Il cambio euro dollaro è in condizioni di “attesa”, con l’indice della valuta verde che è stabile alla vigilia della riunione del FOMC.
Nel maggior dettaglio, ieri il cambio EUR/USD ha ceduto lo 0,5%. La flessione è scaturita nel momento in cui Mario Draghi ha dichiarato che in assenza di miglioramenti del contesto economico si renderanno necessari nuovi stimoli che possano permettere di riportare l’inflazione in linea con l’obiettivo della Banca centrale europea.
Tale annuncio ha indotto i mercati a pensare che sia lecito attendersi una limatura del depo rate già alla riunione di fine luglio. Altri opinionisti stanno invece ritenendo che sia più lecito attendersi degli annunci su alcuni indicatori dei piani della Banca centrale, in attesa che possa verificarsi una potenziale riattivazione. Ad ogni modo, l’indebolimento dell’euro è stato temporaneo, considerato che nelle ore successive a tale annuncio la valuta unica ha poi ritrovato parziale forza.
Non è poi sfuggito a media e analisti di mercati la reazione particolarmente nervosa di Donald Trump alle parole di Draghi. Il motivo sembra essere ben comprensibile: una simile mossa da parte della BCE potrebbe rendere più complesse le manovre della Federal Reserve, visto e considerato che il mercato potrebbe ora attendersi la condivisione di un messaggio più accomodante di quanto effettivamente possa essere, anche perché la Fed non può mostrarsi troppo arrendevole nei confronti del Presidente Trump.
Insomma, non è affatto da escludersi che alla luce di quanto sopra possa verificarsi un discreto rafforzamento del dollaro, che però si ritiene possa essere valido solo nel breve termine.
A proposito di riunioni delle Banche centrali, domani è in programma anche quella della Bank of England. In questo caso, però, non dovrebbero esserci sorprese, con la sterlina che dopo le parole di Draghi si è parzialmente rafforzata nei confronti dell’euro.
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