Superbonus 110% risorse finite. Ecco chi rischia di dover restituire i soldi

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Le cose non sono andate esattamente secondo i piani dell’esecutivo guidato da Mario Draghi, o quanto meno non sono andate come contribuenti e imprese si aspettavano che andassero. Il Superbonus 110% in particolare, ma anche gli altri bonus edilizi, dovevano offrire a un tempo un forte incentivo per ristrutturazione ed efficientamento energetico degli edifici, e un aiuto concreto per le imprese del settore dell’edilizia.

Per un po’ la cosa ha anche funzionato, seppur con enormi falle man mano venute alla luce, a cominciare con la frode ai danni dello Stato che ha imposto all’esecutivo di Mario Draghi di correre ai ripari inserendo nuovi e sempre più stringenti paletti per l’accesso alle agevolazioni, per non parlare dell’aumento (ulteriore) dei prezzi dei materiali dell’edilizia per via di quella stessa impennata della domanda che ha portato alla nascita di nuove (e spesso improvvisate) imprese edili.

Ma ora tutto sta crollando in pezzi visto che le risorse stanziate per il Superbonus 110% sono già terminate. E non solo sono terminate quelle che sarebbero dovute bastare per quest’anno, sono terminate anche quelle stanziate per gli anni a venire fino al 2036.

Se non altro non si può certo dire che il Superbonus abbia riscosso scarso interesse, ma ora ci sono centinaia di imprese che si trovano in serie difficoltà.

Cosa dice l’ultimo rapporto dell’ENEA

Secondo quanto emerso dall’ultimo rapporto dell’ENEA il valore totale delle detrazioni a carico dello Stato ha già abbondantemente superato le risorse stanziate, avendo raggiunto i 33,7 miliardi di euro contro i 33,3 miliardi che sarebbero dovuti bastare fino al 2036.

Lo stanziamento previsto è quindi stato ampiamente superato, eppure continua ad essere possibile richiedere il superbonus e ciò dovrebbe presupporre che l’agevolazione sarà rifinanziata o comunque rivista.

I cantieri però nel frattempo si sono fermati, e questo comporta tutta una serie di disagi per imprese, lavoratori e naturalmente per i committenti che si trovano con tempi dilatati rispetto alle previsioni.

RomaToday ci propone un dossier che analizza i numeri di questo enorme flop, evidenziando come nel Lazio sia solo il 64,3% delle asseverazioni approvate ad aver portato poi alla effettiva realizzazione dei lavori, e si tratta di una delle percentuali di completamento più basse d’Italia, con la sola Campania ad aver fatto peggio con il suo 62,5%.

Il problema delle frodi ai danni dello Stato

Dopo aver registrato il grande successo iniziale del Superbonus hanno iniziato ad arrivare le brutte notizie, a cominciare dalle numerose frodi ai danni dello Stato, specie per quel che riguarda i bonus più facili da ottenere, quelli per i quali non era ancora prevista l’asseverazione dei lavori.

Questo ha portato il governo ad operare una stretta sulle condizioni da soddisfare per avere accesso alle agevolazioni, ed ha ovviamente richiesto un maggior controllo da parte della Guardia di Finanza.

Ora però ci sono cantieri bloccati con lavori in corso d’opera, e cantieri che non riescono a partire affatto. Ne ha parlato con Today.it Roberto Catucci, avvocato esperto in materia condominiale, il quale ha spiegato che “ci sono condomini dove sono stati approvati studi di fattibilità, progetti esecutivi costosi, fino a 300 mila euro di spese sostenuti dagli inquilini, e la ditta non riesce più a fare sconto in fattura perché il credito è stato bloccato”.

“Sconto in fattura significa cessione del credito” spiega quindi l’avvocato Catucci “difficilmente trovi un’impresa che riesce ad applicarlo con le proprie sostanze, le imprese avevano fatto i propri conti sulla base delle leggi emesse dal Parlamento: lo Stato non può dire ecco la marmellata e poi, di colpo, chiudere a chiave la credenza”.

Il risultato è che ora un mercato che era stato letteralmente dopato per mesi e mesi dal Superbonus e dalle altre agevolazioni edilizie, si trova improvvisamente senza il terreno sotto i piedi e rischia di essere investito da una crisi senza precedenti.

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