, i lavoratori devono comunicarlo all’azienda per iscritto entro tre mesi dalla fine del contratto precedente.

È importante sottolineare che il contratto stagionale può essere utilizzato solo per le attività specificate dalla legge. Le aziende devono rispettare le disposizioni del Decreto Legislativo n. 81/2015 e garantire ai lavoratori stagionali i diritti e le tutele previste dalla normativa vigente.

Quanto può durare un contratto di lavoro stagionale

Quanto alla durata dei contratti stagionali, essi non sono soggetti al limite di 24 mesi previsto per i contratti a tempo determinato. Questa caratteristica si adatta alla natura stessa dei contratti stagionali, che si esauriscono nel giro di poche settimane o mesi.

Inoltre, per quanto riguarda le proroghe, i contratti stagionali possono essere prorogati o rinnovati senza essere soggetti alle causali richieste per i contratti a termine. È importante ricordare che il Decreto Lavoro ha modificato le causali applicate ai contratti a termine.

Non vi è alcuna deroga per il numero di proroghe dei contratti stagionali. Essi non possono superare il limite massimo di 4 proroghe. Oltre tale limite, i contratti si convertono automaticamente in contratti a tempo indeterminato a partire dalla quinta proroga. È obbligatorio comunicare ogni singola proroga al Centro per l’Impiego entro cinque giorni, tramite l’invio telematico del modello Unilav.

Per quanto riguarda l’assunzione dei lavoratori stagionali, le aziende devono rispettare gli stessi adempimenti previsti per altre tipologie contrattuali, come i contratti a termine e a tempo indeterminato. È necessario formalizzare un contratto di assunzione tra il lavoratore stagionale e il datore di lavoro, nel quale vengono specificate tutte le condizioni del rapporto lavorativo. Entrambe le parti devono firmare il contratto.

L’assunzione dei lavoratori stagionali segue la stessa procedura delle altre forme contrattuali. È obbligatorio comunicare l’assunzione ai Centri per l’Impiego inviando, tramite canali telematici, il modello Unilav entro le 24 ore del giorno precedente l’inizio del rapporto di lavoro.

Per quanto riguarda le retribuzioni, le aziende devono versare i contributi previdenziali e assistenziali a loro carico all’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale). Devono anche trattenere i contributi previdenziali a carico del lavoratore dipendente e versarli all’INPS per suo conto. Inoltre, devono comunicare all’INPS l’importo delle retribuzioni su cui vengono calcolati i contributi, inviando il modello Uniemens entro la fine del mese successivo.

Vi è una differenza importante rispetto ai contratti ordinari: le aziende che assumono lavoratori stagionali pagano contributi inferiori. Questo avviene perché nei contratti stagionali non è previsto il contributo addizionale pari al 1,40% destinato a finanziare la NASPI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego). Nonostante questo, al termine del rapporto di lavoro, anche i lavoratori stagionali hanno diritto all’indennità di disoccupazione NASPI, sempre nel rispetto dei requisiti richiesti.

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