I mercati finanziari attendono con particolare cautela la giornata di domani, quando scatteranno i primi dazi americani sui beni cinesi. Ne deriva una risposta incerta alle evoluzioni del contesto complessivo: sebbene infatti questa prima ondata di dazi sia già stata ampiamente scontata dagli investitori, e dunque il riflesso sulle quotazioni sia sostanzialmente limitato, il timore è l’escalation minacciata della Casa Bianca in vista delle elezioni di mid term di novembre, con cui Trump vorrà mantenere il suo elettorato, probabilmente anche ricorrendo a una retorica comunicativa ancora più aggressiva.
Per quanto concerne i cambi, ieri EUR/USD è rimasto al di sopra di quota 1,1640. I pochi dati di oggi non dovrebbero cambiare radicalmente lo scenario, così come le voci premature sul prossimo rialzo della BCE. Anche i dati di giornata negli USA, che gli analisti attendono in linea con il consenso, non dovrebbero spingere più di tanto le quotazioni. Yen stabile contro dollaro a 110,60 ieri, con pochi dati di rilievo. Di contro, la sterlina britannica sembra aver approfittato della festa americana del 4 luglio per recuperare marginalmente contro dollaro, grazie anche ai dati interni migliori delle attese.
Passando al franco svizzero, che molti analisti ritengono possa vivere una fase di apprezzamento nelle prossime settimane, svolgendo il suo tradizionale ruolo di safe haven, la valuta ieri ha ceduto terreno contro euro (-0,3%) sugli ordini tedeschi. Con la prossima riunione della SNB a settembre, le prossime settimane potrebbero essere poco interessanti per il franco, tranne il caso già ricordato di shock esogeno determinato dall’acuirsi della guerra commerciale.
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