La sterlina continua a cedere terreno contro dollaro e contro euro, chiudendo le giornate di ieri con flessioni rispettivamente pari a – 0,5% e – 0,6%. Contro la valuta unica europea la sterlina tocca quota 0,8727, con i minimi da marzo.
Le ragioni di questa nuova debolezza sono da ricercarsi in quanto sta accadendo sul fronte Brexit: ieri c’è infatti stato un nuovo tentativo da parte dei conservatori di estromettere dal governo la premier Theresa May, la quale è stata costretta a rientrare da Parigi per partecipare alla riunione prevista questa mattina con i membri del suo partito.
Sembra essere chiara l’intenzione dei conservatori di forzare le dimissioni il prima possibile, e potenzialmente già entro i prossimi 30 giorni. Fatte salve eventuali sorprese, pare dunque che le probabilità che Theresa May può vantare di rimanere in carica per poter portare a conclusione Brexit siano in fase decisamente calante. A proposito di fase calante, questa non può certamente essere quella legata alle possibilità che il voto sul Withdrawal Act previsto a giugno possa concludersi positivamente.
Il sottosegretario alla Brexit, Barclay, ha già annunciato che il parlamento britannico dovrà scegliere tra due opzioni: uscire senza accordo, o revocare la richiesta di recesso dall’UE.
Per quanto attiene le altre valute, bassa volatilità per il dollaro, il cui indice è rimasto praticamente stabile ieri, con il mercato che ha pesato le parole di Donald Trump. Il presidente dell’amministrazione statunitense ha concesso altri 6 mesi di tempo a Europa e Giappone per poter trovare un’intesa sull’importo di auto, ed evitare l’applicazione di nuovi dazi. Di contro, Trump ha incluso Huawei nella black list del governo americano.
Alla luce di quanto sopra, il cambio euro dollaro ha toccato un minimo di 1,118, per poi risalire a 1,1210, livello al quale sta scambiando in queste ore.
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