Cosa succederà al sistema pensionistico italiano tra 25 anni? Le prospettive non sono buone

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Come sarà il sistema pensionistico italiano tra 25 anni - BorsaInside.com

Il sistema previdenziale obbligatorio italiano rappresenta un pilastro fondamentale per garantire un futuro finanziario sicuro a chi supera i 67 anni, o in alcuni casi anche prima, attraverso l’erogazione mensile delle pensioni.

Questo sistema si basa sull’accumulo di contributi durante il periodo di lavoro attivo, tuttavia, al momento, affronta diverse sfide che potrebbero minare la sua stabilità e sostenibilità nel lungo termine.

Allarme pensioni: il declino della natalità

Un fattore chiave che sta mettendo a rischio il sistema previdenziale italiano è il crollo della natalità. Il Ministro Giancarlo Giorgetti ha sollevato un allarme urgente, sottolineando l’importanza della continuità generazionale per il funzionamento del sistema:

“Il sistema tiene se le generazioni hanno una continuità. Il tema della denatalità è fondamentale, non c’è nessuna riforma e misura previdenziale che tenga nel medio e nel lungo periodo con i numeri della denatalità che abbiamo oggi.”

Nel contesto della Legge di Bilancio 2024, emerge la sfida di pianificare una riforma pensionistica completa. Le risorse disponibili potrebbero non essere sufficienti per affrontare questa riforma in modo adeguato, costringendo il governo a selezionare interventi prioritari a discapito di altri. Tuttavia, il problema del sistema pensionistico italiano va oltre questa sfida finanziaria.

Un’analisi condotta dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) per il 2021 evidenzia uno sbilanciato rapporto tra lavoratori e pensionati, con 602 pensionati ogni 1.000 lavoratori. Nonostante ciò rappresenti un miglioramento rispetto al passato, preoccupa l’andamento futuro considerando la costante diminuzione delle nascite.

Questo trend comporta una proiezione in cui sempre meno individui contribuiranno al sistema, mentre diverse generazioni raggiungeranno l’età pensionabile nei prossimi 25 anni.

Le prospettive a 25 anni: sfide e ipotesi

Prevedere con precisione il panorama tra 25 anni è un compito arduo, ma possiamo identificare alcune ipotesi cruciali che influenzeranno la stabilità del sistema previdenziale:

  1. Aumento dell’Aspettativa di Vita: L’aspettativa di vita è in costante crescita, con stime di 80,5 anni per gli uomini e 84,8 anni per le donne.
  2. Invecchiamento Demografico: La popolazione sta invecchiando, aumentando il numero di pensionati rispetto a quello dei lavoratori.
  3. Scarsità di Lavoratori: Il basso numero di lavoratori che contribuiscono al sistema previdenziale può causare squilibrì finanziari.
  4. Crollo delle Nascite: La diminuzione delle nascite implica meno persone che sostengono il sistema previdenziale.
  5. Eccessiva Spesa Pubblica: La spesa pubblica eccessiva può mettere a rischio la stabilità finanziaria del sistema.

Un argomento di attualità riguarda l’accesso delle giovani generazioni alle pensioni. Le prospettive per queste nuove generazioni sono compromesse non solo dalla sfida demografica e finanziaria, ma anche dalla frammentazione dei contratti di lavoro. La tendenza verso lavori precari e temporanei rende difficile un contributo continuo al sistema previdenziale.

A complicare ulteriormente la situazione, c’è l’ipotesi di un aumento dell’età pensionabile. Secondo analisi EURES, i giovani attuali potrebbero accedere alla pensione non prima dei 74 anni, a causa di retribuzioni basse e continuità lavorativa ridotta.

Sebbene il futuro del sistema previdenziale italiano sia soggetto a varie incertezze, è evidente che affronta sfide significative legate alla denatalità, all’invecchiamento demografico e alla stabilità finanziaria.

La prospettiva di un rapporto sempre più sbilanciato tra lavoratori e pensionati richiederà riforme strutturali per garantire la sostenibilità. È essenziale adottare misure che tengano conto dell’aspettativa di vita in aumento, delle mutate dinamiche demografiche e della necessità di garantire lavori stabili e retribuiti adeguatamente alle giovani generazioni.

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